Carlo Malinverni
Sinite parvulos

Mater dolorosa

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Mater dolorosa

Oh! quante sul tuo piccolo

capo ricciuto e biondo

belle speranze a tessere

si fea la mamma: il mondo

intero compendia vasi

negli occhi tuoi, nessuna

altra cura ella avea,

vicino alla tua cuna

solo si compiacea.

Il mio piccolo Mario,

- ella diceami un giorno -

veda, mi par bellissimo,

e, se mi guardo intorno,

(la prego a non sorridere)

io non vedo un bambino

che come lui sia bello:

non è forse carino?

non sembra un angiolello?

E intanto affaccendavasi

attorno a una cuffietta,

a un vestitino candido,

ad una camicietta:

e soggiungeva: - a credere

davver non so piegarmi

ch'esser debba a vent'anni

chiamato sotto l'armi,

vestir possa altri panni.

Povera madre! Furono

i tuoi sogni interrotti;

giorni mesti seguirono,

lunghe vegliate notti:

curvata sul tuo bambolo

sovra la culla, il viso

con ansia ne scrutavi:

oh! il suo gentil sorriso

ch'io rivegga, - pregavi.

Povera madre! È inutile

ogni prece, ogni cura:

t'ha toccata la gelida

ala della sventura.

Intendo: è duro scorgerlo

a quel modo languire,

consumar dramma a dramma,

or che potea capire

l'affetto della mamma.

Oh! che strazio indicibile

il che muta, senza

pianto, accennò la camera!

Io le dissi: - pazienza!

E entrai: Mariuccio il candido

suo vestitino avea,

e fiori tutt'intorno:

riposarsi parea

dai sollazzi del giorno.


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