Ulisse Barbieri
Poesie varie

MEZZANOTTE IN CARCERE

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MEZZANOTTE IN CARCERE

 

Muta è l'angusta carcere

O se rompe un accento,

Quel suo silenzio lugubre,

È il suono d'un lamento

Che tra convulsi fremiti

L'anima scioglie anela,

E a chi l'ascolta svela

I palpiti del cor.

Vinto da crudi spasimi

Sul duro suo giaciglio,

Dopo una lotta orribile

Chiude il prigione il ciglio,

Assonna; ma che?... l'anima

Trovar non può riposo,

E nel futuro ascoso

Spazia la mente ognor.

Alza la testa squallida

Dal nudo suo guanciale,

Tocca la fronte madida

A quel pensier fatale,

S'aggita, i lumi figgere

Cerca nel bujo e scruta

Fra quella tomba muta

In fra quel cupo orror.

Ecco a ogni tratto il stridolo

Batter d'una campana,

Fra quelle volte lugubri

Ove la speme è vana,

In mesto suon stendendosi

Eccheggia e il prolungato

Allarme del soldato

Coglie l'orecchio e va.

Allo scoccar del tremolo

Chiaror d'un fiocco lume,

Spazia la mente rapida

Sulle deserte piume

E ai gaudj che fuggirono

Come un fatal deliro,

Scioglie un veemente spiro

E trepidante sta.

Scorge il sembiante pallido

Di chi a lui presso geme,

Che ad una triste immagine

Un grido scioglie e freme,

Poscia un sospiro debile

Tal che la muta scena

Sembra turbare appena

La vita chè ivi muor!...

Quella silente tenebra,

S'allegra mai d'un riso!...

Presso le rozze coltrici

Stassi un fantasma assiso

Che truce, inesorabile...

Del suo sogghigno insulta

La vittima che inulta

Cadrà sotto il dolor.

 

Dalla Giudecca, Luglio 1861.


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