Oh, qual febbrile tremito,
D'incomparata
ebbrezza,
Tutta
m'invase l'anima
D'incognita
dolcezza,
Quando
quel labbro roseo
Sulla
mia gota ardente,
Primo,
lasciovvi il magico
Tocco
d'un bacio, e mente
E
cor travolse il turbine
Di
quella gioja estrema,
Gioja
che non si scema,
Che
della vita al par!...
Oh qual ti vidi, angelica
Face
della mia vita,
Bella,
radiante, tenera,
Nel
sogno suo rapita
L'alma,
pensò che vincoli
Non
son tra core e core,
Che
onnipossente indomita,
Regna
dovunque amore,
Che...
Oh, ma nel frenetico
Trasporto
d'un amplesso
Forse
non è concesso
Tutto
scordare insiem!...
Quando la guancia il tiepido
Vital
calore effonde
Su
guancia amica, e l'esile
Respiro
si confonde
Tal,
che gli sguardi incontransi
Nell'estasi
beata
Che
in sè travolge il palpito
Dell'anima
agitata,
Quando
convulsa stringesi
La
destra, il sen sul seno
Batte,
chi puote un freno,
Stolto,
segnare allor?...
Nel turbinoso vortice
De'
mille sogni miei
Ti
vidi amica immagine
Bella
qual sempre sei!...
Ancor
sentii nell'impeto
Del
mio bollor fervente
Serper
le labbra tumide
Il
bacio tuo cocente,
Tal
che scordando i triboli
Sotto
cui giaccio affranto,
Trovo
felice un canto
Che
mi divora il cor!
Io non invidio agli angeli
Le
gioje dell'eliso,
Se
ad un mio sguardo tenero
Risponde
il tuo sorriso,
Io
t'amerò com'amasi
Scevri
da lezzo umano...
Sol
mi sia dato stringere
La
tua leggiadra mano,
Non
chiederò che coprasi
La
fronte di rossore,
Mi
basterà un amore,
Come
non basta all'uom.
Milano,
Agosto 1862.