Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO QUARTO DAL PIRCHIRIANO A TORINO

VI.

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VI.

 

Che strano e disonesto brulichìo di baroni contendenti e contristati vassalli! Il medio evo fu il barbaro trionfo dell'ignoranza armata. Il disordine di que' tempi vien significato dall'istessa irregolare costruzione dell'edifizio, foggiata negl'irregolari picchi del monte; ed io lo vedeva espresso eziandio nelle strane figure intorno ai capitelli ed alle basi così delle ritte che delle ritorte colonne, miscuglio di arte romana e gotica, fatto più bizzarro dai ristauri di età posteriori. Visitiamo la Badìa a parte a parte. Facciamoci intorno all'enorme pilastro che ricorda quelli d'Egitto, e regge le vôlte principali dell'edifizio; saliamo e scendiamo nei tortuosi angusti andirivieni del monistero, per le alte scale intagliate nella roccia, sotto gli archi della chiesa, de' corridoi e delle grotte, qui fra lapidi impresse di gotici segni e di stemmi gentilizii, fra teschi accatastati e fra cadaveri ritti entro nicchie, semicoperti da cenci, ed abbracciati alla croce, mummificati dal vento del Moncenisio, che perpetuo percuote quelle vette; e fra tanto sacro orrore sentiremo nell'animo il peso dei tempi feudali.

Che dirò d'una sera che, rischiarato da fiaccole per l'ampia scalinata, fra sepolcri e scheletri tornai ad affacciarmi alla mirabile porta del vestibolo, per cui si sale al tempio? Colonnette di marmo a diversi colori, attortigliate, cilindriche, ottangolari con base e capitello di varia foggia reggono quella singolar porta a tutto sesto, adorna di fregi e meandri in basso rilievo intagliati con ogni sorta di vezzi e fiori intrecciati, e coi dodici segni del zodiaco ne' pilastri. Ai quattro angoli d'una base di colonna sono scolpiti quattro grifoni, e ai quattro angoli d'un'altra base quattro leoni, di cui l'uno morde la coda all'altro. In un capitello sono raffigurate aquile, che afferrano un cerchio, in altri veggonsi uomini furibondi che si accapigliano, e serpenti che si avviticchiano ai martoriati, lor dando di morso, come i serpenti punitori dei ladri nell'inferno dantesco. Che più? Uno de' capitelli rappresenta Caino in atto di uccidere Abele, e in un altro si vede Sansone scrollante le colonne del tempio. Io riguardava pieno di stupore. La luce delle fiaccole balenava nelle mummie, nelle lapidi e nelle simboliche figure delle colonne; ed io fantasticando che mai significare potesse quella gran porta abaziale. Qual fosse il concetto dell'artista del medio evo non saprei dire; ma io poeta nelle sculture della porta immaginai rappresentate le discordie e le prepotenze della barbarie; e vidi il Caino del feudalismo che prostrava il misero popolo, l'Abele della borgata; e nel Sansone caduto fra le rovine del tempio de' Filistei io vedeva il feudalismo sfasciarsi fra i combattuti castelli e le ire dei vassalli.

 

 


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