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Sovra gli animi si stende come un senso di torpore:
così sulle vette alpine cala un velo di candore.
Tace l'opra: - intorno intorno sta una calma accidïosa;
un nirvana occupa tutto quanto: il mondo oggi riposa.
Il mercante via sollecito non cammina alla bottega;
non ha moto la gualchiera, non ha stridi oggi la sega:
sin nel porto sì frequente pigre posano le navi,
pigre, al palpito dell'onda dondolando lente e gravi;
sin nel campo, che prepara nel suo sen la pingue arista,
non s'aggira il pio bifolco, come suol, pensoso in vista:
tace l'opra: - l'affannosa corsa umana oggi s'arresta:
poi, domani, ancora il rugghio, l'ira ancor della tempesta:
così, mentre il vento tace, posa l'Anima tapina,
poi, l'afferra l'infernale buffa con la sua rapina.
Pure voci cristalline, dolci come un'armonia,
per voi, triste e stanco, l'uomo scorda i crucci della via:
risonate ne' palagi, risonate nelle oscure
tetre ed umide soffitte, cristalline voci pure:
della speme ridestate gli echi spenti e dell'amore,
assopite in noi dell'odio l'empia fiamma e del livore:
da voi sulle anime nostre novo balsamo distilli,
come sopra inaridito fior freschissimi zampilli:
risonate, cristalline voci dei bambini biondi,
voi, rifateci migliori, voi, rifateci giocondi.
Così in notte oscura ed atra, così in tempestoso mare
si rinfranca il buon nocchiero se pia stella in cielo appare:
così in bosco silenzioso vïandante mesto e solo
la stanchezza oblia se il canto scioglie all'aure l'usignolo.
Deh! la vostra luce bella non si spenga innanzi sera,
deh! su voi, bimbi, non rugga mai la perfida bufera;
nè vi tocchi il nostro fango, la sozzura che dilaga,
bimbi, amor di Vittor Hugo, bimbi, amor d'Emilio Praga.
Mentre il ceppo nel camino crepitando arde e sfavilla,
che mai passa del buon vecchio nell'attonita pupilla?
mentre, i piè sovra gli alari, nella comoda s'adagia
poltroncina e con le molle rattizzando va la bragia,
a chi mai sorride il vecchio? che mai vede nelle lingue
fiammeggianti? che gli dice la scintilla che s'estingue?
che gli narra il cepperello, scoppiettando, in suo linguaggio?
Ei rïevoca degli anni suoi lontani il lieto maggio:
e s'affollano le imagini del passato tumultuando:
una dice: - ti ricordi?.... dice l'altra: - un giorno, quando....
e via via passano volti noti e cari e bionde chiome;
sulle labbra tremolanti del buon vecchio freme un nome;
tutto il bel passato, tutta la sua balda giovinezza
gli si affaccia un tratto: - forse, lieto maggio ancor olezza?
Ei sorride e accenna a quelle larve... ahimè! la bragia è spenta:
ei sorride..... accenna ancora.... poi - sospira e s'addormenta.