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XXII.
«Nasceva la Maddalena Rumiana nella valle di Oulx intorno alla metà del secolo decimosesto, e condottasi a Giaglione, non si conosce in qual anno, si maritò ad un tale Rumiano, che, morto, non le lasciò altro retaggio che il nome.
Inoltrata negli anni, vedova e povera, traeva la misera vita senza trovare chi la confortasse, perchè in Giaglione era tenuta straniera, ondechè il rozzo popolo la fece segno a scherni ed accuse, e dichiaratala strega, a provarla tale non tardò ad inventare argomenti di ogni sorta.
Perlaqualcosa non è maraviglia se le sciagure che travagliavano il villaggio, sia per influenza di atmosfera, sia per altra causa qualunque, fossero tosto attribuite alle sue malìe.
Nembi, folgori, gragnuole, carestie, disastri di pastori, mortalità di armenti, i mali della natura e dell'umanità, si dicevano spesso opera de' suoi tremendi scongiuri. Guai se una casa già mezzo scassinata dagli anni cadeva in rovina! tosto se ne accagionava la Maddalena, che alcuni mesi addietro erasi ricoverata sotto la tettoia. E se mai una sposa sconciavasi, si diceva che la infelice, una domenica entrando in chiesa, s'era imbattuta nella maliarda, che l'aveva sinistramente affatturata.
Crebbero le calunnie a dismisura, ed i maligni, di cui non è mai penuria, sobillando ed infiammando la moltitudine, trasserla a denunciare Maddalena Rumiana innanzi al Santo Ufficio, siccome tenutta per strega et mascha dalla pubblica voce et fama.