Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO QUINTO TORINO

XXXI.

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XXXI.

 

Il busto del marchese Tancredi Falletti di Barolo, ch'ebbe tanta parte alla erezione di quel funebre edifizio, ammirasi nella chiesuola del Santo Sepolcro annessa al cimitero, dove si giunge per ombroso viale e si entra per due cancelli.

Al limitare di quel campo di riposo leggesi la iscrizione del Boucheron che conforta nella fede i visitatori: Locus religiosus ossibus revicturis ad quietem datus. Alta croce di pietra su d'un rialto, centro a quattro viali di cipressi, s'alza nel mezzo del campo. Gli corre intorno un muro adorno di lapidi e sculture entro nicchie e cappellette, in faccia alle quali stendonsi altrettante aiuole ove stanno i sepolcri di privata proprietà; e tutta la parte centrale del cimitero è occupata dai sepolcri comuni.

Non bastando però quello spazio ai rapidi trionfi della morte, il Municipio torinese provvide all'ampliamento, e ne affidò la cura all'architetto Carlo Sada. Fu aggiunto al Camposanto in forma di parallelogramma un maestoso ordine di portici diviso in duecento sessantanove arcate con edicole e cappelle acconcie ai monumenti. Catacombe sono incavate sotto i portici, e fra questi e le vie occupato è lo spazio da sepolture private e da marmi storiati.

In quel regno della morte i recinti destinati alle diverse professioni religiose sono congiunti da una muraglia comune, espressione della carità che tra fiori e cipressi accoglie amorosamente insieme tutti i figli dell'uomo.

Visitando i chiostri della necropoli torinese ammirai un Panteon dell'arte italiana che desta patrie memorie coi nomi piamente scolpiti ne' marmorei monumenti.

Colà sono sepolti statisti e guerrieri che lamentiamo sempre come recente sventura della nazione, Barbaroux, Pinelli, Santa Rosa, Gioberti, Bava, Poerio, Siccardi, Maestri, La Farina, ed Emilio e Alfredo Savio, che, fratelli di sangue eroicamente versato in Ancona e Gaeta, hanno comune la tomba.

Sono sepolti uomini, i cui ammaestramenti educarono la presente generazione: Boucheron, Biscarra, Buniva, Martini, Genè, Paravia, Plana e Riberi.

Sono sepolti poeti e scrittori, le cui pagine onorano la nostra letteratura, Grassi, Berchet, Pellico e Bertolotti.

Vi sono sepolte care persone che ci erano congiunte per corrispondenza di gentili e generosi affetti.

Mi sentii bagnar gli occhi di pianto quando incontrai il nome della contessa Ottavia Masino Borghese di Mombello, leggiadra letterata e , nelle cui sale si adunavano artisti e scrittori, fra i quali io le intitolava un cantico della mia giovinezza.

Mentre mi andava tergendo le lagrime, altro argomento di pietà venne a stringermi il cuore innanzi all'arco indicato dal numero 100. Io guardava alla sepoltura che il conte Luigi Cibrario apparecchiava a ed a' suoi più cari. Colà rimpianta giace la ornata consorte del venerato amico, Teresa George, dal cui nome esordirono queste povere mie pagine.

Sospirai amaramente guardando al cielo, e andai sul sepolcro della famiglia Prever a confortarmi nella Speranza, mirabile statua del Vela.

 

 


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