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Il buon Giacomo mi dimandò della mia patria e del mio nome, e donde venissi e dove andassi; ed io, soddisfatto che l'ebbi in ogni sua domanda, entrai alla mia volta ad interrogarlo della sua vita e della sua famiglia.
- Un po' di bene e un po' di male, qui come in tutto il mondo, - mi rispose egli traendo un sospiro. Indi soggiunse:
- Grande è l'emigrazione da questi monti e da Cesana istessa, poichè son finiti i lavori campestri. A me, padre di cinque figli, resta la compagnia di quest'una, che nel verno viene meco col gregge nei piani di Torino, e nella nuova stagione meco risale queste alte montagne.
Dei maschi, uno insegna a leggere e scrivere in un villaggio della Savoia, un altro è quell'arrotino che bene spesso fa udir la sua voce per le vie di Susa; il terzo campa la vita e raggranella qualche soldo con due suoi compagni, mostrando la lanterna magica per città e ville al suono della ghironda e delle nacchere. Il più giovine lavorava con molto utile nelle officine di Marsiglia; ma nel quarantotto, saputo di Carlo Alberto che avea intimato guerra al Croato: sono italiano anch'io! sclamò con tutto l'ardore dei suoi diciott'anni; e, lasciata Francia, corse a raggiungere i fratelli d'Italia sui campi lombardi, combattendo da soldato valoroso nella buona fortuna e nella cattiva.
- Ed ora?
- Ora è di sua sorte più che tutti contento nelle file del nostro esercito, con sul petto la medaglia al valore militare, non senza speranza di cambiare tra poco i galloni del sergente con gli spallini dell'uffiziale.
- Ma, ditemi: vostro figlio, prima di farsi soldato d'Italia, non venne a vedervi?
- Venne.
- E gli deste il paterno consenso?
- Padre! vado a combattere per la patria, per l'Italia! - mi disse. - Mi ricordai che avevo militato anch'io, e per una causa men santa; alzai la mano e lo benedissi.
- Oh degno padre di un degno figlio! Ma, ditemi ancora: dove e quando avete voi militato?
- Sotto il primo Napoleone (e ne additò il ritratto), nel cento undecimo reggimento, siccome lo attestano quella vecchia sciabola e questi bottoni qui del giubbetto, staccati dall'uniforme ch'io indossava nell'ultima rassegna del maresciallo Davoust dopo la fatal campagna di Russia.
Fra questi parlari la folgore serpeggiava innanzi al finestrino della capanna, ed i tuoni romoreggiavano sempre più, quasi che volessero schiantar la capanna dalle fondamenta.
Fremono i tuoni e pioggia accolta in gelo
Si versa e i paschi abbatte e inonda i campi,
Schianta i rami il gran turbo, e par che crolli
Non pur le querce, ma le rôcche e i colli.
(Tasso).
Io mormorava cotesti versi, ed il buon vecchio levatosi da sedere volse gli occhi alla immagine di Maria; e stesa la callosa destra prese il rosario, e, baciatolo, mormorò una preghiera e versò qualche lagrima.
Lucia, vedendomi intento a quell'atto religioso, mi disse:
- Il padre stringe il rosario, che la cara madre avea fra le mani, quando morì in questa capanna, pregando per noi. Quell'immagine e quel rosario sono il nostro scampo nelle disgrazie. Ah! vedete come già cessa lo scrosciar dei tuoni e il diluviar della pioggia?
Veramente il cielo si abboniva; ond'io ringraziai l'uno e l'altra delle amorevoli accoglienze, uscii colla guida per affrettarmi a Cesana, dove giungemmo in capo ad un'ora sotto luminoso arcobaleno, che, coronando la capanna del pio pastore, dalle falde del Chiabertone alle acque della Ripa mirabilmente si distendeva.