Giuseppe Regaldi
La Dora

CAPITOLO PRIMO DAL MONGINEVRA A SUSA

XIX.

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XIX.

 

Il Piemonte registrò fra i memorabili suoi fasti la battaglia del colle dell'Assietta; e Giuseppe Bartoli, veneziano, allora professore di lettere italiane nell'Ateneo torinese, la celebrò con cento trentotto stanze, ma non toccò l'altezza dell'argomento.

Meglio ai nostri il Cavaliere Agostino Lostia, uffiziale dell'esercito piemontese, la celebrò con un poemetto in versi sciolti, ch'ebbe una buona versione in lingua francese. Il nostro soldato e poeta degnamente si accese alla vista del memorabile colle, ond'egli dice:

 

                    ed io la vidi,

E brama di vederla ivi mi spinse

Quell'itala Termopile.

 

Vincenzo Monti con forti immagini ricordò quell'avvenimento nella sua Basvilliana, dove parlando di Francia prorompe:

 

La sovrana dell'Alpi in sull'entrata

Ponsi d'Italia e ferma tiensi e salda,

E alla nemica la fatal giornata

Di Guastalla e d'Assietta ella rammenta,

E l'ombra di Bellisle invendicata

Che rabbiosa s'aggira e si lamenta

In val di Susa.

 

Lo ricordò pure Giulia Colombini, la Debora subalpina, nella fatidica canzone a Torino, esclamando:

 

Biancheggia ancor d'Assietta

L'insuperata vetta

D'ossa francesi, e s'ode ancor distinto

Suonar per quella riva

Lo straniero lamento e il nostro evviva.

 

Su tale argomento non va dimenticata la canzone che suona tuttavia fra gli alpigiani di Val di Susa, perchè in essa io veggo l'indole guerresca di questo popolo, e ne sento le schiette melodie.

Questa canzone, composta da un cieco del Sauze d'Oulx, per nome Michelin, pigliando argomento dal titolo Assietta, che nel dialetto piemontese suona piatto, splende di così vivaci immagini e di tanto arguta ironia da non recare stupore che sia stata causa di frequenti risse fra Piemontesi e Francesi. Eccone due strofe:

 

a-t-on jamais vu

Un tour si agréable!

Les Français résolus

Avec leur nez pointu,

Partant de leur pays

En foule et à grande presse

Pour venir prendre l'Assiette

Que nous avons devant!

Bellisle impertinent!

.  .  .  .  .  .  .  .  .

.  .  .  .  .  .  .  .  .

Cinq mille fantassins

Y ont perdu la vie

Voulant tremper le doigt

A l'Assiette des Vaudois;

D'abord en arrivant

De poivre et de moutarde

Leur ont brulé la barbe,

Disant: n'avancez pas

Votre nez dans le plat!

 

Chi si faccia alla valle d'Oulx v'udrà spesso la canzone del Michelin; e saprà come la salma del cavaliere Bellisle, pria di esser conceduta in Brianzone alla pietà dei Francesi, sia stata sepolta nel villaggio di Sauze d'Oulx colla seguente iscrizione latina, che, secondo il vezzo di quei tempi, ritrae bizzarramente i nomi del paese e dell'estinto:

 

HIC INTER SILICES INSULA PULCHRA IACET.

 

 


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