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XIII.
La Dora è il caro fiume di Val di Susa, del quale ho seguito
il corso dalle fonti alla foce.
La Dora Riparia, che si versa in Po presso Torino, diede il nome alla quarta sezione della città, e rammenta come da lunga stagione fosser riposte le speranze d'Italia nella sua metropoli e ne' suoi magnanimi Sovrani. Infatti cinque anni innanzi al memorando assedio di Torino, cioè nel 1701, nasceva al Duca Vittorio Amedeo II quel Principe di Piemonte che fu poi il Re Carlo Emanuele III. Alla nascita di lui il bolognese poeta Eustachio Manfredi, che fu italiano di cuore come raro di mente e di dottrina, infiammavasi di sante speranze, e così cantava quella nascita con fausto vaticinio:
Vidi l'Italia col crin sparso, incolto,
Colà, dove la Dora in Po declina,
Che sedea mesta, e avea ne gli occhi accolto
Quasi un orror di servitù vicina.
Nè l'altera piagnea; serbava un volto
Di dolente bensì, ma di reina;
Tal forse apparve allor, che il piè disciolto
A i ceppi offrì la libertà latina.
Poi sorger lieta in un balen la vidi,
E fiera ricomporsi al fasto usato,
E quinci, e quindi minacciar più lidi;
E s'udìa l'Appennin per ogni lato
Sonar d'applausi, e di festosi gridi:
Italia, Italia, il tuo soccorso è nato.
Nè il poeta al postutto s'ingannò. Se Carlo Emanuele III non fu il soccorso d'Italia, lo è ben oggi un Sabaudo, lo è Vittorio Emanuele II.
«Italia, Italia, il tuo soccorso è nato».
Ritornando alla Dora, al più ragguardevole di tutti gl'influenti superiori dei Po, dirò che poche acque sono recate a tanta utilità come le sue, sia per molini ed altri opificii, sia per irrigazione di campi; imperocchè l'arte di condurre questi canali era già molto innanzi in Piemonte in tempi lontani dai nostri, ove si considerino le tante derivazioni della Dora Riparia, e si confrontino i vari tempi delle sovrane concessioni. Fra Collegno e Torino sono le derivazioni che recano l'acqua alla città, e che servono alla fabbricazione delle canne da fucile, e di altre armi da guerra, alla preparazione delle polveri, ai molini civici, di cui 28 ruote idrauliche apprestano il pane ai cittadini e a' forestieri. Un altro canale, tratto dalla sinistra del fiume sotto a Torino, serve alla fabbrica de' tabacchi e della carta ne' vasti edifizii del Parco.
La Dora Riparia a Torino si valicava sopra un meschino ponte di legno sorretto da pile di mattoni. Regnando Carlo Felice (1823), nacque il pensiero di far cavalcare quel fiume da un ponte di pietra, che rendesse fede dell'avanzamento dell'arte in Piemonte; e fu recato ad effetto nel 1830.
L'ingegnere Carlo Mosca, oggi Senatore del Regno, lo architettò e lo condusse a buon termine, illustrando la sua patria e sè stesso con quell'opera insigne. Passate le piazze Milano ed Emanuele Filiberto, si entra nella via per cui si valica il fiume sul mirabile ponte d'un solo arco di cerchio con 45 metri di corda e 5,50 solamente di saetta. Miracolo dell'arte, che l'intelligente cerca ed ammira, perchè mole sì bella e di tanto ardimento è della massima solidità.