Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO TERZO DA SUSA AL PIRCHIRIANO

XII.

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XII.

 

In tali guise armeggiando e danzando bizzarramente gli spadeggiatori accompagnano la processione. Il più bello della bizzarra mostra segue sul prato Paravì. Quivi fra il popolo accorrente rappresentano una scena di rivolta contro il loro duce. Egli si difende dai nemici colla destrezza del suo brando, ma solo non può resistere a lungo contro i molti, nei quali pari alla forza è l'ira. Gli è necessità fuggire. Inutile fuga! I ribelli lo inseguono, lo assalgono, e, prostratolo a colpi di spada e con spari di pistola, lo finiscono.

Vittoriosi si guardano l'un l'altro, quasi interrogandosi: cauti s'accostano, origliando, al vinto duca, e fatti certi che più non respira, copertolo di erba sel portano via.

Quindi acclamano un altro signore; e il nuovo duce adorno di purpuree seriche insegne, con lungo cappello guernito di penne nere di struzzo, è onorato da' suoi guerrieri e presentato di fiori da tre avvenenti donne. Gli viene pure offerta la tazza delle feste, che spumeggia di vino, ed egli beve esultante, e getta la tazza che ad altri più non deve servire. Eccolo portato su le spalle dei suoi prodi, colla mano sinistra alla cintola, e due alabarde incrociate strette nella destra, percorre trionfante il paese fra le musiche e le acclamazioni del popolo.

 

 


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