Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO QUINTO TORINO

XVIII. La Societa' promotrice delle Belle Arti e il Circolo degli Artisti.

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XVIII.

 

La Societa' promotrice delle Belle Arti e il Circolo degli Artisti.

 

Fra tanto fervore di nobili ingegni opportunamente nel 1842 in Torino fu costituita la Società promotrice delle Belle Arti che ha per iscopo di eccitare fra gli artisti una lodevole emulazione, di propugnare le notizie delle loro opere, e di aiutarne lo spaccio, acquistandone in proporzione dai fondi sociali. A tal fine nella primavera d'ogni anno essa apre una pubblica esposizione di lavori di Belle Arti.

Promotore e primo presidente della Società fu il conte Cesare di Benevello, amante e cultore appassionato della pittura, a cui succedette altro mecenate, il marchese Ferdinando di Breme. Promotore insieme col Benevello, e, a buon diritto, segretario primo di essa fu il Paravia; ed ora, sette volte rieletto, segretario della Società è il cav. Luigi Rocca, nome gradito, che s'incontra spesso quando in Torino si principia e s'incoraggia un'opera buona ad onorare gl'ingegni.

La Società andò mutando seggio, ed ora ha stanza accanto al Teatro Scribe, in via della Zecca, nel proprio palazzo, acconciamente architettato dal cav. Mazzucchetti.

Chi desiderasse conoscere i particolari della Società narrati con brio ed eleganza, legga le storiche pagine che Luigi Rocca nel novembre del 1864 mandò innanzi all'Album offerto a tutti i benemeriti che contribuirono all'erezione dell'edificio per le esposizioni di Belle Arti.

Qui dunque si trovano gl'incoraggiamenti e gli onori di che altre famose città italiane furono larghe agli artisti, non però le villane gelosie e le cupe ire che in altre contrade disonestarono le scuole dell'arte.

Sulla Dora non trovate, come su l'Arno, morto di ferro un Masaccio, non un Torrigiani che d'un pugno schiaccia il naso al Buonarroti, i contrasti di Baccio Bandinelli col Cellini. Qui non si ha a lamentare, come sulle adriatiche lagune, Andrea del Castagno che colpisce Domenico Veneziano per frodargli il segreto della pittura ad olio; , come a Bologna, si incontra un Calvart, che villanamente contristò la giovinezza del Domenichino; si ha a deplorare una Elisabetta Sirani, amorosa imitatrice di Guido Reni, morta di veleno nella verde età di ventisei anni. Qui, come a Napoli, le ribalderie dello Spagnoletto e del Correro non intristirono mai i dell'arte; non si attossicarono i loro conviti, siccome avvenne al Baroccio in Roma; , come a Genova, fu mai veduto per orrende gelosie un Pellegro Piola perir di pugnale.

Ai cultori dell'arte divisi e discordi altrove, in Torino rispondono cultori uniti e concordi col Circolo degli Artisti, unico in Italia.

Torino ha l'Accademia Filarmonica e la Filodrammatica, la Società del Tiro a segno, la Società Ginnastica, la Ippica, quella dei Pattinatori, e quelle dei Canottieri, instituzioni dilette ed utili, ma fra queste la più fiorente è il Circolo degli Artisti.

Nel 1854 il cav. Felice Biscarra, tornato da un viaggio per l'Europa, narrò all'avvocato Luigi Rocca e ad altri eletti amici la soddisfazione da lui provata nel visitare in lontane regioni i Circoli degli Artisti, e quelli in ispecie di Brusselle e di Ginevra.

Sorse il desiderio di vederebella ed utile instituzione anche in Piemonte, imperocchè le nobili idee fra questo popolo si volgono in atto con rara e pronta felicità, al pari de' semi che sparsi in terreno acconcio non tardano a germogliare, fiorire e dare frutti abbondanti.

Il Biscarra e il Rocca applicarono tosto la mente a comporre gli statuti tratti da quelli del Belgio con altri più adatti all'indole nostra, e fu dato principio con venti soci alla novella instituzione del Circolo che proseguì con ottanta, e, costituitasi con cento e venti, giunse ad avere ottocento fratelli adunati sotto il libero stendardo delle Belle Arti.

Il Circolo degli Artisti è presieduto dal Comm. Galvagno, uomo di probità antica; e trovasi in via Bogino nel magnifico palazzo Graneri, ora del generale Sonnaz, l'eroe di Montebello.

Quivi sono frequenti le adunanze con musiche e balli e con mostre di Belle Arti; e non ha guari, nella sera del 16 novembre 1865, il Circolo fra canti e suoni accoglieva festosamente il Re e la Regina di Portogallo insieme colla nostra Real Famiglia nella memorabile aula, ove ai tempi di Vittorio Amedeo II, fu celebrata la pace conclusa tra Francia e Piemonte, con banchetto splendidissimo, a cui sedevano i marescialli francesi e il Principe Eugenio di Savoia.

Il biondo Re lusitano, che amorosamente coltiva la musica e la pittura, e che lasciò in Torino ricordi grati del suo patrocinio agli artisti italiani, volle cortesemente dichiararsi fratello di quella artistica famiglia, e porre fra i soci il suo nome, fulgida gemma alla corona del Circolo, onde prova il Piemonte che qui la concordia civile preparò l'alleanza degli artisti insieme coll'unità nazionale.

 

 


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