Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO PRIMO DAL MONGINEVRA A SUSA

XII.

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XII.

 

In sul mezzo del passato secolo, il trattato di Aquisgrana rappacificava l'Europa tant'anni travagliata dalla guerra per la successione al trono di Spagna.

«I popoli respiravano, ma tutti dicevano che non portava il pregio che si spandesse tanto danaro, si spargesse tanto sangue, si accumulassero tanti dolori per lasciare poi le cose ad un dipresso com'erano prima. Ma i popoli non avvertivano (avverte il Botta, da cui togliamo queste giudiziose parole), che quando s'infiammano gli sdegni guerreschi, e' non si calmano se non dopo le solite evacuazioni

Checchè sia di ciò, certa cosa è, come nota acconciamente il Denina, che la vittoria riportata dai Piemontesi sui Francesi al colle dell'Assietta, e la risoluzione di Carlo Emanuele di ricevere in isposa di Vittorio Amedeo Duca di Savoia la primogenita delle infanti di Spagna, conferirono molto al riassetto delle condizioni d'Europa.

Ed ecco in quali contingenze e sotto quali auspici l'abate Regis dettò questa epigrafe:

 

HAC IN PROVINCIA

BELLUM VICTORIA PEREGIT

PACEM HYMENÆUS PERENNEM

AUSPICATUR

ANNO MDCCL.

 

Nelle quali brevi parole sono maestrevolmente toccati i quattro importanti avvenimenti che alla posterità volevano essere ricordati.

Bellum Victoria peregit. - La gloriosa giornata dell'Assietta che fe' cessar le armi.

Pacem hymenæus perennem. - L'imparentarsi delle corti di Spagna e di Piemonte che suggellò la pace d'Europa.

Se non che l'abate Regis, se fu buono epigrafista, fu però cattivo profeta.

Strana coincidenza! Nel vestibolo del già ricordato civico palazzo di Susa, di riscontro appunto alla lapide del Regis, se ne conserva un'altra, nella quale la città di Susa, memore forse di essere stata la sede del Re Cozio e della Contessa Adelaide, così si esprime a nome di tutto il Piemonte:

 

LA NAZION PIEMONTESE

DEBITRICE DELLA SUA LIBERTA'

ALLA REPUBBLICA FRANCESE

LE GIURA

SUA ETERNA RICONOSCENZA

LI 16 FRIM. AN. VII. REP. I DELLA LIB. PIEM.

 

Tanto è! Si sperò che il trattato di Aquisgrana e l'augusto imeneo festeggiato nella Pieve d'Oulx sarebbero stati auspici di una pace perpetua, pacem perennem!

A mostrare quanto siano corti gli intendimenti umani, ecco sopravvenire in meno di mezzo secolo la rivoluzione francese, che abbattendo troni, lacerando trattati e creando repubbliche, non lascia sussistere di tanti vaticinii che la fallace epigrafe ed il ramoso tiglio al cui rezzo io meditai e scrissi.

O vecchi Ulciesi! venite a riposare le stanche membra all'ombra del caro tiglio.

O giovanetti e giovanette Ulciesi! venite ad intrecciar caròle intorno al mio tiglio, e inaffiatene il ceppo e coronatene i rami colle vostre mani: imperciocchè il tiglio secolare della deserta Pieve di S. Lorenzo, ben più che una pianta, è un volume di storia patria.

 

 


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