IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
L'edera si abbarbica nell'arco della porta che mette al sotterraneo, e nel piccolo piano che vi sta innanzi, un antico albero di noce, ed acacie e cipressi sorgono intorno alla colonna, in cui si legge: A Maria Bricca.
L'avvocato cagliaritano, Giuseppe Orano, giovane di fervido ingegno e di molto zelo negli studi, che si aggirava a diporto in que' dintorni, erasi aggiunto alla nostra compagnia nei viali del parco, e con noi entrato nei sotterranei; ond'io innanzi alla colonna memoranda, voltomi al conte, dissi:
- Caro Mariano, tu che, qui dimorando, sai meglio di me il fatto glorioso di Maria Bricca, narrane, ti prego, i particolari a questo giovane sardo, il quale, nell'udire da te le imprese dell'eroina di Pianezza, ricorderà volentieri quelle della eroina di Sardegna, Eleonora di Arborèa.
- Ben volentieri, rispose il conte Mariano, mentre il giovane sardo gli faceva atti di ringraziamento.
Sedemmo dunque sul poggio erboso dirimpetto all'ingresso del sotterraneo, e il conte guardando alla colonna, così parlò:
- Il castello di Pianezza non solo rammenta alle donne italiane un raro modello di beltà, di grazia e di virtù nella marchesa Adele Lascaris-Cavour, ma eziandio un patrio esempio di magnanimo ardire in Maria Bricca.
Nel settembre del 1706, i Francesi stringevano d'assedio Torino. Pietro Micca col suo sacrificio aveva dato un crollo alla gallica baldanza, mentre Vittorio Amedeo e il principe Eugenio apparecchiavano il pieno trionfo de' Subalpini. Tuttavia i Francesi imbaldanzivano presso la città, e una loro squadra di cavalleria, occupando questo castello, sollazzavasi in banchetti e danze.
I soldati piemontesi, vigili sulla riva opposta della Dora, per cacciare i nemici da Pianezza si affidarono agli accorgimenti di Maria Bricca, vecchia contadina del luogo, devota a Casa Savoia, pratica delle vie occulte del castello, e pronta ai rischi della guerra.
La sera del 5 settembre era gonfio il fiume, onde gli ufficiali francesi, non sospettando che i soldati piemontesi ardissero valicarlo, sicuri d'ogni pericolo, facevano insolita baldoria. Maria Bricca vide essere quello appunto il momento propizio all'impresa, e, datone avviso al campo degli Italiani, tosto, protetti dal silenzio della notte, furono a lei cinquantacinque de' nostri granatieri armati.
Maria, con in mano una scure, chetamente li condusse nei sotterranei, innanzi cui ci troviamo a ragionare di lei. Quindi, accese alcune fiaccole, per riposti anditi e scale segrete li guidò alla chiusa porta del loggiato superiore che metteva alla gran sala da ballo. A colpi di scure la scassinò, e bentosto fu dentro coi granatieri, gridando: Viva Savoia! I danzanti sbalorditi alla prima credettero che fosse una scena da teatro; ma al ripetuto grido di Viva Savoia! si avvidero di essere in cospetto di una nuova Giuditta, e indarno tentarono resistere ai gagliardi assalitori. Maria Bricca e i bravi nostri granatieri furono addosso ai Francesi e li costrinsero ad arrendersi. Furono fatti prigionieri sonatori e ballerini, due generali, ottocento uomini fra sotto-ufficiali e soldati; bandiere, artiglierie e vettovaglie del nemico caddero in potere de' nostri. Dopo tre giorni, la gran battaglia di Torino mise il colmo al nostro trionfo, al quale contribuì grandemente l'animosa Maria Bricca coi cinquantacinque granatieri piemontesi. -
Il giovane sardo, lieto di questo racconto, a me indirizzandosi, sclamò:
- Signor professore, questa Maria Bricca è dunque famosa come la Eleonora d'Arborèa, in onor della quale ella promosse l'Accademia letteraria nell'università di Cagliari?
- Non tanto, gli risposi. Maria Bricca di Pianezza deve essere annoverata colla Segurana di Nizza, colla Cinzica di Pisa, con Beatrice di Luserna e la Stamura di Ancona, e con altre valorose che giovarono alla salute della patria. Ma Eleonora, la celebre giudicessa di Arborèa, legislatrice e condottiera di eserciti, ed esempio magnanimo di carità cittadina, è la donna più gloriosa che splenda nelle Storie d'Italia.
Ogni madre dovrebbe tenere l'effige di Eleonora nel luogo più cospicuo della casa, e proporla ad insegnamento della famiglia. Quando gl'Italiani, facendo atto di bella fratellanza alla Sardegna, concorreranno con offerte ad erigere sulle rive del Tirso in Oristano il monumento alla celebre eroina, io proporrò che nella marmorea base si abbiano a ritrarre in basso rilievo, quasi in ossequio ad Eleonora, parecchie altre illustri donne d'Italia che cogli accorgimenti politici e militari onorarono la nazione; e prime fra queste la regina Teodolinda, la contessa Matilde, la Segurana, la Cinzica, la Stamura, Beatrice di Luserna e Maria Bricca, che snidò gli stranieri dal castello di Pianezza. -
Il giovane sardo si mostrò contento alla mia proposta, e il conte Mariano mi strinse la destra con segni di approvazione.