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A mia sorella.
I
Ricordi? - ricordiam, sorella, insieme
i giorni scorsi, i giorni omai lontani,
quando, tra il dubïar, fioria la speme
buona nelle nostre alme a render vani
gli assalti del timor, la speme buona
che persüade con accenti arcani.
Vedi, - dicevi -- e la parola suona
tua dolce ancora nella mente mia, -
quest'arbor vedi che tanta a noi dona
oggi messe di frutti e grata ombria?
Che lotta nell'inverno ebbe coi venti,
ebbe coi geli! - ma la stagion ria
passò, ed ecco ai caldi blandimenti
del cielo ingemma, e nuovi fiori e foglie
le rame sue rimettono: - i recenti
frutti la nostra mano avida coglie.
II
Egli.....(io lo vedo - tu lo vedi? - ancora
un tombolino alto così, un batuffo
soffice che di fresco latte odora,
con un musino attonito ed un ciuffo
biondo sul capo; - nebulosa, bruscolo,
larva, ominino, sì, tra il serio e il buffo,
incerto albore come di crepuscolo,
rimessiticcio della nostra pianta,
angelica farfalla in un minuscolo
involucro constretta:) ei tutta quanta
la casa empie di sè: or non c'è più
silenzio ed ombra, c'è qualcun che canta,
qualcun che razza e strilla e corre: tu
dietro a lui trepidando: ei s'accovaccia
come un micino e poi ti fa: cù-cù!
mentre l'arguta paffutella faccia
con le manine morbide nasconde
per poi buttarsi nelle tese braccia
«come l'augello in tra l'amate fronde».
III
Oh, veramente a noi tutti, Giovanni!
In lui quetammo l'anima dolente
nella memoria dei sofferti affanni:
per lui men triste parve la recente,
povera fossa, sopra cui piangea
la nostra Vita sconsolatamente:
per questa nova luce che sorgea
ancora a noi s'illuminava il mondo,
ancora l'avvenir santo arridea,
l'avvenir che venia quel sano e biondo
bimbo per noi tenendo chiuso in pugno....
Di rose che fragar, quel dì, giocondo!
spighiva il grano sotto il sol di giugno,
era nel verde e ne' fioretti opimo
il suolo, e uscian le caste api dal bugno
fervide all' appio, alla melissa, al timo.
IV
Quel ch'era verde e tenero germoglio
fatto oggi è pianta vigorosa e grande:
profonde ha le radici. e al sol l'orgoglio
delle foglie e dei fior libero espande,
dei fiori che una man candida e breve
un dì corrà per farne al crin ghirlande.
Sorella, e allora noi vedrem la neve
sui nostri capi e curveremo, stanchi,
l'anima e il corpo sotto il gelo greve;
ma sorridenti ognor, se a noi non manchi
l'ombria dell'arbor che io amo e tu ami,
a cui trarremo, oimè! tremuli e bianchi,
benedicendo a' suoi novelli rami. -
Ninna-nanna! l'angiol mio
sorridendo chiude gli occhi:
e nessuno me lo tocchi:
l'angioletto mio riposa....