Giovine fior, che ingenuo
Al
gajo tuo sorriso,
Schiudi
le labbra e al vergine
Sogno
ti raggia il viso
Di
quel fidente palpito
Ond'è
compreso il cor.
Deh, possi mai comprendere
Che
sia codesta vita,
Ove
l'uom soffre, lagrima,
Chiede
e non trova aita,
Ove
ha una gioja povera
Succede,
atro il dolor.
Non ti scorar, di triboli
Conteste
è ver, ma dolce
Pur
ha un soave balsamo
Ch'ogni
tormento molce
Chi
d'una madre al tenero
Bacio
si desta al dì.
Oh, su quel sen concentrasi
Tutta
del cor la piena,
E
per te sol vivida
Sua
prece più serena,
Per
te il futuro arridegli,
Con
te pianse, e gioj.
Mantova,
Settembre 1863.