Carlo Malinverni
Sinite parvulos

Alla «Mamma di Mario»

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Alla «Mamma di Mario»

I

Voi con mano pazïente,

cui l'Amor guida e avvalora,

voi gittate la semente.

Ah! non mai più bella aurora

promettea più lieto giorno

al disio di chi lavora:

e di bel sereno adorno

sulla vostra alma fatica

il ciel splende: a Voi d'intorno

(tal sia sempre, o saggia amica)

sta l'amor santo che tutto

vince «se ben si notrica».

Non sia che il mirabil frutto

mai per furia di passione

cada al suol vizzo o corrutto.

Degno di perfezïone,

quanto lece a mortal cose,

sia d'orgoglio un cagione

a Chi in lui speme ripose.

II

Venne Mario, - e parlò con infantile

grazia al memore amico:

benedetto il messaggio, e la Gentile

che l'invïava con affetto antico.

Parve al cor del poeta quasi raggio,

vivo raggio di sole, il messagero....

benedetto il messaggio,

figlio gentile di gentil pensiero.

Un Parini (al Sommo oggi a me lice

nella ventura, sol, paragonarmi)

offria all'«inclita Nice»

in cambio d'un messaggio incliti carmi.

Sgorga da tenue vena

il rivoletto de' miei versi: - a Voi,

povero d'acque, mormorando appena,

porta il tributo degli umori suoi.

(1900)

III

Porti il nuovo anno nuove gioie al cuore

della Madre, che sa l'ansie e la speme

«guardando nel suo Figlio con l'amore»

ch'ogni altro amor repreme.

In lui, di chi soltanto ella si piace,

trovi la fe' che addolcia ogni lavoro:

tal, vïator in acqua di vivace

fonte trova ristoro.

E il frutice gentil, a cui d'intorno

ella s'adopra con esperta mano,

campeggi alto e di fior mostrisi adorno

in tempo non lontano.

(1904)

IV

Da Voi, Gentile, con vena fluente

deriva il verso, e amor santo di Madre

gli splendor, unito a sapïente

magistero, d'immagini leggiadre.

Lunge da Voi, lunge dal figlio l'adre

nubi ed i giorni del dolor squallente:

il figlio vostro, tra le nuove squadre,

vigoreggi nel queto orto tepente.

Vigoreggi nel queto orto, nel sole

del vostro amor, nell'onda fresca e pia

(insazïato bea) delle parole

vostre che tutta san del cor la via,

come d'alto cadendo un'acqua suole,

risonante con limpida armonia.

V

Tu spiega il volo, allodola

che di t'innebbrii e d'armonia,

trilla e spazia nell'aere

come la giovinetta alma desia.

Io stanco e triste l'ali,

cui falliva la meta luminosa,

ripiego, e te, che sali,

guardo augurando, l'erta dubïosa.

Possa un giorno tu attingere

l'altezza che n'attrae, nella gioconda

e pura luce immergere

l'anima ch'ora s'alza sitibonda.

Della mamma l'amor - l'unico vero -

te sorregge per via.....

io pongo un vivo sovra il tuo sentiero

fiore di pöesia.


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