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REMINISCENZE E DOLORI A te donna che sai. ALEARDI | «» |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
I.
Dimmi!... la stessa che a me prima volse
Le belle luci, e balenommi pria
Un immago di ciel, alla fremente
Anima, altiera del gentil sorriso,
Dimmi?... eri tu?... Tale un pensier rivolsi
Nel cozzo vorticoso degli affetti
Che in cor mi sussultavan, mille volte
A me stesso, e chinai meditabondo
La fronte al suol, che nel fatale arcano
Onde il palpito suo, misura il core
II.
Ricordi del passato, le sue larve
Turbinose, febbrili, ed evocai
Gli inebbrianti aneliti, ma invano!...
Siccome l'alitar della fugente
Brezza che lambe, l'onda queta e appena
L'increspa; tali ti passar sul core
III.
Eppur mi amasti!... e anch'io
T'amai!... di quell'amor che non credea
Sperdeste ratto sì, l'ala del tempo;
E allor che nel solingo del pensiero
Errar fidente, l'ansïe pupille
Tendea nel firmamento, e sulle curve
Iri del ciel tracciava i cari sogni
Onde d'inganni mi tessea la vita,
Nell'eterno suo riso mi fulgea,
Indefinito e sereno l'avvenire!...
IV
Maria, sovvienti! Baldanzoso allora
Io vagheggiava l'esistenza, e quando
D'una quatrenne notte, il cupo manto
Alla vita mi tolse, e da te lungi
La parola d'amor, che sospirata
Che serrata nel cor, mai non s'espanse
Dalle labbra desiose, mi fremeva
Ardente dentro l'anima agitata
Da troppo crude emozïoni, al nome
Della mia patria!... il tuo pur collegai,
E un palpito ebber sacro le primiere
Sublime aspirazioni della vita
Onde congiunti ebbi due affetti... cui...
Frutto... Oh frutto ben triste!... ebber, e larga
Messe d'affanni!... Nelle insonni notti
Pia vision mi scendesti!... ed al tranquillo
Raggio che riflettea dalle ferrate
Sbarre della prigion sul mio guanciale
La luna, o sulla lucida catena
Ond'avvinto era il piè, che nell'amplesso
Sol chiedea volar delle tue braccie,
Affidava un saluto, onde pietosa
Nel coronar la tua leggiadra chioma
Tra gli ombrosi passeggi del natale
Mio suolo, per me ti concambiasse
Il bacio mio!
V
Di quella tetra notte a me foriera
D'una gioja insperata, perché troppo
Sperata col delirio della mente,
Sorse l'aurora d'altri dì, e col pianto
La salutai che mi venia convulso
Sovra le ciglia attonite, smarrite
Quasi, all'idea abbalïante; e come
L'augello che sfuggì le ingannatrici
Pannìe del cacciator, incerto ancora
Dell'esser suo, tal'io dall'anelante
Petto sentii pulsar la vita, ed ebra
L'alma slanciossi incontro alle ridenti
Fatidiche chimere onde si piacque
Una sfolgoreggiante iride bella
Alternar colle immagini ferali
Che l'astringevan del lor cupo cerchio,
Ed il bene primero, la più cara,
La più eletta di tutte le corone
Che intesser puote l'esistenza!... chiesi
Coll'abbandono ond'è capace un core,
Che nella pïa illusïon raccolto
Stette lung'anni d'un pensiero, ed ebbe
Un unico sospir!... Chiesi, l'amore!...
VI.
A te Maria lo chiesi!... a te che bella
Della prima beltà rinvenni, e s'anco
D'altri in braccio, giurando non amarti
Amai!... e nel tremendo agon della coscienza
Vinsi frangendo a brani questo core,
Che tu forse schernisti, ed incompreso
Passai, perché non volli quella fronte
A me cara così, baciar coperta
VII.
Oh ti rammenta!...
Ti rammenta quei dì quando seduti
L'uno all'altro d'accanto, muti, fissi,
Ci guardavam nell'estasi rapiti
Del nostro amore, e sussultava il core
Palpiti ardenti, e la tua destra stretta
Dalla mia, tremava, e il nostro petto,
Presso insieme schiudevaci raggiante
Il Paradiso!... Oh in quell'istante fosse
Benvenuta la morte... era pur dolce...
Spirar in quell'amplesso! e colle pure
Vibrazioni del cor, spender l'estremo
VIII.
Oh, allor ci amammo!...
Un lugubre fantasma è ver, sorgeva
Nel trasporto talor del concambiato
Bacio sì caro, e del dover la voce,
Fredda, cupa, s'univa a quelle dolci
Note... ma pur noi ci amavamo, e tutto
Spariva a noi d'inanzi!... ed eran belli
Alla sorte che ne volle divisi!...
Maria!... dovea fuggirti!... ma era scritto
Ch'io t'amassi, perché sentissi il peso
D'una colpa non mia!.. non nostra! - Oh dite
Che l'augello non parli alla compagna
Il gorgheggio armonioso del suo cuore,
Che il fiore al fiore non olezzi unito!...
Che il ruscello non mormori, che l'aura
Non aliti e si baci... e non sospiri
D'amore quanto ha vita... e poi la voce
Dell'uom che apponga sul suo cor la destra,
Segni colpa, quel fremito febrile
Che trascina con se, ne dice il dove!...
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