Carlo Malinverni
Sinite parvulos

L'Albero Fiorito

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L'Albero Fiorito

A mia sorella.

I

Ricordi? - ricordiam, sorella, insieme

i giorni scorsi, i giorni omai lontani,

quando, tra il dubïar, fioria la speme

buona nelle nostre alme a render vani

gli assalti del timor, la speme buona

che persüade con accenti arcani.

Vedi, - dicevi -- e la parola suona

tua dolce ancora nella mente mia, -

quest'arbor vedi che tanta a noi dona

oggi messe di frutti e grata ombria?

Che lotta nell'inverno ebbe coi venti,

ebbe coi geli! - ma la stagion ria

passò, ed ecco ai caldi blandimenti

del cielo ingemma, e nuovi fiori e foglie

le rame sue rimettono: - i recenti

frutti la nostra mano avida coglie.

II

Egli.....(io lo vedo - tu lo vedi? - ancora

un tombolino alto così, un batuffo

soffice che di fresco latte odora,

con un musino attonito ed un ciuffo

biondo sul capo; - nebulosa, bruscolo,

larva, ominino, sì, tra il serio e il buffo,

incerto albore come di crepuscolo,

rimessiticcio della nostra pianta,

angelica farfalla in un minuscolo

involucro constretta:) ei tutta quanta

la casa empie di : or non c'è più

silenzio ed ombra, c'è qualcun che canta,

qualcun che razza e strilla e corre: tu

dietro a lui trepidando: ei s'accovaccia

come un micino e poi ti fa: cù-cù!

mentre l'arguta paffutella faccia

con le manine morbide nasconde

per poi buttarsi nelle tese braccia

«come l'augello in tra l'amate fronde».

III

Oh, veramente a noi tutti, Giovanni!

In lui quetammo l'anima dolente

nella memoria dei sofferti affanni:

per lui men triste parve la recente,

povera fossa, sopra cui piangea

la nostra Vita sconsolatamente:

per questa nova luce che sorgea

ancora a noi s'illuminava il mondo,

ancora l'avvenir santo arridea,

l'avvenir che venia quel sano e biondo

bimbo per noi tenendo chiuso in pugno....

Di rose che fragar, quel , giocondo!

spighiva il grano sotto il sol di giugno,

era nel verde e ne' fioretti opimo

il suolo, e uscian le caste api dal bugno

fervide all' appio, alla melissa, al timo.

IV

Quel ch'era verde e tenero germoglio

fatto oggi è pianta vigorosa e grande:

profonde ha le radici. e al sol l'orgoglio

delle foglie e dei fior libero ,

dei fiori che una man candida e breve

un corrà per farne al crin ghirlande.

Sorella, e allora noi vedrem la neve

sui nostri capi e curveremo, stanchi,

l'anima e il corpo sotto il gelo greve;

ma sorridenti ognor, se a noi non manchi

l'ombria dell'arbor che io amo e tu ami,

a cui trarremo, oimè! tremuli e bianchi,

benedicendo a' suoi novelli rami. -

Ninna - Nanna

Ninna-nanna! l'angiol mio

sorridendo chiude gli occhi:

me lo ha dato in dono Iddio,

e nessuno me lo tocchi:

son le gote latte e rosa,

la boccuccia sa di manna.....

l'angioletto mio riposa....


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