Ulisse Barbieri
Poesie varie

IL PROSCRITTO

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

IL PROSCRITTO

 

Già gl'infuocati radii

L'astro nel mar nasconde,

Pinge fugente un iride

Sul suol, per l'aer, nell'onde,

Strappando un vale all'anima,

Poscia scompare e muor.

Muore: e la cupa tenebre

Ch'è della vita immago,

Nella sua calma funebre,

Sinistro all'uom presago,

Succede a quel che sorgere

Dovrà domani ancor.

Ma pari a lui non passano

I brevi gaudj e i mali,

Che sulla fronte incidono

I marchi lor fatali,

Ed il vagito tremulo,

Che sulle labbra suona

Del bambinel che timido

La prima prece intuona,

Voce è forriera a un strazio

Che non avrà confin!

Come il ruggir del turbine,

Nunzio di morte è solo,

E lo scrosciar del fulmine

Apporta strage e duolo,

Così un fantasma lugubre

La bieca faccia avanza

E beffeggiando l'esile

Spirto di sua costanza,

Tuona di morte un gemito

Ad ei che nasce; o ha fin.

 

Chi è mai quegli che lento e pensoso

Move in ver quella piaggia romita?...

Gli sfavilla sul fronte la vita,

Pur sul ciglio una lagrima sta.

Perché rota a intorno smarrite

L'ansie luci?... qual cerchi uno sguardo

Che ad un duol non risponda beffardo,

Che gli ferve protondo nel cor?...

A lui bella sorride l'etade

Nel fulgor della prima speranza,

Forse un giuro d'eterna costanza

Avean sciolto que' labbri, e d'amor:

Forse molle la pallida guancia

Della madre ad un bacio pietoso,

Ei la porse all'amplesso desioso

Della donna che amica chiamò!...

Perché giunto d'appresso alla sponda

Guata fiero quell'onda rapace

Che l'invita alla funebre pace

Che si mostra al di dell'avel?...

Tutto è muto: Il sussurro dell'aura

Tra le frondi del pioppo vicino,

Non eccheggia nel cor del meschino

Se non come una nota di duol.

Tutto parlagli un lugubre addio!...

Tutto geme del gemito istesso,

Ha un accento di pianto per esso,

Anco il canto del mesto usignuol.

Solo fremegli, arcana, profonda

La condanna che in fronte gli ha scritto,

Come un'eco che al gemer risponda,

Sei proscritto!... proscritto!... proscritto!...

 

Qual se copre il sereno tramonto

D'un bel giorno d'estate, foriera

Di procella atra nube; severa

Quella fronte abbujossi così.

Turbinar quai fantasmi giganti

Negri dall'alma evocati,

Si vedeano i pensieri incitati

Che di lui fean agone crudel,

E siccome nel rombo del tuono,

Nel sanguigno serpeggio dei lampi

La natura del nulla nei campi

Sfoga i torbidi ludi talor,

Nell'ardente saettar dello sguardo,

Del suo cor la tempesta irrompeva

Fiera sì, che a qualcuno... chiedeva

Il perché di quel tanto soffrir!...

Pur nessun gli rispose: Egli bieco,

Torvo il ciglio dal suolo levò,

Fremè il labbro interrotto un accento;

Fu bestemmia?... fu prece?... nol ...

 

Cupo in un truce mescersi

Di mille idee ferali

Ei si dibatte, s'agita

Nelle pression fatali;

Spera, e persin quel debole

Soffio che l'alma anela,

Disperdesi, e si svela

Senza un sorriso il .

A un orizzonte figgere

Cerca le luci intente,

Che trae dal core un palpito,

Quando il destin repente              

Rompe, distrugge, svincola,

Quanto era solo raggio,

Sol fonte di coraggio,

Luce... che pur svanì!...

Svanì!.., e dall'alto vertice

A che volò il pensiero,

Piomba nella voragine

Del suo dolor primiero,

Un fato inesorabile

Porta con la calma,

Che s'ingenì nell'alma,

E il disingan seguì.

Ma pur del tempo

Sulle veloci

Ali, che il gaudio

Mesce e il dolor,

Rapida come

La folgor scende

L'ora al proscritto

Pregata ognor...

 

Gli abbracci scambiansi

Tra figlio e padre,

Gli amplessi teneri

Tra suora e madre,

Li preme al seno,

Che di veleno

Rigonfio sentesi,

Lagrima, e sta!

Lagrima, e l'anima

Vinta dall'ira

Freme, dibattesi,

Rugge, sospira,

Scioglie un anelito,

Impreca!... e va!...

E sulla tremula

Onda che regge

Il fragil legno

Che seco il porta,

Presso l'antenna

Che lo soregge,

China la fronte

Dal duolo smorta.

Guarda gli amici

Che da lontano

La fida innalzano

Tremula mano,

Vede discinta

Le nere chiome

Bella una donna

Chiamarlo a nome,

E sovra l'onda

Che calma posa

Si perde il grido

Della pietosa,

Poi scarmigliata

Lungo la riva,

Cader la vede

Di sensi priva;

La sente ancora

Con flebil voce,

Chiamarlo ancora,

E nell'atroce

Urto crudele

Di tanti affetti

Convulsi fremono

Sul labbro i detti,

E una bestemmia

Terribil!... fiera!...

Commuta il gemito

D'una preghiera!...

Ma sono sgherri

Quei ch'egli ha appresso!...

Dio sta coi forti...

Lo irride anch'esso!...

E spare intanto

D'innanzi al ciglio

La cara terra

Dove era figlio!...

Dove sentiva

Da un labbro amato

Il dolce tocco

Che il fea beato!...

Dove festante

Suggè la piena

Di quella vita

Compresa appena!...

L'ultimo tetto

D'un casolare

Sparì nell'ampio

Spazio del mare,

Più nulla vidde...

Sulla sua testa

Grave era il cielo

Sol di tempesta;

Sotto i suoi piedi

Muggiva l'onda,

Cerula, fredda,

Cupa, profonda,

E dir sembrava

Al derelitto...

Sol nella tomba

Pace ha il proscritto!...

 

Milano 1864.


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License