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X.
Oulx.
- Peccato che il commendatore Des Ambrois sia già tornato alla metropoli, mi disse in lingua francese l'ostessa, presso la quale in Oulx io avevo preso stanza. Egli sì che saprebbe informarla per filo e per segno delle condizioni antiche e moderne del nostro paese.
Mi dolsi con la mala mia stella d'esser capitato troppo tardi, e feci di procacciarmi da me le notizie che mi abbisognavano.
Oulx, capo-luogo di mandamento con 1400 circa abitanti, sede d'illustri famiglie, decorato dai re di Francia del titolo di città, Oulx ha un'antica torre merlata, una chiesa a Maria, dove è tradizione sorgesse un tempio a Minerva; e, fuori dell'abitato, la deserta Pieve di San Lorenzo con vasta amena pianura, a cui giunsi per un ridente viale di frassini, e fra musiche di zeffiri e di acque correnti.
I monti circostanti racchiudono nel loro seno ricchezze metalliche, mentre al di fuori sono ricchi di vegetazione, e la Dora a breve distanza dal paese, verso tramontana, passa sotto il ponte dell'Angelo Custode e viene ingrossata dal Bardonecchia e da altri minori torrenti, che scorrono fra giardini e verzieri.
Oulx ebbe pur già un tempio a Marte, erettovi dai Romani, che a quello Iddio attribuivano la loro fortuna nel valico delle Alpi e nel soggiogarne gli abitatori.
L'Ad Martis fanum, poscia Villa Martis, vogliono alcuni che abbia dato origine alla denominazione di Plebs Martyrum, con cui era distinta la Pieve di San Lorenzo. Secondo altri, e par meglio, tale denominazione si ha a trarre dal martirio soffertovi da S. Giusto e da altri romiti fra le scelleratezze dei Saraceni, che nel decimo secolo misero a ferro e fuoco ogni più santa cosa in queste regioni.
La Pieve dei Martiri, venerata in ispecial modo per la memoria di S. Giusto, acquistò viemaggior fama presso i credenti, quando un soldato francese per nome Stefano narrò a Landolfo, vescovo di Torino, che, in visione, gli era stato mostrato il luogo dove giacevano le sante ossa del martire; onde i divoti inchinarono subito S. Giusto nel corpo trovato da Stefano nella Pieve, avvegnachè altri non senza buoni argomenti il contrastasse; e crebbe poi il loro fervore in Susa, allorchè le sante reliquie vennero deposte nella basilica a tal uopo edificatavi dal marchese Manfredi, e dotata di un dovizioso monistero.
Nella Pieve dei Martiri un sacerdote per nome Gerardo instituì una regolare congregazione di canonici agostiniani e ne fu egli il primo preposito. Questa congregazione, mantenendo viva la fede in S. Giusto, crebbe in ricchezze e privilegi, che, siccome suole avvenire, partorirono ambizioni, discordie e scandali senza fine. Basti dire che il clero dell'Abbazia Susina di S. Giusto, insofferente dei canonici agostiniani di Oulx, corse colà con molti armigeri pieni di fanatismo, e costrinse il preposito alla fuga.
Ma lasciamo al Cartario ulciese e al dizionario del Casalis queste luttuose memorie di ecclesiastiche gare, che la cresciuta tolleranza e civiltà de' tempi condanna.