Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO QUARTO DAL PIRCHIRIANO A TORINO

IX. I Rosminiani.

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IX.

 

I Rosminiani.

 

Il sodalizio della Carità fondato dal Rosmini, ed approvato dalla Chiesa l'anno 1839, sarebbe de' più possenti nella cristianità, qualora simili instituti fossero ancor piante da rifiorire ai nostri.

I Rosminiani non sono monaci frati, ma sacerdoti regolari che possono dedicarsi alla vita contemplativa, e, chiamati, applicarsi alle missioni ed agli spedali, all'aiuto de' parrochi, all'educazione del popolo, insomma al più ampio esercizio della carità. E perchè nessuna legge circa i beni ecclesiastici potesse pregiudicarli, accortamente il Rosmini ordinava che il sodalizio della Carità fosse congregazione di privati sacerdoti, ciascheduno dei quali vive del proprio. Finchè vien tutelata la proprietà dei cittadini, sarà pure inviolata quella dei sacerdoti Rosminiani, i quali sono poi tra loro vincolati a dare ciascuno le loro rendite all'istituto e vivere insieme.

- E quando alcuno di voi cessi di vivere, a chi spetteranno i suoi beni? domandai ad un Rosminiano.

- Egli avrà testato in favore d'un altro Rosminiano.

- E se l'erede si scioglie dai patti rosminiani ed abbandona la casa della Carità?

- Lo potrà fare, ma pensi alla sua coscienza.

Niccolò Tommaseo nel settimo anniversario dalla morte di Antonio Rosmini così parlò dello Spirito della sua istituzione. «Una delle prove del noviziato era l'assistenza agli infermi per lo spazio d'un mese almeno. E il Rosmini intendeva fondare un collegio di medici, per rendere filosofica insieme e religiosa la scienza, da tanti fatta men che mestiere. Il suo Istituto ammette coadiutori nelle arti meccaniche; così come ingiunge le missioni lontane: ed egli, stendendo alla grande regione dell'India il suo pensiero, desiderava trovare uomini che s'addentrassero nella filosofia de' Bramani per guadagnarli alla verità con l'aiuto della civiltà loro propria, intanto che altri per vigore di carità solleverebbero dalla natìa depressione i poveri Paria. Voleva imparassersi le lingue de' vari paesi; e in ogni cosa e luogo trattassesi principalmente con coloro da cui si possa imparare. Richiedeva l'esercizio del dire improvviso, non solamente per predicare, ma e pe' colloquii e per le scuole: le quali apriva e festive e notturne a uso dei poveri; e a' maestri degli elementi dava per protettore il Calasanzio; e diceva che dovess'egli accettare una cattedra, la pedagogia presceglierebbe alla stessa filosofia. Scelta insieme e umile e sapiente».

Il sodalizio della Carità, più che fra noi, è diffuso in Inghilterra e vien rispettato da quanti ne conoscono i seguaci. Io ne conobbi parecchi, che nobilmente operano e pregano su le rive del Verbano presso il sepolcro del loro celebre fondatore, e sul Pirchiriano intorno ai sepolcri dei Principi Sabaudi.

Quelli della Sagra di S. Michele insegnano gli elementi delle lettere ai poveri fanciulli del villaggio di S. Pietro, provvedendoli di libri e di pane, ed aiutano i parrochi dei paesi circostanti nell'evangelico ministero. Accompagnandomi intorno alla Badìa mi ricordavano gli antichi monaci dissodatori d'incolti terreni. Anche i Rosminiani convertirono ermi luoghi in ameni pensili giardini, ricreati da frequenti zampilli di acque ed allietati da rose, mirti ed allori, da platani, cedri e quercie, e da vigneti, che sospendono i loro grappoli fra l'edera di negre roccie, ed attestano il vigore della vita innanzi a caverne, crani e croci.

 

 


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