Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO SECONDO SUSA E SUOI DINTORNI

XXIV.

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XXIV.

 

«Confessarsi rea o soffrire la tortura - a così diabolico dilemma piegavano non di rado uomini vigorosi; pensate dunque se poteva reggere la Maddalena sfinita dagli anni, dalla miseria e dai patimenti della prigione.

La tortura era per lei il più terribile de' mali; all'incontro la parola misericordia sul labbro de' sacerdoti di Cristo era il più dolce dei beni. E fidente in quella evangelica parola, compiacque la innocente alla barbarie degl'inquisitori, e si disse rea dei malefizi tutti di che l'accusavano; però non senza contraddirsi, nell'assegnare il tempo, le persone ed i luoghi: il che ad intemerati giudici sarebbe bastato a dare indizio che le risposte di lei non erano tanto effetto della reità, quanto della violenza che le facevano.

soltanto disse vere le accuse, ma dimandata se di altri delitti si sentisse colpevole, la infelice narrò come spesso in compagnia di altre streghe, che tutte nominò, si recasse di notte tempo al Rigoletto, ossia al concilio dei diavoli, in una selva del Minareto, o Mollaretto.

Narrò che al Rigoletto si andava per aria a cavalcioni di un bastoncino unto di un misterioso unguento, e che il bastoncino e l'unguento erano a loro dati dal diavolo.

Narrò che calpestato il crocifisso, fu quivi costretta a rinnegare il battesimo e la fede cristiana, la prima volta che andò al Rigoletto; e descrisse i balli, i giuochi e le oscene tresche a cui streghe e diavoli si abbandonavano, intantochè un di costoro, seduto sur un tronco d'albero, batteva un tamburo, facendo to, to, to....

Insomma ripetè le tante storielle di fattucchierie udite sui monti sino dall'infanzia, e se ne dichiarò rea: e a così assurde e fanciullesche confessioni mostravano di aggiustar fede uomini che dicevansi luce del mondo, ministri della giustizia e sostenitori della religione.

Indi ad un mese la Maddalena Rumiana veniva condannata al carcere perpetuo.

Questa fu la misericordia dei padri inquisitori

 

 


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