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Il cappellano di Ranverso, Luigi Quartino, era andato al paesello Rosta, e non appena tornato mi riconobbe festivamente per il poeta di cui aveva udito i versi improvvisi nel verno del 1837, alunno nel seminario di Nizza.
Quel bravo sacerdote volle essermi guida su per l'ampia scala, e ne' corridoi del grandioso monistero, ed introdottomi nelle sue stanze mi aperse libri e notizie manoscritte da lui raccolte, importanti alla storia del luogo; e mostrommi la lista araldica di cinquanta stemmi di maestri ed abati dell'Ordine Antoniano, ch'egli fece trarre dalle pareti del chiostro e colorire con molta diligenza.
Io ne segnai gli appunti in un quaderno di memorie, e già sulla soglia della piccola sua biblioteca io stava per uscire col cappellano e visitare la chiesa, quando m'imbattei a faccia a faccia con un prete francese, che già aveva conosciuto a Lione dal 1838 al 39, fra i più venerati e dotti amici dell'Ozanam, cui andiamo debitori di rare opere di letteratura storica e religiosa.
Deggio tacerne il nome per obbedire alla soverchia sua umiltà e modestia.