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XXV.
Il prossimo Concilio di Roma sarà pressochè calcato su quello di Trento. Aggiungo dunque altri curiosi particolari, principalmente in quanto alla forma stessa, alle pratiche, ai regolamenti, alle ordinanze del Concilio.
I Concilii dei primi nove secoli della Chiesa erano stati convocati e tenuti dagl'imperatori ed altri principi. Essi li avevano presieduti in persona, o vi avevano delegato appositi commissarii. Infatti, ad Efeso, fu il conte Candidiano che presiedette per l'imperatore; a Calcedonia, presiedettero l'imperatore Marciano, Pulcheria sua moglie, e i suoi commissarii; al Concilio di Costantinopoli, detto in Trullo, Costantino il Barbuto ordinava quello che bisognava trattare, dava la parola, dirigeva la discussione, troncava le contestazioni. Costantino presiedette a Nicea; Teodosio al secondo di Costantinopoli.
I Padri di Calcedonia ammisero nondimeno due specie di presidenza del Concilio: quella del principe e quella del pontefice o patriarca.
Quando il papa o il patriarca assisteva al Concilio, sedeva alla destra dell'imperatore. I papi ebbero gran cura di far credere più tardi che l'imperatore sedeva alla loro sinistra.
A partire dal nono secolo, parecchi Concilii furono indetti e presieduti dai papi. Gregorio VII tenne il Concilio Lateranense; Innocenzo III un altro Lateranense; Innocenzo IV e Gregorio X presiedettero i Concilii di Lione; Clemente V quello di Vienna di Francia; Alessandro V quello di Pisa; Eugenio IV quello di Firenze; Giovanni XXIII e Martino V quello di Costanza.... A poco a poco si stabilì poi la pratica della preminenza del patriarca o del papa in queste riunioni ecclesiastiche.
Tale preminenza aveva tre scopi principali: la prerogativa della sessione, il diritto di raccogliere i voti, la ratificazione di tutto ciò ch'era stato fatto - ratificazione che non doveva nuocere alla libertà del suffragio, ch'era assolutamente necessaria.
Nei primi Concilii, i diaconi e i preti prendevano posto tra' Padri, ed avevano gli stessi diritti dei vescovi. Più tardi, allorchè prevalse la dottrina della supremazia del vescovo sul prete, essi furono esclusi. Nel Concilio di Nicea (314), i Padri sottoscrissero gli atti, non per ordine di dignità, ma per anzianità di sede. Più tardi i vescovi si conformarono alla data della loro ordinazione, secondo Graziano, tanto pel rango che occupavano nella sessione, quanto per quello della sottoscrizione. Nondimeno i vescovi di alcune sedi privilegiate furono eccettuati da questa regola.