Henryk Sienkiewicz
Quo vadis

CAPITOLO LXIX.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

CAPITOLO LXIX.

 

Il giorno dopo, sull'alba, due nere figure andavano lungo la via Appia, verso la Campania.

Una era Nazario, l'altra l'Apostolo Pietro, il quale lasciava Roma e i suoi correligionarî  martirizzati.

Il cielo all'oriente assumeva una lieve tinta di verde, listata gradualmente e più sentitamente ai margini di color zafferano. Gli alberi dalle foglie d'argento, il bianco marmo delle ville, e gli archi degli acquedotti sparsi per la pianura, sbucavano dall'ombra. Il verde del cielo si chiariva a poco a poco in una luce d'oro e l'oriente s'ammantava di un roseo che illuminava i Monti Albani, i quali parevano stupendamente belli, avvolti nel colore del giglio, come se la luce fosse stata fatta solo di raggi.

La luce era riflessa sulle tremolanti foglie degli alberi, e nelle stille di rugiada. La bruma che ondeggiava sulle case cosparse per la pianura, sui cimiteri, sui villaggi e sui gruppi d'alberi, fra i quali biancheggiavano le colonne dei templi, andava sempre piu rarefacendosi ed allargando l'orizzonte.

La strada era deserta. I contadini che conducevano i legumi alla città non avevano ancora attaccati i cavalli ai veicoli, e per lo stradone, tutto lastricato di pietre fino alle montagne, non si udiva che il cupo suono dei sandali di legno dei due viandanti.

Poi apparve il sole lungo la linea dei monti e al tempo stesso gli occhî dell'Apostolo furono colpiti da una meravigliosa visione. Gli pareva che il disco dorato invece di elevarsi sul cielo calasse dalle alture verso la strada.

Pietro si fermò.

Vedi tu, diss'egli, quello splendore di luce che si avvicina a noi?

– Non vedo nulla, disse Nazario.

Pietro si coperse allora gli occhî colle mani e un momento dopo disse:

– Qualcuno viene nella fulgidezza del sole.

Ma non si sentiva alcun rumore di passi e d'intorno signoreggiava una quiete solenne. Nazario vedeva solo ondeggiare gli alberi lontani, come se qualche individuo stesse scotendoli, mentre la luce andava sempre più diffondendosi per la pianura. Stupito guardò l'Apostolo.

Rabbi! che hai? domandò egli spaventato.

Il bastone da pellegrino sfuggì dalle mani di Pietro e cadde in terra: i suoi occhî erano immoti sur un punto del cielo; la sua bocca era aperta; nel suo viso erano la meraviglia, l'estasi, l'incanto.

Indi si gettò sulle ginocchia, protese le braccia, ed emise un grido:

– O Cristo! O Cristo!

E si curvò colla faccia a terra, come se avesse voluto baciare i piedi di qualcuno.

Il silenzio si prolungò fino a quando il vecchio disse tra i singhiozzi:

Quo vadis, Domine?22

Nazario non udì la risposta; ma all'orecchio di Pietro giunse una voce piena di una dolce mestizia.

– Se tu abbandoni il mio popolo, io andrò a Roma a farmi crocifiggere una seconda volta.

L'Apostolo rimase in terra, colla faccia nella polvere, muto e immobile.

A Nazario pareva ch'egli fosse svenuto o morto; ma si alzò alla fine, raccolse il bastone colle mani tremanti, e si volse, senza pronunciare una parola, verso i sette colli della città.

Il giovinetto, vedendo che ritornava sul cammino fatto, gli disse come un'eco:

Quo vadis, Domine?

– A Roma, disse l'Apostolo con voce sommessa.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Paolo, Giovanni, Lino e gli altri fedeli lo ricevettero sorpresi e spaventati, perchè dalla sua partenza all'alba i pretoriani avevano circondato la casa di Miriam e cercato l'Apostolo. A ogni domanda egli rispondeva giubilante e sereno:

– Ho veduto il Signore.

E nella stessa sera andò al cimitero dell'Ostriano a battezzare coloro che volevano mondarsi nell'acqua della vita.

E da allora in poi vi andò ogni giorno e con lui una moltitudine che aumentava sempre. Pareva che da ogni lacrima di un martire fossero nati nuovi cristiani e che ogni gemito dell'Arena avesse trovato eco in migliaia di petti. Cesare nuotava nel sangue e Roma con tutto il mondo pagano era impazzita. Ma tutti coloro ch'erano stufi di violenze e di follie, quelli che erano calpestati, quelli che menavano un'esistenza tribolata e oppressa, tutti i vinti, tutti gli afflitti, tutti gli sfortunati accorrevano ad ascoltare la maravigliosa parola di Dio che per amore degli uomini e per redimerli dai peccati si era lasciato crocifiggere.

Trovato un Dio che potevano amare, avevano trovato ciò che la società del tempo non poteva dar loro: la felicità e l'amore.

E Pietro comprese che Cesare, tutte le legioni potevano trionfare sulla verità vivente, ch'essi non potevano schiacciarla nel pianto e nel sangue e che ora cominciava il trionfo. Comprese pure perchè il Signore l'aveva fatto tornare indietro. La città dell'orgoglio, del delitto, della scelleratezza e della forza stava per essere Sua, per essere la doppia capitale da cui sarebbe uscito pel mondo l'impero delle anime e dei corpi.

 

 





22 Dove vai, Signore?



«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License