Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO SECONDO SUSA E SUOI DINTORNI

XV.

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XV.

 

Fui ben grato al cortese Majneri, mentre in mezzo a quell'orrido anfiteatro di picchi e di geli ci sorridevano liete ore nell'ultimo piano del Cenisio, a 2100 metri sopra il livello del mare; e Norberto Rosa usciva a celebrare le trote del lago con questo bizzarro sonetto:

 

Chi vuol saper quanto può fare il caso

Nell'accoppiar due disparate teste,

Qui del Cenisio sulle algenti creste

Venga, e ben tosto ne sarà persuaso.

Vedrà il cantore dalle note meste

Che il Sinaï e il Taborre ebbe a Parnaso;

E il segusin che ritentò le peste

Di quel d'Arezzo che cantò del naso.

Vedrà il primier, in suo pensiero assorto,

Tener sul lago le pupille immote:

Immote sì da disgradarne un morto!

L'altro, in cerca di grilli e di carote,

Correr di qua di per suo diporto,

E più che il lago contemplar le trote!....

 

 


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