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Olenka ed Anusia essendo riescite ad allontanarsi da Taurogi sotto la protezione di Braun, raggiunsero felicemente la banda comandata dal porta spada che si trovava nei pressi di Olsha non lungi da Taurogi.
Il vecchio nobile pianse di gioia nel rivederle, e tosto si fece a sfogare il suo entusiasmo per le sue intraprese militari, assicurando in pari tempo le fanciulle, che se fosse apparso Bogoslavio o lo stesso Re di Svezia, avrebbe saputo difenderle.
E non esagerava di molto, perchè egli era trasformato, irriconoscibile. La sua energia riviveva nel campo. Si trovava nel suo elemento e, da buon soldato, aveva realmente dato aspre lezioni agli Svedesi.
Gli Svedesi erano divenuti più prudenti. Dopo lo scoppio della ribellione, quelli che non erano stati trucidati nei villaggi rimanevano per lo più nelle città fortificate, e non le lasciavano che per brevi spedizioni. I campi, le foreste, e le piccole città erano nelle mani dei Polacchi, e soltanto le città più importanti erano occupate dagli Svedesi, che difficilmente si potevano far sloggiare.
La banda del porta spada era una delle migliori e delle più numerose.
Pan Billevich respinse l'idea di celarsi in Byalovyej, perchè la strada era lunghissima, e in molti punti difesa da grosse guarnigioni.
— Il signore Iddio ci favorisce con un autunno asciutto — diss'egli alle fanciulle — e quindi si sta meglio all'aria aperta. Vi procurerò una buona tenda e una donna che vi tenga compagnia, e starete nel campo con noi.
Quest'idea piacque molto ad Anusia, perchè nella banda si trovavano molti giovani Billevich, gentili cavalieri, e inoltre si diceva continuamente che Pan Babinich marciava in quella direzione.
Anusia sperava, che, quand'egli fosse venuto, avrebbe spazzato via gli Svedesi in un attimo. Anche Olenka giudicava più sicuro di rimanere presso suo zio, ma avrebbe desiderato allontanarsi maggiormente da Taurogi, temendo la persecuzione di Sakovich.
— Andiamo a Vodokty — diceva. — Colà saremo in mezzo alla nostra gente. Quantunque Vodokty sia stato bruciato, Mitruny e tutti i villaggi circonvicini non saranno stati distrutti. È impossibile che tutto il paese sia convertito in un deserto. In caso di pericolo Lauda ci difenderà.
— Ma tutti gli uomini di Lauda sono con Volodyovski — disse Billevich.
— I vecchi ed i giovanotti sono rimasti, e le stesse donne, in caso di bisogno, sono capaci di difendersi.
— È un'eccellente idea — esclamò Pan Tomaso. — Qui non abbiamo nulla da fare; là potremo rendere maggiori servigi.
Ad ogni modo il consiglio era savio per sè stesso; perciò fu accettato da tutti.
Pan Billevich marciava adagio e con cautela. Le donzelle viaggiavano in un carro di contadini, e qualche volta su ronzini che il porta spada aveva provveduto all'uopo.
Anusia, che aveva avuto in dono dal giovane Yur Billevich una leggiera sciabola, se la pose bravamente al fianco, e di tratto in tratto marciava in testa alla banda come un capitano.
Anche Olenka riviveva dacchè aveva lasciato Taurogi, dove l'incertezza del futuro ed il continuo timore la uccidevano. Il pensiero di qualsiasi pericolo non l'allarmava punto. Essa non si permetteva di galoppare dinanzi ai ranghi, attirava poco gli sguardi, ma godeva il rispetto di tutti.
Il sesto giorno giunsero a notte tarda a Lyubich che giaceva presso il confine della regione di Lauda. I cavalli erano così stanchi, che, in onta all'opposizione di Olenka, fu impossibile di proseguire. Perciò Billevich fece fermare la sua banda, ed egli occupò con le fanciulle la casa, perchè la notte era piuttosto rigida. Per combinazione la casa non era stata bruciata. Probabilmente il nemico l'aveva risparmiata dietro ordine del principe Giovanni, essendo proprietà di Kmita.
Nulla era cangiato in essa. Olenka vi entrò con un senso di amara pena pensando al tradimento di Kmita. Rivide nella sala da pranzo i ritratti dei Billevich, sui quali si scorgevano le traccie delle sciabolate.
Olenka sentì che non avrebbe potuto chiuder occhio in quella casa vituperata, ed infatti non potè dormire.
Tutte le ferite della sua anima si riaprirono. La vergogna le ardeva le guancie. Un dolore incommensurabile torturava il suo povero cuore. Pensava quanto diverso sarebbe stato il suo destino, se quell'uomo, in onta al suo temperamento selvaggio ed alla sua violenza, avesse avuto un cuore onesto. E il suo cuore era tanto disposto al perdono, che gli avrebbe perdonato tutto.
Anusia si accorse delle sofferenze della sua compagna; ne comprese la causa, perchè il porta spada le aveva narrato ogni cosa, e tentò di confortarla.
La mattina successiva tutto il paese circostante non parlava che della presenza di Pan Billevich in Lauda, e tutti accorsero a rendergli omaggio. Da due anni non avevano seminato nè arato. Tutti avevano vissuto nelle foreste. Gli uomini nel vigore dell'età erano con Volodyovski; i giovanetti guardavano il poco gregge rimasto.
Essi salutarono il porta spada come loro liberatore, nella persuasione che s'egli e la signora ritornavano agli antichi lari, era segno che la guerra ed i disastri sarebbero tosto finiti.
Gli Svedesi erano nella vicina Ponyevyej, ma se ne faceva poco caso, perchè, dato il bisogno, le forze dei Billevich ed altre bande erano pronte alla difesa.
Pan Tomaso, intendeva assalire Ponyevyej, ma prima ch'egli avesse compiute le sue ricognizioni, giunsero nuove tanto liete, che tutto il paese echeggiò di grida festose.
Yurek Billevich, che era andato in ricognizione con alcune decine d'uomini e cavalli fino a Ponyevyej, fu il primo a sapere della battaglia di Protski; ritornato con alcuni prigionieri svedesi, recava la fausta novella.
Poche settimane dopo si cominciò a ripetere dappertutto con entusiasmo il nome di Babinich, il quale era stato la causa principale della strepitosa vittoria, ed aveva ferito di sua mano e catturato il principe Bogoslavio. Altra notizia: Babinich mette a ferro e fuoco la Prussia elettorale, e si avanza come l'angelo della morte verso Jmud, non lasciandosi indietro che terra e cielo.
Poi: Babinich ha incendiato Taurogi, Sakovich è fuggito e si nasconde nei boschi.
Anusia era sbalordita: rideva e piangeva ad un tempo per l'immensa gioia.
Da Taurogi e Polangi fino a Birji e Vilkomir non si udiva esaltare che il nome di Babinich.
Le sue forze in quella regione, crescevano continuamente perchè tutte le bande accorrevano a lui.
Ognuno era così occupato delle vittorie di Pan Andrea, che la disfatta inflitta a Pan Gozyevski da Steinbock presso Filipovo non fece molta impressione.
Anusia supplicava ogni giorno Billevich di avanzarsi e unirsi al grande guerriero, e Olenka l'appoggiava. Gli ufficiali e i nobili lo incalzavano anch'essi, eccitati dalla curiosità.
Ma non era cosa agevole raggiungere il terribile guerriero. Anzitutto Babinich si trovava in altro distretto, poi spesso spariva e non se ne udiva più parlare per settimane, per riapparire ad un tratto quando e dove nessuno l'aspettava; inoltre gli Svedesi gli bloccavano tutte le strade con grosse forze: e finalmente di là da Rossyeni era apparso un notevole corpo di truppe comandate da Sakovich.
Il porta spada, non solo non poteva marciare alla volta di Babinich, ma sentì che forse ben presto sarebbe stato troppo pericoloso per lui rimanere in Lauda. Non sapendo a quale partito appigliarsi, confidò a Yurek Billevich che intendeva retrocedere verso la foresta di Rogovsk. Yurek lo disse tosto ad Anusia, la quale corse dal porta spada.
— Zio carissimo, sento che volete fuggire, — diss'ella. — Non è una vergogna per un famoso guerriero fuggire al solo nome del nemico?
— Voi volete ficcare il naso dappertutto — replicò Pan Tomaso impazientito. — Questo non è affar vostro.
— Dunque ritiratevi; ma io resterò qui.
— Per farvi cogliere da Sakovich?
— Vi ho già detto che non possiamo andare da Babinich.
— Ma egli può venire da noi. Egli mi conosce. Se potessi solo mandargli una lettera, sono certa che verrebbe a salvarmi.
— Ma chi porterebbe la lettera?
— Si potrebbe mandare il primo contadino che passa.
— Non sarebbe male far venire Babinich da queste parti, perchè allora potremmo unirci a lui più facilmente — replicò Pan Billevich. — Un messaggiero fidato si troverà.
Anusia era felice. In quello stesso giorno trovò non uno ma due messaggieri, e non contadini; l'uno era Yurek Billevich, l'altro Braun. Ognuno di essi doveva portare una lettera dello stesso tenore, di modo che, se uno di essi cadeva, l'altro porterebbe la missiva.
«Vi scrivo, spinta da estrema necessità. Se vi ricordate di me, venite a salvarmi. Io mi trovo con Pan Billevich il porta spada di Rossyeni, il quale mi ha dato rifugio perchè ho liberato dalla schiavitù di Taurogi la sua parente Panna Billevich. Ora gli Svedesi e un certo Pan Sakovich, dinanzi alle cui continue molestie sono fuggita, stanno per circondarci.
«Io so che voi non mi amate, ma io vi voglio bene, e ve ne vorrò sempre con tutto il cuore. Ma, pur non amandomi, spero vorrete salvarmi dalle mani rapaci del nemico. Dio ve ne rimeriterà ed io pregherò per voi.
Mentre i messaggieri lasciavano il campo, Anusia, pensando ad un tratto a quali pericoli erano esposti, volle trattenerli. E si fece ad implorare dal porta spada colle lagrime agli occhi, che non li lasciasse partire ma affidasse piuttosto la lettera a due contadini.
Ma Braun e Yurek Billevich furono così ostinati, che niuna ragione potè persuaderli. L'uno voleva sorpassar l'altro nella premura di servire Anusia. Essi non prevedevano ciò che li aspettava.
Una settimana dopo, Braun cadeva nelle mani di Sakovich, che lo fece scorticare; il povero Yurek venne fucilato di là da Ponyevyej, mentre fuggiva dinanzi ad un distaccamento svedese. Le due lettere caddero nelle mani del nemico.