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XIII.
Passo oltre il Concilio di Roma (1099), in cui Urbano scomunicò il suo rivale; quello Lateranense contro i Greci separati dalla comunione latina, a proposito della procedenza dello Spirito Santo, sempre in quistione; quello di Reims, in cui Calisto II scomunicò «Carlo-Enrico, imperatore nemico di Dio, e Burdin, falso papa17»; quello Lateranense, il primo ecumenico indetto dai papi dopo la loro separazione dai Greci (1122), nel quale Calisto III accettò la rinuncia delle investiture, consentita da Enrico V alla Dieta di Worms: il che però non troncò la controversia tra il sacerdozio e l'Impero.
Nel Concilio Lateranense, X ecumenico (1139), il papa Innocenzo II dichiarò di diritto divino le decime ecclesiastiche, e condannò Valdo e i Valdesi, Pietro de Bruys, che negava la validità del battesimo ai bambini - i quali non possono credere per procura, - e Arnaldo da Brescia, che combatteva il poter temporale ed annunciava parecchie dottrine, insegnate più tardi da Abelardo e Lutero.
Il Concilio di Sens, infatti (1140), condannò Abelardo, del quale il violento san Bernardo diceva: «che parlava della Trinità come Ario, della grazia come Pelagio, e della persona di Cristo come Nestorio».
Il Concilio di Pavia, riunito da Federico Barbarossa, scomunicò Alessandro III, e riconobbe Vittore, malgrado il parere della Chiesa, che lo designa come anti-papa.
Alessandro non si rassegnò. Riunì un Concilio ad Anagni, si fe' dichiarare eletto canonicamente, e scomunicò il suo rivale, l'imperatore e i Padri di Pavia. Fu questo papa che, secondo la leggenda, mettendo il piede sulla testa di Barbarossa, vinto dagli Italiani alla battaglia di Legnano, esclamò: Super aspidem et basiliscum ambulabis!
- Non tibi, sed Petro! rispose il Barbarossa umiliato.
- Et mihi et Petro! replicò Alessandro.
Il terzo Concilio Lateranense, XI ecumenico (1179), fulminò gli eretici con pene atroci. Essi erano già stati terribilmente trattati al Concilio di Reims (1148), in cui S. Bernardo, divinamente feroce, aveva fatto condannare Gilberto de la Porée, eterodosso circa la dottrina della Trinità, ed Eone, il quale, basandosi sul testo per eum (per Eon) qui venturus est, spacciavasi un po' come un Messia.
Gli eretici erano già stati posti al bando dell'umanità dal Concilio di Verona (1184) contro i Paterini - specie di Manichei; - da quello di Parigi (1210), che condannò Amaury, e fece bruciare i libri d'Aristotile - poichè Amaury aveva fatto ogni sforzo per maritare la filosofia aristotelica col cristianesimo, come nel terzo secolo erasi amalgamata la dottrina di Gesù con quella di Platone; e nel Concilio di Laterano (1215), XII ecumenico, in cui Innocenzo III, circondato da ambasciadori di imperatori e di re, indisse una Crociata contro i Vodesi, e specialmente contro gli Albigesi, e scomunica l'imperatore Ottone, per aver chiamato re dei preti il suo rivale, quello stesso Federico II che vedremo scomunicato alla sua volta.
La parola transustanziazione non fu conosciuta che dopo questo Concilio. Fu vietato di fondare nuovi Ordini religiosi; il che non tolse che se ne fondassero poscia altri novanta, i quali si accasarono meglio che poterono nel mondo, ove i loro predecessori avevano già preso i migliori posti:
Bernardus montes, colles Benedictus amabat,
Nemora Franciscus, dives Ignatius urbes.
(Bernardo amava le montagne, Benedetto le colline, Francesco i boschi, ed Ignazio le ricche città.)
Il dodicesimo e tredicesimo secolo furono fecondi di eresie, non meno del terzo, quarto e quinto; e furono, per giunta, insanguinati. Il braccio secolare si tuffò senza posa nel sangue, ed accese i roghi, sempre per ordine del potere ecclesiastico.