Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO PRIMO DAL MONGINEVRA A SUSA

XVIII.

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XVIII.

 

Successe un profondo silenzio, e la mia visione si andava dissolvendo, se non che tornò a mostrarmisi quel colle fumante di sangue consacrato dalle nostre vittorie; e fra i tocchi funebri di tamburi coverti a nero, vidi un manipolo di soldati che su povera bara portavano a seppellire il cavaliere Bellisle morto, diremo con Cesare Balbo, da bravissimo soldato, egli che non aveva saputo comandare da buon capitano.

Al furore delle armi segui la pietà per gli estinti: i tamburi invitavano alle esequie, non più alla strage.

Io faccio per appressarmi alla bara del Bellisle; in quella mi desto, e... e mi ritrovo all'ombra del faggio con sotto al capo quel libro del Botta, in cui la giornata dell'Assietta è mirabilmente descritta, come nel 1784 la ritrasse e la intagliò il pittore fiammingo La Pegna:

 

E il pensamento in sogno trasmutai.

Dante, Purg. c. 18.

 

 


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