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E la quiete sepolcrale
D'improvviso, un abbaliante
Che fantasima non è,
Mentre un nome sussurrando
Coll'entusiasmo in core,
Quando per la sua patria
Porse Maria, la sua gota ardente
Al casto bacio che sfiorolle il viso
Lo strinse al petto e nel bollor fervente
La lagrima mescendo col sorriso,
Compi le disse il tuo dovere, o caro,
E de' suoi doni il ciel non siati avaro.
Disse... Ma all'ansia del commosso detto
Tutta traspare quell'atroce guerra,
Tutto l'amore che le ferve in petto,
Come non puossi amar, due volte in terra,
E come senta che pel suol natìo
Il palpito primier creava Iddio!...
Infelice!... Il lontano ruggito
Quando il legno dal guardo rapito
Pur udì, quando il santo vessillo
Che l'ostili baldanze ebbe dome
Vide altiero per l'aura ondeggiar.
Ma allorquando al rieduto soldato
Ella chiese di lui trepidante,
Vide il ciglio di pianto bagnato
E il silenzio risposegli sol.
E sovra un tumulo
D'un nome è adorna la funerea pietra
E di baci la copre una donzella,
Pallida in viso, che?... dal cielo impetra
Or che tutto la morte gli rapì?
Forse il coraggio che l'affanno avanza?...
Forse l'obblio dei vagheggiati dì?
Oh, quando il fremito d'un primo amore
Nella sua vergine possa, destato,
Divora l'anima, serpeggia il core,
Che può la sterile parola: obblio?...
Pregò, gemette, ma un dì sorrise;
Or più non piange; chiamolla Iddio!...