Henryk Sienkiewicz
Il diluvio

PARTE SECONDA

CAPITOLO XXXIV.

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CAPITOLO XXXIV.

La disperazione del porta spada eragrande, che Olenka durò fatica a consolarlo, assicurandolo che il denaro non dovevasi ritenere perduto, giacchè la lettera stessa costituiva una ricevuta.

Ma siccome era difficile prevedere quello che ne sarebbe di loro stessi, specialmente nel caso che Bogoslavio ritornasse a Taurogi vittorioso, cominciarono a ripensare col massimo ardore alla fuga.

Olenka consigliò lo zio a differire la cosa sino al giorno in cui Kettling si fosse completamente rimesso: perocchè Braun, vecchio soldato, fedele e sicuro a tutta prova, adempiva scrupolosamente gli ordini ricevuti, e non sarebbe stato menomamente possibile influire su lui.

Olenka era sicura, che Kettling erasi ferito apposta per poter rimanere a Taurogi, e perciò fidava nel suo aiuto.

La sua coscienza le muoveva qualche rimprovero, chiedendole, se, per la propria salvezza, aveva diritto di sacrificare la carriera del giovane e fors'anche la sua vita: ma i pericoli che la minacciavano a Taurogi, sorpassavano di gran lunga i pericoli ai quali si sarebbe esposto Kettling.

Il giovane poteva trovare potenti protettori e servire una causa giusta entrando nell'esercito polacco. La morte lo avrebbe minacciato solamente nel caso che cadesse nelle mani di Bogoslavio. Ma Bogoslavio non comandava ancora in tutta la Repubblica.

Olenka fece chiamare il giovane ufficiale non appena fu ristabilito.

Kettling accorse alla sua chiamata: era pallido, emaciato e si vedeva che aveva sofferto molto. Alla sua vista, Olenka pianse, perchè egli era la sola anima amica ch'ella avesse a Taurogi. La fanciulla chiese notizie della sua salute, indi gli disse:

— Voi dovete lasciare questo servizio, perchè un uomo così onorevole ha bisogno di essere sicuro ch'egli serve una causa giusta ed un padrone degno di lui. Quando finirà il vostro servizio?

— Fra sei mesi.

Olenka sollevò i suoi meravigliosi occhi, che in quel momento cessavano di esser severi e soggiunse:

Ascoltatemi. Vi parlerò come ad un fratello. Voi potete e voi dovete dimettervi.

Dette queste parole gli confessò i loro piani di fuga, per effettuare i quali confidava nel suo aiuto.

Quando ella tacque, il giovane ufficiale piegò le ginocchia, si portò le mani alla fronte, e gridò gemendo:

— Non posso, signora, non posso!

— Voi rifiutate? — gli chiese Olenka stupefatta.

Signora, voi non che cos'è un ordine per un soldato, — egli soggiunse. — Non è solo per il dovere che il soldato ubbidisce, ma per il proprio onore. Un giuramento mi lega, o signora, e più che un giuramento, la parola di un cavaliere. Io sono soldato e nobile; e, se a Dio piace, io non seguirò mai in vita mia l'esempio di tanti che tradiscono il servizio e l'onore. Voi non mi conoscevate, signora, e vi siete ingannata. Abbiate pietà di me; comprendete, che io non posso favorire la vostra fuga. L'ordine è espresso, e Braun e i cinque ufficiali rimasti l'hanno ricevuto! Io darei la vita per voi senza esitare, ma non posso sacrificarvi il mio onore.

Qui Kettling si tolse dal petto un foglio e lo porse ad Olenka, dicendo:

Giudicate, signora, se l'ordine non è espresso. Olenka lesse:

«Abbiamo saputo che Billevich intende lasciare segretamente Taurogi con intenti a noi ostili. Raccomandiamo perciò agli ufficiali della guarnigione di Taurogi di sorvegliare Billevich e sua nipote, come prigionieri di guerra, e di non permetterne la fuga, sotto pena della corte marziale, della perdita, ecc...

— Quest'ordine è venuto dalla prima tappa dopo la partenza del principesoggiunse Kettling.

— Sia fatta la volontà di Dio! — esclamò Olenka dopo un istante.

Kettling comprese che doveva ritirarsi, ma pure non si muoveva. Sembrava che volesse dire qualche cosa ma gli mancava la voce. Avrebbe voluto gettarsi ai piedi della fanciulla e chiederle perdono; ma vedendo come ella fosse già angustiata per stessa, preferì tacere e soffrire in silenzio. Perciò s'inchinò ed uscì.

Ma appena si trovò nel corridoio si strappò le bende e cadde svenuto. Fu trovato un'ora dopo ai piedi della scala e trasportato all'infermeria, dove stette a letto per quasi un mese.

Uscito Kettling, Olenka rimase per alcuni istanti come impietrita. Poi il dolore la vinse, ed ella scoppiò in lagrime.

In quel momento entrava suo zio, e vedendo la nipote piangente indovinò tutto.

— Per amor di Dio! che c'è?

Kettling ci rifiuta il suo aiutoreplicò la fanciulla singhiozzando.

Pan Billevich strinse i pugni per la rabbia, e fermandosi dinanzi ad Olenka le chiese con voce strozzata dall'iraPerchè rifiuta... perchè?

Dice che il principe ha dato ordine di guardarci come prigionieri di guerra, perchè voi avete dei progetti ostili contro di lui. Quest'ordine Kettling è costretto ad eseguirlo; il suo onore gli vieta di agire altrimenti.

— Ebbene! noi faremo senza l'assistenza degli ereticidisse il porta spada.

Olenka si asciugò gli occhi, tentennò il capo e disse:

— È impossibile.

— È necessario, perciò è possibile, anche se ci dovessimo calare per mezzo di corde da queste finestre.

Pensiamo ad un altro mezzosoggiunse Olenka.

Pensarono, ma non trovarono nulla; erano accuratamente sorvegliati.

Determinarono alfine di non intraprendere nulla finchè non giungevano notizie di Bogoslavio. Infatti, egli poteva cadere ammalato e rimanere confinato in un letto, poteva essere ucciso da Sapyeha, nel qual caso le porte di Taurogi non sarebbero così insistentemente sorvegliate.

Passò un mese... lungo, penoso, per i poveri afflitti... prima che giungesse un corriere.

Kettling, che dal giorno dell'ultimo loro colloquio non osava più comparire dinanzi agli occhi d'Olenka, le mandò uno scritto con la seguente notizia:

«Il principe Bogoslavio ha disfatto Pan Cristoforo Sapyeha vicino a Bransk; alcuni squadroni di cavalleria e fanteria sono stati fatti a pezzi. Egli marcia per Tykotsin, dove è stazionato Horotkyevich

Questa notizia fu per Olenka un colpo di fulmine. La speranza che Bogoslavio potesse essere sconfitto svanì in lei completamente.

Invano suo zio la confortava, ella ripeteva incessantemente:

— Chi può vincere Bogoslavio? Chi può misurarsi con lui?

Le notizie successive parvero confermare i timori di Olenka.

Pochi giorni dopo Kettling mandava un altro scritto con notizie della disfatta di Horotkyevich e della presa di Tykotsin:

«Tutta Podlyasyescriveva — è nelle mani del principe, il quale, senza aspettare Sapyeha, muove contro di lui a marcie forzate

Ma in seguito giunsero altre nuove più confortanti pei due infelici prigionieri.

Benchè assai in ritardo, si venne a sapere che Chenstohova aveva resistito agli assalti del nemico, il quale si era ritirato con spavento e vergogna.

Il vecchio e la nipote passarono molti giorni a ringraziare Iddio e la Vergine, e fidando nel suo aiuto, cessarono dal dubitare della loro liberazione.

Passò poi lungo tempo senza che giungessero notizie del principe. Gli ufficiali cominciarono ad essere inquieti. Ma le notizie non potevano giungere, perchè appunto in quei giorni il terribile Babinich precedeva con i suoi Tartari l'armata di Bogoslavio e catturava tutti i corrieri.


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