Ferdinando Petruccelli della Gattina
Il concilio

XXVII.

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XXVII.

 

Tra gli assistenti ad un Concilio, gli uni vi sono in qualità di giudici per pronunciare sulle materie che si discutono; altri soltanto per prender parte alla discussione ed esprimere un voto consultivo; altri infine per compiere diverse funzioni, come quelle di segretarii o di promotori, o per difendere il Concilio e vigilare al mantenimento dell'ordine. In alcuni Concilii, i laici ebbero anche voto, e persino voto deliberativo. Ma questo diritto appartiene omai esclusivamente ai vescovi. Gli abati, i generali di Ordini, i teologi ebbero anch'essi talvolta diritto di suffragio, ma sono principalmente membri consultivi.

Il Concilio si apriva un tempo con la lettura del regolamento, di cui ecco i punti principali, stipulati in un canone del Concilio di Toledo del 633:

«Nella prima ora del giorno si farà uscir tutti dalla chiesa, e se ne chiuderanno le porte. Tutti gli uscieri si ridurranno a quella per la quale devono entrare i vescovi, i quali saranno introdotti tutti insieme, e prenderanno posto secondo il loro rango di ordinazione. Dopo i vescovi, si chiamerà quelli tra' preti e diaconi che si crederà dover far entrare. I vescovi staranno seduti in giro, i preti seduti dietro a loro, e i diaconi in piedi dinanzi ai loro seggi. Infine si farà entrare i laici, che il Concilio crederà degni, ed i notaj per leggere e scrivere quello che sarà necessario, e si farà poi guardare le porte. Allorchè tutti avranno preso posto, il primo de' diaconi dirà: «Pregate», e tosto essi si prostreranno successivamente, e pregheranno per qualche tempo in silenzio; poi uno dei vescovi più anziani si alzerà per fare una preghiera ad alta voce, rimanendo gli altri prosternati. Finita l'orazione, e dopochè tutti avranno risposto: Amen!, l'arcidiacono dirà: «Alzatevi». Tutti allora si alzeranno, ed osserveranno un profondo silenzio. Poscia un diacono, indossata la stola, leggerà il Vangelo; dopo di che porterà in mezzo all'assemblea il libro de' canoni, e leggerà quelli che trattano della tenuta dei Concilii. Il vescovo metropolitano prenderà quindi la parola, ed esorterà quelli che hanno richiami od altre quistioni, a proporle. Non si passerà ad altro argomento, senza che il primo sia esaurito. Se qualcuno dal di fuori, chierico o laico, volesse indirizzarsi al Concilio, farà conoscere il suo affare per mezzo dell'arcidiacono della metropoli, ed allora gli sarà permesso d'entrare. Nessun vescovo uscirà dalla seduta prima che sia finita; nessuno si allontanerà dal Concilio prima che tutto sia terminato; affine di poter sottoscriverne le decisioni».

I decreti son pubblicati nelle sedute solenni, che ricevettero il nome di sessioni.

Talvolta la discussione sorge nella sessione, benchè i decreti sieno stati preparati nei Comitati e nelle Congregazioni generali, come ho detto. Allora si nomina una Commissione per deliberare sulla redazione del decreto, il quale è sottoposto all'esame ed all'approvazione della sessione successiva.

A Trento, tutti erano chiamati alle discussioni preparatorie del secondo grado.

A Trento pure i prelati e i dottori erano divisi in tre congregazioni, che si tenevano separatamente presso ciascuno dei legati. Tutte le materie v'erano discusse a lungo, e vi si preparavano i decreti. Le tre assemblee si riunivano poi in congregazione generale per deliberare in comune. Preparati così i decreti, venivano letti nella sessione solenne, e ricevevano una sanzione definitiva.

Nelle congregazioni, i vescovi non portavano che il berretto; nelle sessioni, la mitra.

 

 

 


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