Ferdinando Petruccelli della Gattina
Il concilio

XIX.

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XIX.

 

Citiamo ora di passaggio il Concilio di Tours (1510); quello di Pisa, convocato da Luigi XII contro Giulio II; il Concilio di Laterano (1817), XIX ecumenico, convocato da Giulio II e continuato da Leone X. Giulio II scomunicò solennemente il re, scagliò l'interdetto alla Francia, citò il Parlamento a comparire dinanzi a lui, anatemizzò i filosofi che avevano preso il partito di Luigi XII. Non aveva egli detto a Michelangiolo, che modellava la sua statua, di mettergli una spada e non un libro tra le mani, poichè egli non era letterato - non sapeva leggere? Non aveva anche detto: Fuori i barbari, e col trattato di Cambrai aveva convocato tutta l'Europa in Italia? - «Nondimeno, osserva Voltaire, questo Concilio non ha il titolo di brigantaggio, come quello di Efeso e quello di Embrun».

La Prammatica Sanzione fu condannata.

Poichè v'ha un fatto strano da segnalare nella storia della Chiesa: cioè che nessuna nazione ha fatto tanto male all'Italia, nessuna nazione ha reso tanti servigi ai papi, quanto la Francia; e nessuna nazione è stata tanto odiata e maltrattata dai papi, quanto la figlia primogenita della Chiesa.

Se ne fosse, almeno, fatta l'emenda!

Il clero francese non riconobbe il Concilio lateranense.

Ed eccoci finalmente al Concilio di Trento, l'ultimo ecumenico, il ventesimo, secondo la Chiesa di Roma, e l'ultimo che noi abbozziamo.

I Concilii di Basilea e di Costanza non erano stati che assemblee, quello di Trento fu un Corpo legislativo. Esso non inaugurò, ma legalizzò e organizzò il poter temporale, che è il poter personale del Napoleone III dei cattolici.

Quando Luigi XIV disse: «L'État c'est moi», il papa aveva già detto e decretato a Trento: «L'Eglise c'est moi

 

 


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