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Alfabetica [« »] intellettuali 4 intellettualistica 2 intellezione 5 intelligenza 191 intelligenza-istinto 1 intelligibile 66 intelligibili 26 | Frequenza [« »] 199 reale 198 loro 191 fatto 191 intelligenza 189 ed 186 quel 186 realtà | Giordano Bruno Cavagna La dottrina della conoscenza in Enrico Bergson Concordanze intelligenza |
Cap.
1 II| coscienza, sia quando è intelligenza sia quando è percezione; 2 II| sia la percettività che l’intelligenza e ne renderebbe i dati definibili 3 II| data dell’istinto e dell’intelligenza, l’organazione delle molteplici 4 III| giustificazione e nessuna intelligenza fin che si assuma tale percezione 5 III| intelletto o intendimento o intelligenza – risulta coincidere con 6 III| coerenza, non vedere nell’intelligenza una facoltà tesa alla pura 7 III| di cui appare dotata, l’intelligenza nel suo compito, si accompagna 8 III| della propria realtà. L’intelligenza, dunque, è una facoltà di 9 III| conoscenza, se è vero che l’intelligenza non dipende da null’altro 10 III| relazione che intercorre fra intelligenza e sensibilità, come quella 11 III| che delle cose, fornisce l’intelligenza, partecipa di quella pragmaticità, 12 III| resterà sospeso meno all’intelligenza che a una modalità complessa 13 III| Anche l’intendimento o intelligenza rivela nei propri atti una 14 III| necessità dell’attuale.~ ~ L’intelligenza, d’altro canto, come attività 15 III| quella molteplicità che l’intelligenza non è in grado di fornire 16 III| e alla sistemazione dell’intelligenza. Una volta enunciato l’aspetto 17 III| aspetto più semplice dell’intelligenza, quello universalmente accettato 18 III| attesti della presenza di un’intelligenza.~ ~ Sarebbe stato da attendersi 19 III| di un’unità naturale fra intelligenza e percezione, si passasse 20 III| svincolo dalla prassi, di cui l’intelligenza si dimostra fornita a un 21 III| mondo, complesso di cui l’intelligenza [[refuso di stampa da togliere; 22 III| dattiloscritto: è il mondo, di cui l’intelligenza]] è una parte [[refuso di 23 III| chinandosi può raggiungere l’intelligenza, per dir così, dal di fuori, 24 III| che dalle cose porti all’intelligenza, non dall’intelligenza alle 25 III| all’intelligenza, non dall’intelligenza alle cose. E poiché si dichiara 26 III| poiché si dichiara presente l’intelligenza là dove si presenti il montaggio 27 III| si deve dichiarare che l’intelligenza è una facoltà atta a costruire 28 III| sua azione sulle cose. L’intelligenza in tal modo trova la sua 29 III| il primo principio dell’intelligenza, la condizione della sua 30 III| immersa nel tutto, così l’intelligenza non può essere compresa, 31 III| verso l’interpretazione dell’intelligenza vi è lo spunto permanente 32 III| aveva voluto giustificare l’intelligenza cogliendola come un momento 33 III| così l’inserzione dell’intelligenza nel complesso degli intelligibili 34 III| variazione, la coordinazione. L’intelligenza appare così un atteggiamento 35 III| non solo il rapporto fra intelligenza [[a]] e* materia, ma anche 36 III| anche quello che lega l’intelligenza alla volontà, agli organi 37 III| realtà agente ed efficace. L’intelligenza riesce un semplice mezzo 38 III| Solo sotto questo aspetto l’intelligenza è la prosecuzione della 39 III| predominanti ed esclusive nell’intelligenza, quasi l’intelligenza costituisse 40 III| nell’intelligenza, quasi l’intelligenza costituisse il compimento 41 III| percezione e percezione, l’intelligenza prosegue quest’opera selettiva 42 III| l’opera selettiva dell’intelligenza si manifesta come una prosecuzione 43 III| pragmatico che è sotteso ad intelligenza e percezione nello stesso 44 III| chiaro che percezione e intelligenza tendono entrambe alla discontinuità, 45 III| o, per dir meglio, che l’intelligenza conduce alla sua perfetta 46 III| giustapposizione. L’intervento dell’intelligenza stabilisce di fatto quella 47 III| delle qualità stesse, nell’intelligenza non è neppur più necessario 48 III| interessata a tale aspetto; nell’intelligenza, rappresenta una delle condizioni 49 III| concetti.~ ~ D’altra parte, l’intelligenza si trova ancora sulla linea 50 III| posticipazione dell’atto, l’intelligenza, almeno quell’aspetto dell’ 51 III| almeno quell’aspetto dell’intelligenza che è l’attività concettualizzatrice, 52 III| conoscenza, che, nel caso dell’intelligenza, consiste in una successiva 53 III| scelta può essere operata, l’intelligenza non solo completa quello 54 III| strumento d’azione. Come l’intelligenza, tesa alla fabbricazione 55 III| concetto, così la stessa intelligenza si pone come libertà in 56 III| certo che la libertà che l’intelligenza raggiunge grazie al funzionamento 57 III| intercorrente o pulsante. Nell’intelligenza abbiamo dei concetti e dei 58 III| unificano; la strumentalità dell’intelligenza le impone la funzionalità 59 III| della vitalità in cui l’intelligenza è immersa. E, come si diceva 60 III| indefinita, in quanto l’intelligenza resta vincolata all’ambiente 61 III| e indeterminatezza nell’intelligenza, quindi. Di conseguenza, 62 III| premesse e i giudizi sull’intelligenza e il linguaggio, che il 63 III| definizione entra nel campo dell’intelligenza col suo corteo di oggettività 64 III| necessità di estraniarsi all’intelligenza, necessità imposta a un 65 III| un pensiero che è tutto intelligenza: e la questione dovrà essere 66 III| linguaggio, che, figlio dell’intelligenza, o, se si vuole, simultaneo 67 III| si vuole, simultaneo all’intelligenza, dà corposità ed esige distinzioni 68 III| ogni modo, percezione e intelligenza sono fenomeni di natura 69 III| nella percezione e nell’intelligenza e l’equazione stabilita 70 III| costante abitudine dell’intelligenza separare l’una dall’altra 71 III| della percezione e dell’intelligenza. L’una deve la propria natura 72 III| prerappresentazione.~ ~ L’intelligenza, però, non è soltanto selettività 73 III| impegna ad attribuire all’intelligenza in rapporto sia al mondo 74 III| dalla coscienza. Se per intelligenza s’intende una strutturazione 75 III| distinzione fra percezione e intelligenza, sia perché egli pone la 76 III| la giustificazione dell’intelligenza su di un piano i cui fondamenti 77 III| un’azione virtuale, e dell’intelligenza come l’attitudine a ridurre 78 III| strumento che già possedeva. L’intelligenza non può essere per Bergson 79 III| stesso sia quando dichiara l’intelligenza una delle grandi direttive 80 III| autonomia la coscienza. Se l’intelligenza vien dichiarata facoltà 81 III| proprio vantaggio, così l’intelligenza dovrà essere una manipolazione 82 III| corpo cui appartiene, l’intelligenza deve riuscire a obbligare 83 III| interpretazione di Bergson dell’intelligenza si pone come un «parzialismo», 84 III| soggetto e le cose.~ ~ L’intelligenza, dunque, è una facoltà che 85 III| diversi e considerando l’intelligenza sotto due differenti angoli, 86 III| serva al piano valutativo. L’intelligenza, ripetiamo, è già stata 87 III| di ciò che innato è nell’intelligenza sia per l’allusione a una 88 III| recano lo stampo di Kant. L’intelligenza vien dichiarata conoscenza 89 III| della naturalità con cui l’intelligenza possiede il rapporto. Il 90 III| assicurano che dovunque si dia intelligenza, ivi si danno, anteriormente 91 III| facile, se il ricondurre l’intelligenza al linguaggio non susciti 92 III| per Bergson, questo che l’intelligenza conosce il rapporto, vale 93 III| altri compresenti. Nell’intelligenza, invece, si ha qualcosa 94 III| immagini in una simultaneità; l’intelligenza non sente la qualità delle 95 III| assieparsi di sensazioni, l’intelligenza ne è l’organizzazione, la 96 III| essenzialmente parte di essa, l’intelligenza chiaramente risulta entrare 97 III| Tuttavia, se prendiamo questa intelligenza e, per astrazione, la consideriamo 98 III| che cosa rappresenta l’intelligenza pura, in quanto forma? Non 99 III| questione della formalità dell’intelligenza, presa in sé e non nelle 100 III| cui ci si sofferma sull’intelligenza in quanto forma. Infatti, 101 III| arriva a dimostrare che l’intelligenza non è solo forma, ma è conoscenza 102 III| a Bergson è di fare dell’intelligenza un’attività autonoma, non 103 III| Prendiamo, ad esempio, l’intelligenza, che è poi il punto che 104 III| condizione che siano offerte all’intelligenza le percezioni da schematizzare 105 III| rete formale: e allora l’intelligenza finisce per essere un’entità 106 III| ci dice però che quest’intelligenza non inquadra solo dati sensoriali, 107 III| intelligibilità: questa intelligenza è, dunque, oggettivatrice 108 III| stessa non solo con schemi di intelligenza, ma anche in forme che nulla 109 III| duplice potenzialità di questa intelligenza che, sotto un certo rispetto 110 III| nell’aspetto teorico, l’intelligenza è elemento di conoscenza, 111 III| nell’aspetto pragmatico, l’intelligenza è padrona di aggeggi che 112 III| conoscere deve fare dell’intelligenza una facoltà a priori, al 113 III| necessario non solo che l’intelligenza abbia i ./. propri componenti – 114 III| come abitudine.~ ~ E nell’intelligenza come conoscenza di forma 115 III| Passiamo, ora, ad osservare l’intelligenza come mondo di forme: se 116 III| carattere necessario all’intelligenza, la ripetizione. Conoscere 117 III| ripetizione. Conoscere con l’intelligenza vuol dire conoscere secondo 118 III| puri schemi di rapporto. L’intelligenza, come conoscenza di forme, 119 III| delle sensazioni.~ ~ All’intelligenza, in quanto conoscenza di 120 III| modelli di macchine che l’intelligenza ./. ha finora montato, vediamo 121 III| la materia inanimata. L’intelligenza, quindi, sovraordinata com’ 122 III| o totale o parziale. L’intelligenza, che non è se non un atteggiamento 123 III| quindi, è oggetto dell’intelligenza.~ ~ Infine, il fatto che 124 III| Infine, il fatto che l’intelligenza operi sugli oggetti materiali ./. 125 III| riportano a quel carattere dell’intelligenza che avevamo anticipato in 126 III| proprietà generale dell’intelligenza di essere la facoltà del 127 III| connubio fra sensorialità e intelligenza, si comporta come un solido 128 III| Anche la pura inferenza dall’intelligenza, come conoscenza per rapporti, 129 III| logico, è naturale che l’intelligenza fabbrichi i suoi concetti 130 III| un ultimo carattere dell’intelligenza, che è forse il più tipico, 131 III| e più straordinario dell’intelligenza, un carattere che è consentito 132 III| Qualcosa di simile capita all’intelligenza, la quale pure è una facoltà 133 III| di intelligibili. Così l’intelligenza può schiudersi a una libertà 134 III| percezione, dell’istinto, dell’intelligenza, a seconda che, rispettivamente, 135 III| implicita; e la percezione e l’intelligenza sole offriranno materia 136 III| poiché sia l’istinto che l’intelligenza sono fonte di conoscenza, 137 III| implicita, e poiché non vi è intelligenza che sia priva di istinto 138 III| circondato da un tenue alone di intelligenza, la definizione dell’atto 139 III| vuole, invece, considerare l’intelligenza? Quando si pretenda muovere 140 III| essenza delle cose, ci darà l’intelligenza. Quegli schemi formali, 141 III| frutto di un adattamento dell’intelligenza alla materia e della materia 142 III| materia e della materia all’intelligenza. Sarà forse possibile tentare 143 III| rapporto si esplica mediante l’intelligenza, l’intelligibile non rappresenta 144 III| relativismo proprio dell’intelligenza. Bergson stabilisce in tal 145 III| quali la percezione e l’intelligenza, introducono il principio 146 III| reciproco della materia e dell’intelligenza.~ ~ Ma non appena si presenti 147 IV| conseguenza il comportamento che l’intelligenza assumerà nei suoi confronti, 148 IV| risulterà dotata l’azione dell’intelligenza sulle cose, non potrà essere 149 IV| vista è lecito dare all’intelligenza: questa non è altro che 150 IV| conservandone la funzionalità. L’intelligenza quindi, che sembra servirsi 151 IV| costituisce la conoscenza dell’intelligenza, non può non sottostare 152 IV| relazioni che si danno fra l’intelligenza e la materia inerte. Senza 153 IV| questione del valore dell’intelligenza e i problemi paralleli che 154 IV| ponendo, sia sui rapporti fra intelligenza e materia inerte, sia sulla 155 IV| della pragmaticità dell’intelligenza e quindi dell’incapacità 156 IV| attualità.~ ~ Quindi un’intelligenza, che di fronte all’attuale 157 IV| Accogliamo l’ipotesi di una intelligenza «inebetita», di un’intelligenza 158 IV| intelligenza «inebetita», di un’intelligenza cioè che sia solo capace 159 IV| succedere delle cose: una tale intelligenza non necessiterà di rapporti, 160 IV| affettiva che ha pervaso l’intelligenza e di cui l’intelligenza 161 IV| l’intelligenza e di cui l’intelligenza stessa stenta a rendersi 162 IV| particolare interpretazione dell’intelligenza propria del pensiero bergsoniano. 163 IV| generale: ogni volta che l’intelligenza in particolare o la coscienza 164 IV| sfiducia nei poteri dell’intelligenza; un’esigenza di avvilire 165 IV| problema della genesi dell’intelligenza, ma che tuttavia non verrà 166 IV| problema della genesi dell’intelligenza, dall’altro una nuova nozione 167 V| vantaggio del vivente, nell’intelligenza Bergson vede una ragnatela 168 V| il piano dell’azione, l’intelligenza non è in grado di rappresentarsi 169 V| applicazione pratica di esso: che l’intelligenza per la sua struttura pragmatica 170 V| conoscenza per percezione e per intelligenza tende per sua natura a un 171 V| satura di spazialità, l’intelligenza sarà in grado di conoscere, 172 V| del raggio distinto dell’intelligenza. Ne è prova che per una 173 V| da una applicazione dell’intelligenza alla materia inorganica, 174 V| sostrato luminoso di cui l’intelligenza sarebbe la solidificazione 175 V| al proprio superamento. L’intelligenza discorsiva, infatti, atteggiata 176 V| l’altra, ricostruita dall’intelligenza, che retrospettivamente 177 V| inquadrarsi negli schemi di una intelligenza discorsiva. La distinzione, 178 V| materia. Quindi scienza e intelligenza vanno d’accordo nel guardare 179 V| successiva rivalutazione dell’intelligenza, condotta sulla problematica 180 V| siffatta e si veda, nel porre l’intelligenza come germe attivo nell’ambito 181 V| come l’insufficienza dell’intelligenza alla vita e come necessità 182 V| fissare nozioni comuni, che l’intelligenza – per servirci dell’espressione 183 V| coscienza, sia quello dell’intelligenza alla vita o al movimento. 184 V| capacità intellettive.~ ~ L’intelligenza, a sua volta, data la fondazione 185 V| analisi del rapporto fra intelligenza e materia inorganica. Infatti, 186 V| problema di genesi dell’intelligenza dal flusso vitale che è 187 V| metafisico della deduzione dell’intelligenza dalla surcoscienza da un 188 V| risolvere o sanare. Questa intelligenza, che dapprima dovrebbe costituire 189 V| cui vanno soggette e l’intelligenza e l’intuizione, rendono 190 V| certe pagine legato all’intelligenza da un lato, all’istinto 191 V| processo trasformistico, l’intelligenza e l’istinto, valgono sì