Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO TERZO DA SUSA AL PIRCHIRIANO

XXIII.

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XXIII.

 

Tutto qui è evidenza, tutto verità, se ne levi la corona di piante che il poeta nella foga delle immagini diede alle brulle cime del Rocciamelone, dove è muta ogni vegetazione, può tronco d'albero, filo d'erba germinare.

Carlomagno seguiva i consigli del diacono Martino, per la via da lui calcata mandando un manipolo de' suoi prodi, e secondo Cesare Balbo metteva una schiera per le gole laterali e non guardate di Giaveno (cioè nella parte più meridionale della valle) intorno al Pirchiriano, e così prendeva alle spalle i Longobardi.

Non mi sembra però probabile che i Franchi tenendo la via del diacono, potessero fare il cammino segnato dal Balbo; imperocchè le gole laterali di Giaveno erano le note vie de' Franchi, calcate due volte da Pipino, in ogni dove dai Longobardi affortificate e vigilate; oltrechè Martino, movendo di per recarsi alla Novalesa, avrebbe facilmente incontrato i Franchi, e avuta certa notizia dei regali attendamenti senza travagliarsi per diversi giorni in dubbi e difficili cammini.

Manzoni mi è sembrato più accorto del Balbo segnando il viaggio del diacono Ravennate, nelle balze settentrionali per le valli di Lemmie e di Usseglio, ignote ai Franchi, non abbastanza vegliate dai Longobardi. La valle di Usseglio guida al colle della Croce di Ferro, pel quale con tragitto non lungo a pie' del giogo nevoso del Rocciamelone si giunge alla Novalesa. Di colà scesa una parte dei guerrieri di Carlo Magno, mentre l'altra superava le Chiuse, potè andare ad accamparsi in Giaveno contro i guerrieri del fuggente Desiderio.

Ciò non pertanto il Manzoni con singolare modestia, dubitando della verace via tenuta dai Franchi, nel suo discorso avverte argutamente:

«Forse una visita ai luoghi potrebbe condurre ad una scoperta più concludente. Sarebbe da desiderarsi che alcuno di coloro che si divertono a tribolar il prossimo, e dei quali il mondo non ha mai avuto difetto, pigliasse a cuore questa scoperta; e lasciando per essa le sue solite occupazioni, si portasse sul luogo, ed indugiasse ivi molto tempo in una tale ricerca».

 

 


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