Henryk Sienkiewicz
Il diluvio

PARTE PRIMA

CAPITOLO XVII.

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CAPITOLO XVII.

Pan Michele aveva ragione. Kmita aveva trionfato. Gli Ungheresi, e parte dei dragoni di Myeleshko e di Kharlamp che si erano uniti a loro, giacevano morti l'uno accanto all'altro nel cortile di Kyedani. Appena poche decine di essi, scampati per miracolo, si erano sparsi per la città, dove la cavalleria li inseguiva. Pochi raggiunsero il campo di Sapyeha, Voivoda di Vityebsk, al quale portarono la notizia del tradimento del Capitano generale e dell'arresto dei colonnelli.

Frattanto Kmita, coperto di sangue e di polvere, si presentava colla bandiera degli Ungheresi dinanzi a Radzivill che lo ricevette a braccia aperte. Ma Pan Andrea non era punto lieto per la sua vittoria. Egli appariva anzi triste e cupo, come se avesse agito contro la sua coscienza e la sua volontà.

Altezzadiss'egli — non mi piacciono le lodi; preferirei cento volte battermi col nemico che contro i soldati i quali possono essere utili alla patria.

— E chi è da biasimare, se non questi ribelli? — rispose il principe. — Io pure vorrei piuttosto mandarli a Vilna, ed è mia intenzione di farlo. Ma essi vollero ribellarsi alla mia autorità. Era, ed è necessario statuire un esempio.

— Che cosa intende Vostra Altezza che si faccia dei prigionieri?

— Una palla in fronte ad ogni decimo uomo. Gli altri si ripartiranno fra i diversi reggimenti. Oggi voi vi recherete presso gli squadroni di Mirski e Stahkyevich, e ordinerete loro da parte mia che si tengano pronti per la campagna. Io vi affido il comando di quei due squadroni e del terzo, quello di Volodyovski. I luogotenenti dovranno essere subordinati a voi ed obbedirvi in ogni cosa.

— E in caso di resistenza che cosa devo fare?... perchè nello squadrone di Volodyovski vi sono uomini di Lauda che mi odiano a morte.

Annunziate che Mirski, Stahkyevich e Volodyovski saranno immediatamente giustiziati.

Pan Andrea sussultò come scottato da un ferro rovente:

Altezza! I soldati dicono che Volodyovski vi salvò la vita a Tsibyhova.

— Ha fatto il suo dovere; perciò io volevo compensarlo. Ora mi ha tradito, quindi comando che sia fucilato.

Gli occhi di Kmita fiammeggiarono e le sue narici cominciarono a fremere.

Altezza! ciò non può essere!

— Come non può essere? — domandò Radzivill aggrottando le ciglia.

— Io Vostr'Altezzasoggiunse Kmita con enfasi — di non far torcere un capello a Volodyovski. Egli aveva il potere di non trasmettermi il vostro incarico, mandato a lui con facoltà di disporne a suo giudizio. Per tale suo atto io passai sotto la giurisdizione di Vostr'Altezza. Egli non esitò a salvarmi, sebbene fossimo entrambi intenti a conquistare la stessa donna. Io gli devo gratitudine ed ho giurato di dimostrargli la mia riconoscenza. Vostra Altezza usi clemenza verso lui e verso i suoi amici per amor mio. Dal loro capo non deve cadere un capello e non cadrà finchè io vivo. Altezza, io imploro grazia per loro.

— Che vuol dire ciò? Rinunziate forse al mio servizio? — domandò il principe in tono minaccioso.

Altezza! — rispose Pan Andrea con trasporto — io non rinunzio. Io prego, io supplico. Ma il male non accadrà. Questi uomini sono famosi in tutta la Polonia. Io non voglio essere un Giuda per Volodyovski. Io seguirò Vostr'Altezza nel fuoco, ma Vostr'Altezza non mi rifiuti questa grazia.

— E se rifiuto?

Comandate che io sia fucilato perchè io non voglio più vivere!

Ricordate, sciagurato, dinanzi a chi parlate.

Altezza, non mi spingete alla disperazione!

— Ad una preghiera posso porgere ascolto, ma non ascolterò le minaccie.

— Io prego... Io implorodisse Pan Andrea inginocchiandosi.

Radzivill rimaneva muto. Il pallore ed il rossore si alternavano con rapidità fulminea sul volto di Kmita, che rimaneva in ginocchio. Era evidente, che, se la scena fosse durata ancora pochi istanti, il giovane non avrebbe saputo frenare più a lungo il suo carattere impetuoso.

Alzatevi! — disse alfine Radzivill.

Pan Andrea obbedì.

— Voi sapete difendere un amico e ciò mi prova che saprete difendere anche me — soggiunse il Capitano generale. — Io non posso rifiutarvi la grazia che mi chiedete. Ascoltatemi. Manderò Stankyevich, Mirski ed Osyerho agli Svedesi a Birji; i due Skshetuski e Volodyovski li seguiranno. Gli Svedesi non torceranno loro neppure un capello, ed è meglio che essi rimangano quieti, lontano dalla guerra.

Ringrazio Vostr'Altezza con tutta l'anima! — esclamò Pan Andrea.

Aspettate a ringraziarmidisse il principe. — Faccio grazia a tutti, meno che a quel vecchio nobile, del quale non ricordo il nome. Fu colui che pel primo osò chiamarmi traditore. Egli eccitò gli altri, e forse non sarebbe avvenuta nessuna contestazione senza l'audacia inaudita di quell'uomo. Non vi è morte, non vi sono tormenti che bastino a punire colui che si rese colpevole di un delittograve. Non mi supplicate per lui, è inutile.

Ma Pan Andrea non era tale da scoraggiarsi facilmente quando aveva intrapreso una cosa. Prendendo le mani del principe fra le sue, cominciò a coprirle di baci ed a supplicare con tutte le forze dell'anima sua.

Radzivill si mordeva i baffi.

— Ho decretato la sua mortediss'egli.

— Quello che ha decretato il Capitano generale ed il Voivoda di Vilna, può cancellarlo il principe della Lituania e, lo conceda Iddio, il futuro Re di Polonia.

Pan Andrea disse con sincerità quello che sentiva e pensava; ma foss'egli stato il più furbo dei cortigiani, non avrebbe forse potuto trovare un argomento più fortunato e potente a difesa dei suoi amici. La superba fronte del magnate divenne raggiante al suono di quei titoli che ancora non possedeva, ed egli disse:

— Voi mi avete così ben compreso, che io non posso nulla rifiutarvi. Essi andranno tutti a Birji per ora, e quando ciò a cui accennaste ora sarà un fatto compiuto, chiedetemi un'altra grazia. Andate a portar loro la lieta novella.

— La novella è lieta per me, non per loro; e certamente essi non la riceverebbero con riconoscenza, specialmente perchè non sospettavano quel che li minacciava. Io non vi andrò, Altezza, perchè sembrerebbe che io voglia vantarmi della mia intercessione.

Fate come vi piace, ma non indugiate a condurre qui gli squadroni di Mirski e Stankyevich; compiuto quest'incarico ve ne affiderò un altro più piacevole.

— Di che si tratta, Altezza?

Andrete da Pan Billevich, il porta-spada di Rossyeni, e lo pregherete in nome mio di venire qui colla nipote, per soggiornarvi durante il tempo della guerra.

— Non sarà disposto ad arrendersi alla preghiera di Vostr'Altezzareplicò Kmita con esitanza. — Lasciò Kyedani assai infuriato.

— La sua collera si sarà ormai calmata. In ogni caso prendete degli uomini con voi; e se non vorranno venire li metterete in una carrozza circondata da dragoni, e li condurrete qui per forza. Mi occorre che venga, per voi e per me. I Billevich sono potentissimi in Jmud, essendo imparentati con tutti gli altri nobili e, se non altro, egli mi servirà d'ostaggio. Inoltre, dietro il porta-spada e Panna Billevich, vi sono tutti gli uomini di Lauda, i quali, se andassero al campo del Voivoda di Vityebsk, sarebbero ricevuti a braccia aperte.

Soltanto nello squadrone di Volodyovski vi sono uomini di Lauda.

— I tutori di Panna Billevich, nevvero? Incominciate col farla venire a Kyedani. Io procurerò di attirare il porta-spada dalla nostra parte, voi tenterete di conquistare la fanciulla. Se ella acconsente, le nozze si celebreranno subito con gran pompa, in caso contrario la condurrete all'altare senza cerimonie. Passata la burrasca tutto andrà bene. È questo il sistema che ci vuole con le donne. Ella piangerà, si dispererà, quando verrà tratta all'altare; ma il successivo penserà che il diavolo non è poi tanto nero come lo si dipinge, e il terzo giorno sarà contenta. Come vi siete lasciati ieri?

— Mi schiaffeggiò moralmente chiamandomi traditore.

— È tanto furiosa! Quando sarete suo marito le direte che si occupi della sua conocchia e non s'ingerisca negli affari pubblici.

Vostr'Altezza non la conosce. Ella possiede una rara perspicacia, e più d'un uomo le invidierebbe il buon senso del quale è dotata.

— Ella vi ha ferito il cuore. Procurate di ferirla anche voi.

Dio lo volesse, Altezza! Io mi sono impadronito una volta di lei colla violenza, ma ho giurato di non farlo mai più. E qualchecosa mi dice che se io la conducessi per forza all'altare, non lo farei col cuore. Se suo zio è convinto, la convincerò, e allora ella mi considererà sotto un altro aspetto. Ora io andrò a Billevich e condurrò qui zio e nipote, perchè temo ch'ella si decida a rifugiarsi in un monastero. Ma dico sinceramente a Vostr'Altezza che vorrei piuttosto assalire l'intera Svezia che presentarmi a lei in questo momento, perchè ella non sa le mie oneste intenzioni e ritiene ch'io sia un traditore.

              


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