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Della Medicina io mi accingo ora a favellar brevemente, cioè di quell'Arte, sù di cui più sono i giudizj precipitati, ed ingiusti, che si formano, di quello che sieno gli esami maturi, e ragionevoli, che loro precedono. Utile, e necessaria essendo al genere umano, non si va d'accordo sino a che grado ella lo sia. Molti cogli occhj animati dallo spirito di partito l'hanno rimirata a traverso di mille pregiudizj, e ne hanno più del dovere ingrandito l'oggetto. Le belle scoperte della Fisica, dell'Anatomia della Bottanica, e della Chimica, le innumerabili osservazioni, e ragionamenti, che si sono fatti sopra le malattie, ed i loro rimedj dai Medici sì antichi, che moderni, ammassati tutti insieme, hanno fatto loro vedere i confini dell'Arte estremamente vasti, ed estesi. Onde è, che non v'è male, per grande, fiero, e terribile che sia, a cui si creda non poter con franchezza far testa la Medicina. Altri poi con una buona dose di bizzarria di spirito, e di malignità di cuore l'hanno risguardata in un punto di vista così basso, che ne hanno impiccolito l'oggetto, come ristretto, ed impiccolito era il loro talento. La Medicina, secondo essi, è un Arte senza principj, senza fondamento, piena di contradizioni, e di ciarlatanerie. Gli uni hanno fatto torto alla verità, gli altri alla giustizia, e tutti marciando sù diverse strade hanno pregiudicato alla nostra Professione. Io per me non ho alcuna opinione a combattere, o a sostenere per preferenza; io amo la verità, la rispetto, e la cerco. Libero, e sciolto dal laccio delle imposture, delle ipotesi, e de' pregiudizj io mi son posto a rimirare la Medicina in un punto di vista tale, che me l'ha fatta vedere nè tanto grande, come se la figurano i Medici, nè tanto piccola, come la vogliono i di lei Nemici. Io presento al Pubblico il quadro dell'Arte Medica in quella grandezza, e proporzione, nella quale me lo sono rappresentato a me stesso. M'impegnerò di far vedere in primo luogo, che l'Anatomia, la Chimica, la Bottanica, e le altre fisiche discipline non influiscono molto nella pratica medica, o almeno in quella maniera, in cui la vogliono i Medici; che in molti punti di pratica, l'Arte nostra è debole, e ristretta; che non abbiamo di molte malattie un idea giusta, ed adequata, e non possediamo nemmeno il vero metodo di medicarle. Procurerò in secondo luogo di cercare qual'uso abbiano in Medicina tante cognizioni d'Anatomia, di Chimica, e di altre scienze; di sostenere tante ipotesi bizzarre, e tante strane maniere di medicare; e di difendere la nostra Professione dalle accuse, e dalle calunnie de' nostri nemici. Finalmente dimostrerò qual sia il vero spirito della Medicina; che quest'Arte è stata sempre la stessa, e che sebbene in diversi tempi diversamente abbigliata, sempre però con la medesima fisonomia; che i fondamenti, i principj, e le leggi primarie nel medicare sono state sempre le stesse nella stessa maniera osservate dai nostri Maestri dell'Arte; che i mezzi per arrivare al vero scopo nel medicare sono stati sempre i medesimi; che questi mezzi, o sieno i rimedj in virtù del vero spirito della Medicina sono pochissimi, piacevoli, e semplici, ma applicati da mano maestra. Io domando ai Lettori una grazia, che forse non me l'accorderanno; che non misurino i difetti dell'Opera da quelli dell'Autore, e che non giudichino tanto severamente questa mia fatica, se la vedranno uscire alla luce sotto l'aria d'aborto, se in essa non vi scorgeranno nè le grazie dell'eloquenza, nè i tesori dell'erudizione, purchè vi potessero scorgere qualche debole impronta della verità. Io ho provato una sorte diversa dalla comune degli altri. Il più delle volte gli amici sono quelli, che pel vantaggio del Pubblico invitano, ed obbligano l'Autore a dar la sua Opera alla luce, ma sono stati quelli i miei nemici, che mi hanno spronato a comparire di nuovo pubblicamente in scena. Io avea destinata la stampa di quest'Opera in un'età più matura, in cui uno è al coperto di certi rimproveri, che alle volte non gli competono. Ma una schiera di maligni, ed invidiosi ha la mia fama spietatamente lacerata collo spargere, che io abbia malamente impiegato il mio talento dietro allo spirito di galanteria. Onde è, che io mi trovo nell'indispensabile impegno di confondere i malevoli col dare alla luce questo mio saggio sopra lo spirito della Medicina.