Henryk Sienkiewicz
Il diluvio

PARTE SECONDA

CAPITOLO XXXV.

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CAPITOLO XXXV.

Un bel giorno arrivò a Taurogi Panna Anusia Borzobogati con una scorta d'alcune decine di soldati.

Braun la ricevette molto gentilmente, come gli era stato comandato in una lettera di Sakovich firmata da Bogoslavio.

La donzella era allegra, vivace ed alquanto civettuola, talchè dal primo istante cominciò subito a fissare Braun con i suoi occhi maliardi e così ella fece con tutti gli altri ufficiali. Basti dire che pochi giorni dopo di esservi giunta, comandava e governava Taurogi come se fosse stata a casa sua.

Alla sera stessa del giorno del suo arrivo fece conoscenza con Olenka, che la ricevette con una certa diffidenza, ma gentilmente, sperando di avere da lei qualche consolante notizia.

In fatti, Anusia ne aveva e molte. Essa cominciò a narrare la storia di Chenstohova. Il porta spada l'ascoltava attentamente ed interrompeva sovente la narratrice, esclamando:

— Sia lodato Iddio!

Anusia continuava a parlare, sembrava un uccelletto che cinguettasse.

Il cuore di Billevich s'inteneriva nell'udire da quella bella bocca che gli Svedesi non avevano più fortuna dacchè avevano osato attaccare Yasna Gora. Olenka, che era rimasta sempre seria e taciturna, scoppiò ad un tratto in lagrime.

Ciò vedendo, Anusia, che aveva un cuore buono per natura, si slanciò verso di lei, e gettandole le braccia al collo, le disse:

— Non piangete; mi fate pena. Perchè piangete?

Vi era tanta sincerità nella sua voce che la diffidenza d'Olenka svanì.

— Siete così bellasoggiunse Anusiaperchè piangete?

Piangorispose Olenkaperchè noi qui siamo prigionieri e non sappiamo quello che sarà di noi.

— Sono prigioniera anch'io — disse Anusia — ma non piango per questo. Il principe è un traditore ed un eretico, ma egli è un gentile cavaliere e rispetta il nostro sesso.

Dio voglia che nell'inferno lo rispettino come egli rispetta le donne a questo mondo! — esclamò il porta spada. — Voi non lo conoscete e perciò parlate così. Dio conceda a Sapyeha di sconfiggerlo.

— Lo sconfiggerà senza dubbio, — replicò Anusia. — Il principe Bogoslavio è molto ammalato e non ha grandi forze. Ma, se anche non fosse sconfitto non dovete affliggervi, perchè noi fuggiremo in qualche maniera da questo palazzo prima ch'egli ritorni.

— Lo abbiamo già tentatodisse Olenka.

— E non vi siete riusciti?

— Come fare? Avevamo confidato il segreto ad un ufficiale che noi credevamo disposto ad aiutarci, invece questi disse che il suo onore gl'imponeva di impedire la nostra fuga. Chi comanda qui sopra tutti è Braun, e quell'uomo è inflessibile.

Anusia abbassò gli occhi ed un fugace sorriso le aleggiò sul labbro.

— Può darsi che io riesca ad intenerirlo, — diss'ella, — Ma bisognerebbe aspettare che Pan Sapyeha fosse vicino onde sapere dove rifugiarci.

Dio ce lo inviasse al più presto! — esclamò Pan Tomaso. — Noi abbiamo molti parenti, conoscenti ed amici nella sua armata. Ci sono antichi ufficiali del gran Geremia: Volodyovski, Skshetuski, Zagloba... Io li conosco tutti.

— Ma essi non sono con Sapyeha. Oh! se ci fossero, specialmente Volodyovski, io non sarei qui; perchè Pan Volodyovski non si sarebbe lasciato prendere come Pan Kotchyts.

— Voi conoscete intimamente Pan Volodyovski a quanto sembra? — le chiese Billevich.

— Sì; perchè noi abbiamo vissuto per molti anni nello stesso luogo.

Davvero? Certamente vi amavate?

— Non dico di no — rispose Anusia, assumendo un contegno timido: — ma a quest'ora Michele sicuramente è ammogliato.

— No, non è ammogliato.

— Se anche lo fosse per me è tutt'uno.

Qui Anusia cominciò a raccontare la storia della sua partenza da Zamost e di tutto ciò ch'era avvenuto durante il viaggio. Nel suo racconto Babinich apparve un eroe d'altri tempi, talchè il porta spada si stillava il cervello per indovinare chi poteva essere.

— Io conosco tutta la Lituaniadiceva. — Vi sono case che portano un nome simile, ma di Babinich non ho mai udito parlare; sarà forse un nome assunto, perchè molti, che militano nell'esercito polacco prendono appunto un nome diverso dal proprio, affinchè le loro sostanze e i loro parenti non abbiano a soffrire da parte del nemico.

Pan Babinich, — soggiunse Anusia, — deve nutrire un grand'odio contro il principe Bogoslavio perchè impallidisce e trema ogni volta che pronuncia il suo nome.

— Egli diverrà nostro amicodisse il porta spada.

— Senza dubbio! E noi fuggiremo presso lui, se egli si farà vedere da queste parti.

Pan Billevich e la donzella continuarono a conversare sempre più allegramente: Olenka pure, dimenticando in parte le sue pene, divenne più gioviale.

— È una ragazza d'oro! — disse Pan Tomaso a sua nipote quando Anusia li ebbe lasciati.

— Ha un cuore sincero e credo che saremo presto amicheaggiunse Olenka.

Così dicendo, ella non s'ingannava. L'amicizia non tardò a sorgere sincera e vivace tra le due fanciulle, e andò sempre più accrescendosi, forse appunto perchè erano di carattere affatto opposto.

Olenka acquistò subito una grande influenza sull'amica, la quale, con perfetta e cordiale sincerità, diceva:

— Ella esprime più cose in due parole che non io in cento.

Ma la dignitosa Olenka avrebbe desiderato di poter correggere la sua amica di un difetto che le sembrava brutto, cioè della civetteria. Quella civetteria irritava Olenka, tanto più perchè Anusia le aveva confessato che era innamorata di Babinich.

— Gli altri preganodisse Anusia un giorno alla sua amica — invece lui mi preferisce i suoi Tartari. Egli non parlava mai con me altrimenti che in tono di comando: «Venite fuori, signora! Mangiate, signora! Bevete, signora!» Ma benchè fosse così ruvido in apparenza, i suoi begli occhi azzurri mi dicevano che aveva un cuore tenero. Tenero sì... ma per un'altra... — soggiunse sospirando.

Olenka chinò testa, pensando che anche l'uomo da lei amato aveva gli occhi cerulei e parlava nello stesso modo. Ma pensò pure che quell'uomo era un traditore, senza fede, senza timor di Dio.

— Non comprendo, mia cara, — prese a dire Olenka — come voi possiate mostrarvi così amabile con tutti gli uomini avendo un amore nel cuore.

— Io non faccio così per capriccio, — replicò Anusia rivolgendosi a Billevich, il quale pure cominciava a far caso della sua frivolezza, — ma bisogna che agisca così perchè se non ci aiutano questi ufficiali noi non riusciremo mai a fuggire da qui.

Braun non ci lascierà andare certo. Egli è inflessibile.

Braun è vinto! — rispose Anusia.

— Ma Fitz Gregory?...

Vinto anch'egli.

— E Ottenhagen?

Vinto!

— E Von Irhen?

Vinto!

— Siete proprio un'incantatrice. Vedo che Kettling è l'unico che non avete potuto affascinare.

— Io non posso sopportarlo. Ma lo sottometterà qualcun'altra. Del resto, possiamo andarcene anche senza il suo permesso.

— E voi credete che quando vorremo fuggire essi non ce lo impediranno?

— Verranno con noi! disse Anusia ammiccando.

— Se è così perchè stiamo qui? Io vorrei andarmene via oggi stesso.

Ma dopo ch'essi ebbero discusso alquanto, dovettero riconoscere che era necessario aspettare l'arrivo di Sapyeha nei dintorni d'Jmud.

Kettling, frattanto, cominciò a visitare di nuovo Olenka; perchè ella, avendolo incontrato un giorno, gli aveva steso per la prima la mano. Il giovane ufficiale immaginava che qualche disgrazia fosse capitata a Bogoslavio. Secondo lui, il principe, appena avesse riportata la più piccola vittoria, si sarebbe affrettato a comunicarla, e non senza esagerarne la importanza.

Pochi giorni dopo Kettling aveva esternato con Olenka questa sua opinione. Giunsero finalmente notizie. Le recava Pan Byes, un nobile polacco, ma diventato un estraneo per la sua patria. Avendo servito sin da fanciullo negli eserciti stranieri, aveva assolutamente dimenticato il polacco. Egli era molto affezionato a Bogoslavio, e si recava con una importante missione a Konigsberga. Dovendo passare da Taurogi vi si era fermato per riposarsi.

Braun e Kettling lo condussero subito da Olenka ed Anusia che abitavano insieme.

Braun, rivoltosi a Byes, gli disse:

— Questa signora è parente di Pan Zamoyski, e perciò anche del principe nostro signore, il quale ci ha comandato di usarle tutti i riguardi. Ella desidererebbe avere notizie del principe dalla bocca di una persona che gli sta vicino.

Pan Byes s'inchinò in silenzio, ed invece di parlare aspettò di essere interrogato.

Anusia incominciò col chiedergli dov'era il principe, e quando l'ufficiale rispose che stava ritirandosi su Sokolka tutti compresero che le cose non volgevano propizie per lui.

Infatti, egli narrò che avevano riportato in principio una vittoria sulle truppe di Pan Sapyeha, indi sconfitto Horotkyevich e riconquistate le rovine del castello di Tykotsin. Ma poi era nata una grande confusione, essendochè avevano creduto di essere circondati dal nemico, che, infatti, li tormentava giorno e notte senza conceder loro un minuto di requie.

— A Byalyskokproseguì Pan Byes, — il nemico distrusse un intero distaccamento, s'impadronì dei carriaggi del principe e di parecchi cannoni. Il principe era fuori di . Egli voleva una battaglia generale, ed era costretto a combattere dieci scaramuccie al giorno, sempre perdendo. Nacque un gran disordine. E chi può descrivere la nostra confusione, il nostro spavento, quando sapemmo che Sapyeha non era venuto, e che dinanzi a noi non c'era che un grosso corpo, un'orda di Tartari?

Queste ultime parole dell'ufficiale furono interrotte da un grido d'Anusia, che gettandosi improvvisamente al collo d'Olenka, esclamò:

Pan Babinich!

L'ufficiale rimase sorpreso nell'udire quel nome e tacque per alcuni istanti. Poi soggiunse:

— Tale infatti è il nome di quel diavolo uscito dall'inferno. Il suo nome, che voi signora avete indovinato non so come, è ripetuto ora con terrore e rabbia da ogni bocca nel campo.

— Io ho veduto quel Babinich a Zamostdisse Anusia precipitosamente — e se avessi potuto indovinare...

Qui ella tacque, e nessuno potè sapere che cosa sarebbe avvenuto in tal caso.

— Io ho lasciato il campo in condizioni disperateproseguì l'ufficiale. — Il principe è tormentato da una febbre maligna, le sue truppe diminuiscono ogni giorno. Avverrà ben presto una battaglia generale; ma, come finirà lo sa Dio solo.

Perchè vi manda in Prussia? — chiese Anusia.

— Se il principe perde la battaglia, tutta la Prussia elettorale rimane indifesa, e può avvenire facilmente che Sapyeha varchi i confini e forzi l'Elettore a deporre le armi. Io vado a prevenirli, affinchè preparino qualche difesa per quelle provincie.

Anusia gli rivolse molte altre domande, e non appena egli uscì dalla stanza si diede a baciare Olenka, gridando:

— Ebbene! eh? che cosa dicevo io? Chi ha abbattuto Bogoslavio? Pan Andrea, Pan Andrea!

— Quale Andrea? — domandò Olenka impallidendo.

— Non vi ho detto che si chiama Andrea? Me lo disse egli stesso. Pan Babinich! Lunga vita a Babinich! Volodyovski non avrebbe potuto fare di meglio... Che cos'avete, Olenka?

Panna Billevich si riscosse come per sottrarsi al peso dei suoi dolorosi pensieri... — Nulla! — diss'ella — vi sono anche dei traditori che portano quel nome.

— Venga almeno Pan Babinich! — soggiunse Anusia. — Quest'è l'importante. Io farò impazzire Braun. Sì, voglio sollevare tutta la guarnigione, e andare con uomini e cavalli da Pan Babinich.

Fatelo, fatelo! — gridò Billevich con entusiasmo.

— E poi... chi sa?... Forse dimenticherà quella donna e mi darà il suo a....

E qui la sua voce andò spegnendosi ed ella si coprì il viso con le mani. Tutto ad un tratto un pensiero parve scuoterla, perchè balzò in piedi ed esclamò:

— E se no... sposerò Volodyovski.


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