Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO QUARTO DAL PIRCHIRIANO A TORINO

V.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

V.

 

In seguito il prete Clemente mi diede altre singolari notizie, per le quali la società del medio evo mi si presentò non beata, come parve al Rosminiano, ma afflitta da contendenti signorie, che non di rado tinsero d'umano sangue le acque della Dora.

Gettandomi colla mente nel labirinto delle giurisdizioni feudali, ricordai i principali signori di quei dintorni, ed ora noto i nomi di parecchi, che appresi dal conte Cibrario, tanto benevolo all'autore di queste pagine.

I Provana con titolo comitale ebbero in signoria Almese ed Alpignano, e il contado di Caselette fu dei Cauda, poi dei Cays, e quello di Chianocco appartenne ai Grossi ed ai Carignani, e dei Tomatis fu il castello di Chiusa. Chiavrie era dei Somis, che diedero alle lettere italiane un conte, dottissimo filologo, ed Exilles fu dato ai Bertola, de' quali primo conte fu il celebre Antonio, ingegnere, che costrusse le difese di Torino nel 1706. Gli Agnes furono conti di Fénil, di Rosta i Carron, i Niger lo erano di Oulx, di Foresto i Vivalda, e di Val della Torre i Caselette. Di Rubiana erano conti i Chiavarina, di S. Antonino i Pullini, che ebbero un abate, economo generale, ricordato per un bel museo da lui raccolto, ed ebbero un cardinale i Bottiglia conti di Savoulx. Marchesi di Frassinere furono i Bonaudi, e di Giaglione i Ripa, e i Groppello conti di Borgone vantarono un celebre uomo di Stato, cui son dovute le principali riforme economiche di Vittorio Amedeo II. Il feudo di Trana fu dei Gastaldi, Orsini e Gromis. Villarsamarco era feudo dei Mistrotti, e quello di Villarbasso fu degli Ambrosii, d'Angennes, Mistrotti; Pianezza appartenne al conte Martinengo nel secolo xvi; dipoi fu marchesato di donna Matilda di Savoia e de' discendenti da lei; e Reano era contado dei principi del Pozzo della Cisterna, dai quali riconosce la costruzione della gotica chiesa parrocchiale, adorna di bei dipinti. Giaveno fu della Badia di S. Michele, poi feudo di Brichanteau; e i Bertrand di Monmegliano, potenti e prepotenti baroni, cagione di molti travagli agli abati di S. Michele, furono conti del memorabile castello di Brusolo, ove nel 1610 seguì tra il Piemonte e la Francia il trattato, pel quale Enrico IV prometteva a Carlo Emanuele I la Lombardia, alto disegno rotto in allora dal pugnale di Ravagliacco, ma ricomposto e adempiuto ai nostri col trionfo del sangue latino. Baratonia fin dal mille fu capo di un viscontado, ed Avigliana ebbe a signori i Carron marchesi di Santommaso, famiglia che vantò nei secoli xvii e XVIII tre generazioni di ministri, e da ultimo il marchese Felice, storico di nobile ingegno e d'indole preclara.

A questi nomi dovremmo aggiungere altri molti di vescovi ed abati, onde organavasi in Val di Susa il consorzio feudale, frastagliato di tante e sì diverse giurisdizioni, che inceppavano il commercio e le industrie ed impedivano lo svolgimento del vivere libero e civile.

 

 


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License