Ulisse Barbieri
Poesie varie

All'Egregia SIGNORA CONTESSA M.......

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All'Egregia
SIGNORA CONTESSA M.......

 

In cielo allor che fulgono

Le carolanti stelle,

E la pupilla attonita,

Muta s'affisa in quelle,

Mentre dall'alma espandesi

Un dolce rapimento

E di ridenti immagini

S'adorna il firmamento,

Che ratte spajon, sorgono

Col volo del pensier;

Dal cor s'eleva un palpito

A quella scena innante:

Ma se nel lucid'etere

Con guizzo irradïante

Infra gli spazj slanciasi

Un di que' fatui fuochi

Quasi innocenti giuochi

Sien dell'Eterno Ver,

Allora è un caldo fremito

Che dal pensiero ardente

Si slancia alle inscrutabili

Opre dell'alta mente,

Ed a quell'opre chiedere

L'alma pur osa un fiore,

Che cinto di splendore

Fulga non solo in Ciel.

Chiede la donna: e simbolo

Dell'astro peregrino

Cui non è inciampo a splendido

Eterno suo cammino,

Quel forte amor che libero

Segue la sua corrente,

E concitato, ardente,

Tramonta nell'avel!...

Così... Così... fatidico

E peregrino fiore,

Ricinto da un'aureola

Di luce e di splendore

Siccome una fantastica

Vision ti vidi un ,

E tra la polve rapida

In un sol cocchio avvolta

All'occhio, intento ed ansio

Tosto ti fosti tolta

Nel mentre che l'indomito

Corsier con mano ardita

Via tu slanciavi esilare

Lasciando in cor scolpita

Quella fuggente immagine

Quel volto, quel corsier,

Che turbinando fervono

Nel trepido pensier.

Oh!... ben n'hai donde!... pasciti

Nella fuggente ebrezza

Che dell'instabil alito

La fronte t'accarezza,

Nelle svariate immagini

Onde la vita ride,

Nella splendente porpora

Ove il piacer s'asside

Qual Areonauta intrepido

In mezzo all'oceàn

T'avvolgi!... i che furono

Più non ritorneran!...

A te d'accanto un angelo

Sugge col tuo sorriso,

Quell'incantevol estasi

Onde le sia indiviso

Dolce e gentil preludio

Non misto da un sospir,

I più ridenti e ingenui

Sogni dell'avvenir.

Che se una melanconica

Ora alcun t'assale;

Ora funesta, indubbia,

Di questa via mortale,

Dalle sue labbra pallide

Del tuo pallor, la dolce

Suggi armonia festevole

Ch'ogni tormento molce,

Quell'amorosa e tenera

Voce ond'ha invidia il pianto

E caro anco è il dolor,

Quando a chi soffre accanto

È d'una figlia il cor.

Castellano, Agosto 1863


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