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Come dolce sul labbro risuona,
La parola che ben si comprende
Fra l'ambasce d'un crudo destino.
Con quale ansia, il pensiero ricorre,
Peregrino cercando un oggetto,
Che dal core un sol palpito ottenga,
La memoria d'un tenero affetto.
Le carole, le preci, gli accenti,
I suoi trepidi, arcani spaventi,
Tutto che le rammenta il passato
D'onde tragge qualch'ora di gioja,
Che benefica scende ed allieta
De' suoi giorni l'orribile noja.
Come addormesi in dolci profumi
S'assopisce l'afflitto garzone
Su quel seno sol fonte d'amor,
È linguaggio che il core comprende,
Che sul miser, s'allarga e distende.
Di quel labbro un accento fugace,
Sol conforto è de' grami suoi dì,
Ch'io pur scôrsi, travvidi e sparì.
Oh, felice chi ha pur nel dolore,
Una madre che un bacio gli doni,
Con magnanimo affetto perdoni.