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L'OPERAIA A DOMICILIO E LA CASALINGA
Dei danni recati alla donna dalla vita industriale ne è prova evidente il fatto che le montanare dell'alto Friuli, sebbene vivano quasi tutte in miseria, sono floride, mentre le Brianzuole, una volta famose come nutrici, oggi sono sciupate ed indebolite per la frequenza precoce negli opifici.
Le casalinghe, anche se povere, anche se si strapazzano, non subiscono gravi danni dal lavoro strettamente domestico.
Un tempo tutta la vita della donna povera si svolgeva tra le pareti domestiche. Cucinava, lavava, puliva e rassettava la casa, rammendava, filava la lana e la canapa, tesseva la tela e i panni, faceva la calza, i merletti, affumicava e salava le carni, fabbricava liquori, bevande e conserve, fondeva la cera per le candele. Lo sviluppo industriale ha limitato molto questa attività domestica. Le famiglie hanno più convenienza a servirsi di ciò che vien prodotto dal lavoro comune. Rimane, non di meno, ancora molto lavoro alla donna di casa. Se vuole pulire bene l'abitazione, preparare cibi sani e saporiti, conservare gli effetti di vestiario e la biancheria, curare i bambini, ecc. ha da lavorare tutto il giorno. Ma, col miglioramento delle condizioni economiche e con lo sviluppo meccanico, è possibile lo sgravio dei lavori domestici.
A Berlino è stata fondata una società per edificare case con cucine comuni. Copenhagen, possiede già una casa con 25 alloggi distinti e una cucina comune. I pasti vengono distribuiti, per mezzo di ascensori in ognuna delle abitazioni.
Se diventassero comuni l'uso dei tanti apparecchi che facilitano le occupazioni donnesche, la casalinga potrebbe dedicare parte del suo tempo all'educazione dei bimbi, alla propria istruzione, agli svaghi. Volendo, od avendo necessità, potrebbe anche dedicare parte del largo margine di tempo e di energie lasciato dalle occupazioni domestiche, a qualche lavoro. E questo specialmente potrebbe essere piacevole o necessario per le nubili. Quanto alle mogli, madri, o no, il lavoro domestico sarebbe sufficiente contributo all'economia sociale e familiare. Il lavoro domestico della donna non viene abbastanza apprezzato. Ogni spesa personale della moglie viene fatta col denaro del marito, che non sempre è contento, sì che essa deve fare frequenti rinunce e si sente spesso umiliata. La moglie del contadino, che fa risparmiare migliaia di lire, molte volte non dispone di una lira.
Il lavoro domestico è specialmente preferibile a quello extra familiare per le madri, ma perchè possa conciliarsi con le necessità economiche della famiglia operaia e possa permettere alla madre l'intero adempimento della sua mansione è necessario che i lavoratori conquistino la possibilità di mantenere nel benessere la propria famiglia. Come l'uomo crede suo obbligo mantenere i vecchi genitori, così deve considerare come suo obbligo, quindi come suo diritto, assicurare alla moglie le cure domestiche e ai figli le cure della madre.
Il lavoro a domicilio è oggi una schiavitù per la donna ed un pericolo per la società quanto il lavoro extra familiare. Ma il primo lavoro ha sul secondo tali vantaggi, pur nelle sue tristi condizioni, che si può indicarlo come preferibile. Ma la meta mi pare debba essere: il lavoro casalingo.