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XIII.
Fuori di Oulx, varcata sul ponte ventoso la nostra Dora, passai nel villaggio di Salbertrand innanzi ad antica chiesa, sulla cui facciata in forma colossale è dipinto S. Cristoforo, e ben tosto giunsi al pittoresco torrente Galandra che, sui gioghi di S. Colombano, fra noci, castagni e vigneti, presso un piccolo forte, chiave della fortezza principale d'Exilles, in belle cascate schiuma e biancheggia, e, traversata la via, per forre e voragini va a versarsi nella Dora, giù nel fondo a Valle-Fredda.
Eccoci ad Exilles, dove in forma di nave da guerra ci si presenta irta di artiglierie la fortezza poderosa, che mutando signoria, fu più volte distrutta e ristaurata, contesa fra potenti vicini con prove ostinate di virtù militare. Questa fortezza, e i luoghi circostanti fino al Monginevra, appartenevano nel secolo XI ai Conti di Torino, chiamati nelle cronache Marchesi di Susa; indi furono occupati dai Conti d'Albon, che chiamaronsi più tardi Delfini, finchè nel 1713 il trattato di Utrecht fece ragione alla Casa di Savoia, e le assicurò quell'antico retaggio de' suoi maggiori.
Provai gioia nazionale aggirandomi fra soldatesche e suoni di tamburi e di trombe sovra i ponti levatoi, sotto gli archi e pei quartieri di quel castello, che nel mezzo della valle veglia sentinella gagliarda delle Alpi!
Il paese che si distende a' piè della fortezza, travagliato dalle guerre, più volte fu segno agl'incendi ed ai saccheggi. Ora la gente vive pacifica all'ombra del Sabaudo Statuto, intorno alla sua chiesa parrocchiale, ornata con bella facciata di stile gotico. Presso la quale, visto passarmi d'innanzi un sacerdote, mi feci a richiederlo se mai fosse in quella alcun che da ammirare
- Certo, rispose; questa è la chiesa che fu occasione all'insigne miracolo dell'ostia eucaristica, il 6 giugno del 1453.