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XVI.
La controversia tra Bonifazio VIII e Filippo il Bello fu anch'essa feconda di Concilii. Quello di Roma (1302) stabilì, con la bolla Unam sanctam, i diritti della Santa Sede sul potere laico, e scomunicò il re. Filippo il Bello ribattè l'oltracotanza del Concilio di Roma con un'assemblea riunita al Louvre, in cui Guglielmo di Plasian provò che Bonifazio era uno strano pontefice; che aveva una concubina, chiamata donna Cola, poi la figlia di donna Cola, poi le cameriere della madre e della figlia, delle quali usava non tamquam muliere sed tamquam puero inter crura; che tra le altre cose diceva: «Che i peccati carnali non sono peccati; che desiderava che Dio gli facesse del bene in questa vita, poichè egli non si curava punto dell'altra; che l'anima degli uomini è simile a quella degli animali; che è ridicolo il credere che Dio possa essere uno e trino nel medesimo tempo; che il santo sacramento è una ciurmeria; che aver commercio con una fanciulla e con mulieribus et viris è un atto indifferente, come lo stropicciarsi una mano con l'altra; ch'egli non credeva in Maria più che in un'asina, e nel figlio più che in un asinello.... «Virgo Maria non fuit plus virgo quam mater mea; non credo in Mariola, Mariola, Mariola....19»
Nel Concilio di Vienna, Clemente V purgò la memoria di Bonifazio da queste assurde abbominazioni, abrogò la bolla Clericis laicos, scomunicante i sovrani che tassavano il clero; assolse Filippo il Bello, soppresse l'Ordine dei Templari, fece ardere 56 cavalieri, e ordinò di bruciare altresì le beghine e i beghini, a' quali s'imputavano tutti i delitti di cui erano un tempo accusati i primi cristiani.
Il Concilio di Marciac (1326) dichiarò nullo il giuramento prestato contro la Chiesa, sola competente in materia di giuramenti. In quello d'Avignone (1327), Giovanni XXII condannò il suo rivale, Pietro di Corbière, eletto canonicamente, ma che sosteneva che nè Gesù nè i suoi discepoli avevano nulla posseduto, nè in particolare, nè in comune. Quello di Londra (1381) condannò le dottrine protestanti di Viclef. Ma più notevole fu il Concilio di Pisa (1409).
V'erano due papi nello stesso tempo: Gregorio XII e Benedetto XIII. Ventiquattro cardinali si riunirono a Pisa, e poscia un migliaio di Padri e parecchi ambasciatori, poichè alcuni de' sovrani europei riconoscevano Gregorio, altri Benedetto. Alla prima seduta, il Concilio si dichiarò ecumenico; alla quattordicesima, condannò, depose, scomunicò i due papi, e ne elesse un terzo, Alessandro V, dinanzi al quale si bruciarono delle stoppe, cantando: Sic transit gloria mundi! Diluvio di scomuniche da ogni parte! Tutti ne furono colpiti, e specialmente il povero Alessandro V - il quale non ebbe altro difetto che la gola, e segnalò il suo passaggio nella Chiesa con la preziosa invenzione dei manicaretti di perniciotti e delle salse alla marinaresca.
Baldassare Cossa lo avvelenò, si fece nominar papa in sua vece, e fu quel gaio Giovanni XXIII, che vedremo al Concilio di Costanza.