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Alfabetica [« »] cosa 99 cosciente 94 coscienti 16 coscienza 716 coscienza-materialità 1 coscienza-oggetto 2 coscienza-scelta 1 | Frequenza [« »] 764 da 720 o 717 come 716 coscienza 709 le 687 ma 660 alla | Giordano Bruno Cavagna La dottrina della conoscenza in Enrico Bergson Concordanze coscienza |
Cap.
1 Pre| intendimento, se cioè la coscienza che descrive ./. si mette 2 Pre| non basta più, perché la coscienza che dovrebbe utilizzarlo 3 Pre| potenziale, la storia, appena la coscienza che la costruisce passa 4 Pre| Ma l’immagine che la coscienza umana ha il diritto di darsi 5 Pre| quest’immagine di cui la coscienza è capace, altre teorie della 6 Pre| rappresentazione, entro la coscienza, di un antecedente, o logico 7 Pre| in più, se è lecito alla coscienza attribuire alle modalità, 8 Pre| od organizzazione che la coscienza umana dà a se stessa quando 9 Pre| condizione, anzitutto che la coscienza che le ha scritte sia partita 10 Pre| umano, poi che, qualora tale coscienza abbia allargato quel presupposto 11 Pre| concettuali, ma tocca la coscienza in generale, la quale nello 12 Pre| facce; posto questo, la coscienza, orientata al contemplare, 13 Pre| componenti, ad eccezione della coscienza conoscente, sian necessitate 14 Pre| apriormente concepito tale, alla coscienza non resta che prenderne 15 Pre| esclude la conoscenza che la coscienza ha la liceità di averne; 16 Pre| illecito o ineffettuabile alla coscienza capire come l’uno confluisca 17 Pre| confluisca nell’altro, ma che la coscienza, entro certi limiti, riuscirà 18 Pre| per ciò che riguarda la coscienza conoscente e l’umano: questo 19 Pre| prendere una di queste cose, la coscienza conoscente, trattarla come 20 Pre| queste considerazioni la coscienza umana, in certi atteggiamenti 21 Pre| organizzazioni concettuali che la coscienza conoscente si dà in qualsiasi 22 Pre| per quel che riguarda la coscienza conoscente, nello stesso 23 Pre| efficiente, ha garantito alla coscienza conoscente, ./. come a tutte 24 Pre| divenire cui appartiene la coscienza che lo ha enunciato come 25 Pre| data la liceità a nessuna coscienza che appartenga ./. allo 26 Pre| delle due l’una: o quella coscienza, che ha conseguito l’una 27 Pre| immagine voglia darsene la coscienza, quanto rispetto alla deformazione 28 Pre| che di esso deve averne la coscienza che accetti l’una delle 29 Pre| teoria -; oppure la stessa coscienza deve precludersi l’utilizzazione 30 Pre| quando l’oggetto di cui la coscienza vuol darsi la conoscenza 31 Pre| coerenza consentita a una coscienza che muova alla storia partendo 32 Pre| aspetti umani, ma non della coscienza umana che conosce per rappresentazioni 33 Pre| erigendo dall’altro la coscienza a un privilegiato dall’extraterritorialità, 34 Pre| organismi cognitivi che la coscienza orientata al conoscere genera, 35 Pre| contraddizione con essi, ogni coscienza che ha fatto nel passato 36 Pre| tempo non è conquista della coscienza conoscente della nostra 37 Pre| col tempo.~ ~ Quando la coscienza umana volta al conoscere 38 Pre| rivolge quando la stessa coscienza s’impegna a fare della storiografia 39 Pre| fatto che nell’un caso la coscienza giunga a certe rappresentazioni 40 Pre| di un errore della stessa coscienza, una contraddizione che 41 Pre| rappresentazione che la coscienza si fa dell’umano come di 42 Pre| ragion sufficiente che la coscienza è dotata di correlazioni 43 Pre| costituisca nella nostra coscienza un dato di fatto e un concetto 44 Pre| differenti applicazioni che la coscienza fa dell’attenzione ad esso, 45 Pre| altrettanto vero che, quando la coscienza inferisce da ciò che il 46 Pre| rappresentazioni di rapporti la coscienza se le dia per mantenere 47 Pre| delle operazioni che la coscienza compie sull’oggetto del 48 Pre| che per assicurare alla coscienza conoscente quell’unità, 49 Pre| cosiddetta loro compresenza alla coscienza, che di fatto non è se non 50 Pre| stesse operative di una coscienza di tipo umano conoscente 51 Pre| due sono i modi con cui la coscienza guarda all’unico oggetto 52 Pre| umano, e, quindi, per questa coscienza due sono gli stati di quest’ 53 Pre| per la ./. liceità che la coscienza ha di ricondurre l’aggregato 54 Pre| ossia riproduttivo per la coscienza, del divenire conosciuto 55 Pre| appunto viene assunto dalla coscienza come un tutto definito, 56 Pre| stesso rapporto -, nessuna coscienza riuscirebbe a darsene l’ 57 Pre| cangiante l’unità in sé, la coscienza si trova a portata la liceità 58 Pre| oggetto vien preso dalla coscienza sotto un altro aspetto e 59 Pre| alcuni dei risultati che la coscienza umana consegue con le sue 60 Pre| dalle concezioni che la coscienza elabora nei confronti della 61 Pre| oggetto di fronte a cui la coscienza umana si pone, e che deve 62 Pre| modalità di funzionamento della coscienza umana: ogniqualvolta sia 63 Pre| funzionale dal tempo, la coscienza conoscente sarà tenuta ad 64 Pre| si traduce nella presa di coscienza di altrettanti rapporti 65 Pre| è capitato alla presa di coscienza dell’umano come di un divenire 66 Pre| è lecito perché nessuna coscienza umana ha la liceità di disporsi 67 Pre| ammettere sia stata posta dalla coscienza quella rappresentazione 68 Pre| nella storia, la nostra coscienza non sfugge alla sua condizione 69 Pre| attraverso il tempo della coscienza a un oggetto «cosa» costantemente 70 Pre| obiezione, ancora, che una coscienza che aduni in sé teorie passate 71 Pre| operazioni e nei meccanismi della coscienza; la prima è un rifar presente 72 Pre| della libertà e quella della coscienza epifenomeno, i problemi 73 I| conclusione amara che alla coscienza sono aperti giudizi di valore 74 I| il primo campo impegna la coscienza nella sua totalità, mentre 75 I| mentre il secondo impegna la coscienza entro quei limiti che potremmo 76 I| spostamento di interesse che la coscienza opera da un punto di vista 77 I| riguardo a «stati» che alla coscienza nella sua attualità appaiono 78 I| conoscere solo quando la coscienza si atteggia in modo che 79 I| quello di appartenere alla coscienza. Ne consegue che l’atteggiamento 80 I| alla genesi dello stato di coscienza fondamentale, da cui dipendono 81 I| riguarda direttamente la coscienza nell’istante preciso in 82 I| fece per «sistemare» la sua coscienza nei confronti degli interrogativi 83 I| quello fra una facoltà della coscienza e un’altra facoltà, di cui 84 I| tutto ciò che appare alla coscienza, secondo una sola e identica 85 I| sui dati immediati della coscienza», «Materia e memoria», « 86 I| vivissimo, il presupposto che la coscienza possieda un potere gnoseologico ./. 87 I| sono le tre molle nella coscienza di Bergson. Sotto l’urto 88 I| oggetto che è conosciuto e la coscienza che lo conosce. Si trovava, 89 I| conoscenza assoluta, se non della coscienza nella sua essenza, almeno 90 I| sua essenza, almeno della coscienza in uno dei suoi atteggiamenti, 91 I| due essenziali:~ ~a) la coscienza – togliendo dal concetto 92 I| togliendo dal concetto di coscienza quanto di spaziale o di 93 I| tentativo da parte della coscienza, diretto ad inquadrarla 94 I| empirismo – per il quale la coscienza si regola sulle cose; il 95 I| concordanza fra le cose e la coscienza; il kantismo – per cui le 96 I| cose sono regolate dalla coscienza. L’empirismo, analizzando 97 I| entrando a far parte della coscienza, sia che si voglia accogliere 98 I| dal complesso empirico, la coscienza è in grado di lavorare soltanto 99 I| prestabilito fra la ./. coscienza e il reale. Per Kant, invece, 100 I| possibilità di intendimento della coscienza. Si considerino le conseguenze 101 I| quando giunge alla piena coscienza del suo principio - (nel 102 I| assoluta relatività, e la coscienza è affatto inadeguata rispetto 103 I| conseguenza nell’intimo della coscienza – l’idolo che ha fuorviato 104 I| con cui si presentano alla coscienza tutti i dati, sia ./. quelli 105 I| viene a presentarsi alla coscienza, sia immediata o, piuttosto, 106 I| conformandovisi, con la coscienza discorsiva, coi suoi metodi 107 I| essa errata. Il mondo della coscienza discriminativa è frazionato 108 I| snaturata» che si impone alla coscienza. Il frazionamento dell’unità 109 I| adegua a quell’essere che la coscienza conosce sì, ma conosce per 110 I| oscure profondità della coscienza, se poi si prendessero in 111 I| meno, non sarebbe dato alla coscienza – dal momento che l’indagine 112 I| reale, sul contenuto della coscienza considerato nella sua natura, 113 I| che l’esame empirico della coscienza ha in questa posto in luce, 114 I| descrizione degli stati di coscienza si dimostra poter avvenire 115 I| qualunque ripiegamento di una coscienza su se stessa allo scopo 116 I| già proprio in seno alla coscienza agisce quella norma discorsiva 117 I| di conoscer se stessa la coscienza non si sottrae alla legge 118 I| eliminazione, potendo allora la coscienza uscir di sé, per afferrare 119 I| funzioni speciali della coscienza, essenzialmente costituite 120 I| funzioni speciali della coscienza, essenzialmente costituite 121 I| dovremmo affermare che nella coscienza vi è qualcosa di più che 122 I| strumento. La struttura della coscienza, per quel che riguarda l’ 123 I| assicura esistere nella nostra coscienza e di cui si tratta di stabilire 124 I| facoltà, posseduta dalla coscienza ad aderire immediatamente 125 I| la sua esistenza nella coscienza, fan tutt’uno con l’attitudine 126 I| con l’attitudine che la coscienza possiede a conoscerlo. L’ 127 I| fenomenica, di ciò che per coscienza deve intendersi, e che, 128 I| voleva fosse condotta sulla coscienza, come quella da cui nasce 129 I| intimità dell’assoluto alla coscienza non parlava una nuova forma 130 I| complesso dei fatti della coscienza, la teoria di Bergson ingrossa 131 I| dottrina dei fatti della coscienza e quello tenuto da altri: 132 I| sui dati immediati della coscienza nella concezione del mondo, 133 I| oggetto l’essenza della coscienza e in quanto alla dichiarazione 134 I| costitutivo dell’essere della coscienza, dovrà assumersi come norma 135 I| norma interpretativa che la coscienza erige a generale ed assoluta, 136 I| del complessivo fatto di coscienza e i generali quesiti filosofici, 137 I| Bergson, dell’essenza della coscienza, del rapporto fra stato 138 I| disciplina ./. che guarda alla coscienza non diversamente da come 139 I| fatto cosciente, non alla coscienza: questa può ridursi ad una 140 I| della sua nozione tipica di coscienza: ma la questione delle differenze 141 I| oggetto, il contenuto di coscienza, può essere colto in sé 142 I| rappresentazione linguistica della coscienza alla rappresentazione vissuta 143 I| quando vuole applicarsi alla coscienza fallisce alle sue pretese 144 I| intendimento in particolare, della coscienza discorsiva in generale. 145 I| donazione immediata della coscienza di sé all’uomo. La durata 146 I| particolare fatto che la coscienza era in grado di acquisire 147 I| riservato al puro contenuto di coscienza. Ma non si può disconoscere 148 I| acquisizione immediata che la coscienza ha di sé, o se piuttosto 149 I| comportamento fiscale che la povera coscienza intellettiva ha dovuto finora 150 II| dunque, o secondo grado della coscienza atteggiata alla conoscenza, 151 II| generali alla cui norma la coscienza formula il giudizio. Ma 152 II| cioè di ogni atto della coscienza che sia unificatore di un 153 II| funzione gnoseologica della coscienza. In verità, dal momento 154 II| appunto come pensato, dalla coscienza immanente al pensiero di 155 II| identifica con il senso che ogni coscienza possiede di sé, non appena 156 II| tale: è autocoscienza, cioè coscienza dell’unità intrinseca al 157 II| passaggio dall’istante in cui la coscienza erige se stessa a fattore 158 II| di Kant il momento della coscienza che pone sé come un reale 159 II| assumere isolatamente la coscienza di sé dell’io per farne 160 II| psicologica che riconosce alla coscienza l’attitudine ./. a pensare 161 II| se non la capacità della coscienza di «sentire» che il fatto 162 II| Kant è il permanere della coscienza identica a se stessa di 163 II| intendimento, vale a dire della coscienza ordinata alla conoscenza, 164 II| racchiusa e confinata la coscienza, in una tragica autonomia; 165 II| da elaborare. Perciò la coscienza potrà pensare, cioè conoscere 166 II| intuizione, onde per la coscienza possa divenire oggetto, 167 II| unificarsi in un oggetto per la coscienza, verrà quindi denominato – 168 II| pura dell’intelletto». La coscienza, perciò, non nella sua esistenza, 169 II| di dare sufficienza alla coscienza, in quanto pensiero atteggiato 170 II| l’essere universale; la coscienza, con l’intuizione della 171 II| autocosciente dell’esistere: la coscienza diviene sufficiente a sé, 172 II| coincidente con l’essere, la coscienza, perché l’appercezione intuitiva 173 II| fatto che il possesso che la coscienza ha immediatamente di sé, 174 II| operazioni soggettive la coscienza da parte del soggetto di 175 II| necessità, essendo tale coscienza l’unica e l’ultima categoria 176 II| trascendentali, soltanto la coscienza del soggetto offre ancora 177 II| all’unità; e giacché nella coscienza stessa tutti i possibili 178 II| del senso immediato che la coscienza possiede di sé, si demanda 179 II| superamento dei limiti della coscienza~ ~ …… ./. riflessa, superamento 180 II| attività spontanea della coscienza non possono non far capo 181 II| adattarla alle necessità di una coscienza, che si dà come condizionata, 182 II| sottrarre l’essere della coscienza dalle imposizioni della 183 II| dunque, è estranea alla coscienza, in quanto pensiero; non 184 II| viene respinta in quanto la coscienza pensante è una modificazione 185 II| risolvendolo «anche» in coscienza.~ ~Per la verità, lo sforzo 186 II| condotti a subordinare l’intera coscienza riflessa, negandole l’assolutezza 187 II| assunto come presente alla coscienza, esistenza e pensiero si 188 II| fatto, non tutto è dato alla coscienza: per la verità, quando essa 189 II| impone e sovrappone alla coscienza, sia quando intuisce sia 190 II| ciò che è estraneo alla coscienza. Onde si crea uno squilibrio 191 II| dipendenza da ciò che la coscienza possiede con immediatezza. 192 II| tale che fra pluralità e coscienza non si ponga indipendenza, 193 II| soggettività, o limitazione alla coscienza della cognizione, appunto 194 II| stabilisce, nell’ambito della coscienza che conosce, una unità la 195 II| elemento di estraneità nella coscienza, o meglio ha eretto uno 196 II| Bergson, al contrario, la coscienza è veramente sufficiente 197 II| assoluta autonomia della coscienza, cioè il suo assoluto distacco 198 II| kantiano l’esistenza della coscienza determina la cognizione, 199 II| passività ordinatrice della coscienza, che intuisce e perciò accetta 200 II| attività unificatrice della coscienza che pensa organizzando la 201 II| sensazione e il concetto: la coscienza percepisce in maniera per 202 II| unico atteggiamento della coscienza, sia quando è intelligenza 203 II| esistere dal pensare: la coscienza esiste perché pensa, e il 204 II| tante di un esistente, e la coscienza per pensare necessita di 205 II| superamento dei limiti della coscienza riflessa, superamento che 206 II| attività spontanea della coscienza non possono non far capo 207 II| adattarla alle necessità di una coscienza, che si dà come condizionata, 208 II| sottrarre l’essere della coscienza dalle imposizioni della 209 II| dunque, è estranea alla coscienza, in quanto pensiero, non 210 II| viene respinta in quanto la coscienza pensante è una modificazione 211 II| risolvendolo “anche” in coscienza.~ ~ ~ ~Per la verità, lo 212 II| condotti a subordinare l’intera coscienza riflessa, negandole l’assolutezza 213 II| assunto come presente alla coscienza, esistenza e pensiero si 214 II| applicazione al contenuto della coscienza si passi alla cosiddetta « 215 II| ogni contenuto e ridurre la coscienza ai suoi principi evidenti: 216 II| evidenza al sentimento che la coscienza possiede in ciascuno dei 217 II| resta acquisito che la coscienza d’ora in poi avrà la facoltà 218 II| stessa. Che se poi dalla coscienza, che di sé fa la sola verità, 219 II| proposizione che da un atto della coscienza ne deduce il senso dell’ 220 II| è pensiero, vale a dire coscienza, la coscienza e l’esistenza 221 II| vale a dire coscienza, la coscienza e l’esistenza coincidono 222 II| proposizione dell’autocoscienza, la coscienza e l’esistenza coincidono, 223 II| se cioè là dove sia una coscienza – sotto qualsivoglia aspetto 224 II| attua come cosciente.~ ~ La coscienza è l’esistenza. Ricercare 225 II| sicurezza nel senso che la coscienza possiede della propria esistenza 226 II| esistenza a un fatto della coscienza; ma fare di quel senso l’ 227 II| sia pensiero. Allora la coscienza viene a coincidere con l’ 228 II| debba identificarsi con la coscienza. Tanto Cartesio quanto Kant 229 II| transitività di dipendenza fra coscienza ed esistenza, riuscirà impossibile 230 II| a qualcosa d’altro dalla coscienza in nome di un’essenza - 231 II| non identificantesi con la coscienza. Ma perché ciò fosse evidente, 232 II| autonomo rispetto a quello di coscienza. Ma quando si assuma a fondamento 233 II| identificano nel «Cogito» coscienza ed esistenza, stabilendo 234 II| caso all’esistere della coscienza la sufficienza a fondarne 235 II| accompagna ogni atto della coscienza, sì che ogni fatto non si 236 II| delle eventuali altre che la coscienza può accettare come costitutive 237 II| in virtù dei quali la coscienza si identifica con l’esistenza -, 238 II| generalità del contenuto di coscienza, piuttosto che nel pancriticismo, 239 II| esclusivamente relativa alla coscienza in cui si verifica e che 240 II| esistenza è indipendente dalla coscienza. La nozione di una essenza, 241 II| impossibilità intrinseca alla coscienza di fuoruscire da sé con 242 II| pretenda ritrovare nella coscienza l’esistenza di un’entità 243 II| esistenza di un’entità che non è coscienza. Nell’uno e nell’altro caso 244 II| assumere soltanto i dati che la coscienza possiede immediatamente; 245 II| vale a dire dai dati della coscienza, nondimeno vengono poste 246 II| In altri termini, se la coscienza si ripiega su di sé a cogliersi 247 II| ritrovare nell’ambito della coscienza, che essi si son posta come 248 II| muove dal pensiero: ma nella coscienza non ricerca fattori che 249 II| forma del pensiero. L’intera coscienza allora sarebbe argomento 250 II| esistenza di qualcos’altro dalla coscienza.~ ~ Ma qual è la valutazione 251 II| forme o i modi con cui la coscienza conosce alla formula secondo 252 II| dignità teoretica. Perché alla coscienza si riconosce competere la 253 II| circoscrivere le funzioni della coscienza e in particolare della ragione 254 II| renderla immanente alla coscienza e ne limiti la portata alla 255 II| atteggiamento disinteressato della coscienza. E la relatività gnoseologica 256 II| oggetto. Lo strumento della coscienza produrrà ancora il fenomeno: 257 II| necessità intrinseca alla coscienza di ripiegarsi sull’oggetto 258 II| appena esso vi penetra, la coscienza, che col suo occhio può 259 II| fatto, nel primo caso la coscienza appare avvinta alle sue 260 II| di qualcosa d’altro dalla coscienza, ci sarebbe forse data la 261 II| fatto che non racchiude la coscienza in se stessa, in quanto 262 II| rinvenuto e catalogato nella coscienza fossero entrati a far parte 263 II| senso di identità che la coscienza possiede nell’atto del pensiero, 264 II| unico centro che agisce, la coscienza, - vale a dire il senso 265 II| senso di identità che la coscienza ha di sé non come pensiero, 266 II| all’autocoscienza.~ ~La coscienza, racchiusa entro la sfera 267 II| di identità che dona alla coscienza che l’esercita, si erge 268 II| del problema cognitivo: la coscienza contempla e, immobile nella 269 III| CONOSCENZA~ ~ ~ ~ Esaminiamo la coscienza nell’atto con cui - almeno 270 III| funzione nei riguardi della coscienza e delle cose. Ma che cosa 271 III| aspetto di un principio che la coscienza accoglie intuitivamente 272 III| dei vari modi con cui la coscienza conosce, Bergson ebbe la 273 III| attività che è proprio della coscienza; continuo è l’appello a 274 III| impossibilità di concepire la coscienza come uno schermo che accetta 275 III| psichiche disinteressate: la coscienza riproduce, rappresenta e 276 III| un’altra attività della coscienza a far ricorso alle immagini, 277 III| a materia dia luogo alla coscienza come a suo fenomeno, sia 278 III| delle condizioni per cui la coscienza può attingere la realtà 279 III| che si stabilisce fra la coscienza che conosce e il termine 280 III| vivevano non come stati della coscienza – secondo un modo in cui 281 III| secondo un modo in cui la coscienza avrebbe potuto vivere senza 282 III| come atteggiamenti della coscienza; la rottura dell’unità ha 283 III| motivo della presenza nella coscienza di un fenomeno del tipo 284 III| carattere fondamentale della coscienza che è l’azione e il comportamento. 285 III| come atteggiamenti della coscienza, secondo un vincolo che 286 III| visione dei rapporti fra coscienza e materia e consentono di 287 III| eliminarle. Si consideri la coscienza un fenomeno contingente 288 III| gli stati elementari della coscienza, particolarmente quelli 289 III| riconosciuta l’esistenza di una coscienza, pretende relegarla in un 290 III| della conoscenza postula una coscienza indipendente dalla materia, 291 III| si riporta al piano della coscienza e ne si fa una percezione, 292 III| atti disinteressati della coscienza. I quali presupposti conducono, 293 III| nel luogo B + 1 nella mia coscienza si dia una percezione tale 294 III| quell’universo che è la coscienza: e, ciò facendo, vien meno 295 III| abitudini cognitive della coscienza. Cominciamo col considerare 296 III| di materi aedi spirito, coscienza e oggetto, ./. sensazione 297 III| azione o di esse sulla coscienza o della coscienza su di 298 III| sulla coscienza o della coscienza su di esse, giustifica la 299 III| cosa nel linguaggio della coscienza né un rapporto speculativo 300 III| interpretazione del fatto di coscienza. Tuttavia non può non riceverne 301 III| tendenza, di modo che se fra coscienza e sistema nervoso è da supporsi 302 III| accompagna da un lato a una coscienza sempre più ricca, dall’altro 303 III| sua modificazione da una coscienza, vale a dire dall’atto cognitivo 304 III| corrispondente dello stato di coscienza; o la percezione è un elemento 305 III| lo stato percettivo. La coscienza, quindi, non è geneticamente 306 III| indipendenza allo stato di coscienza, sia che l’uno si riduca 307 III| realizzazione simmetrica. La coscienza e la materia, qualunque 308 III| vista, al contrario, pone la coscienza a complemento della situazione 309 III| a un estremo lo stato di coscienza ./. e all’altro estremo 310 III| identifica l’attitudine della coscienza, nei confronti delle infinite 311 III| condizione va unita alla coscienza, nel qual caso non si farebbe 312 III| conseguenza, annullare la coscienza, come quelli che elidono 313 III| induce a riconoscere alla coscienza l’attitudine particolare 314 III| riducono a dei rapporti che la coscienza impone alle cose, così come 315 III| alla natura della stessa coscienza, se di contro non se ne 316 III| il grado supremo cui la coscienza può giungere nella dichiarazione 317 III| fondamentale che dello stato di coscienza cognitivo e dell’esigenza 318 III| ineliminabile esigenza insita nella coscienza di agire sulle cose, di 319 III| servirsene. L’esistere della coscienza impone un rapporto pragmatico 320 III| tali che consentono alla coscienza di inserirvisi. Questo adattamento 321 III| definitiva altro che la coscienza medesima.~ ~ D’altra parte, 322 III| assunzione del reale alla coscienza [[ refuso di stampa da togliere: 323 III| degli oggetti da cui la coscienza è circondata. In questo 324 III| rapporto di libertà fra la coscienza e le cose, in quanto è la 325 III| oggetti, ma conferisce alla coscienza una libertà di relazione 326 III| sfera priva della luce della coscienza, come quello che va accompagnato 327 III| L’istinto è alieno dalla coscienza, l’intendimento non può 328 III| allora, non solo apporta coscienza all’attività intellettiva, 329 III| azione e reazione della coscienza col mondo, assumendosi la 330 III| condizione di esistenza della coscienza stessa in cui la sensazione 331 III| traduzioni particolari che la coscienza opera entro di sé di quanto 332 III| lo strumento creatore di coscienza, quanto, invece, un meccanismo 333 III| indeterminatezza di cui la coscienza approfitta per atteggiarsi 334 III| cogliendola come un momento della coscienza e astraendo tale momento 335 III| identificato con la totalità della coscienza stessa, con la conseguenza 336 III| identità e di permanenza, della coscienza. E, inoltre, come il riportare 337 III| così un atteggiamento della coscienza capace di spostare degli 338 III| delle branche con cui la coscienza, in quanto azione, tenta 339 III| già del modo con cui la coscienza conosce, ma dei mezzi che 340 III| conosce, ma dei mezzi che alla coscienza si offrono per diventare 341 III| appare alla superficie della coscienza, al piano essenziale o genetico 342 III| o genetico di ciò che la coscienza produce in sé per l’intervento 343 III| intervento attivo della coscienza tesa ad utilizzare la percezione, 344 III| interessasse organi dei sensi e coscienza a quei continui qualitativi 345 III| che si debba intendere per coscienza è cosa difficile da potersi 346 III| avesse potuta dare. Ora la coscienza, in sede di indagine puramente 347 III| realtà sarebbe, quindi, coscienza. Ma l’affermar questo non 348 III| ancora dire che cos’è la coscienza. E del pari non vuol dire 349 III| dare una definizione della coscienza il sottoporci l’equazione ./. 350 III| accompagnano e si sintonizzano alla coscienza. D’altra parte, Bergson 351 III| darci la definizione della coscienza, così come in fondo non 352 III| dire nei confronti della coscienza è che per Bergson essa doveva 353 III| possiede e lo presenta: coscienza equivale a consapevolezza. 354 III| contingenza e la presenza della coscienza. Il problema dell’unirsi 355 III| stato psicologico al fattore coscienza è da Bergson impostato secondo 356 III| fenomeno che non s’accompagna a coscienza, l’interesse per l’inconscio. 357 III| indipendentemente dal suo darsi nella coscienza: si tratterebbe di spiegare 358 III| un suo presentarsi alla coscienza sotto forma di immagine 359 III| o l’essere attuale nella coscienza o il far parte, come anello, 360 III| attualmente presenti nella coscienza, in quanto il quadro che 361 III| tali che la presenza nella coscienza di uno di essi attesta dell’ 362 III| attualità nella sfera della coscienza: tutto ciò che di psicologico 363 III| psicologico non è avvertito dalla coscienza, non è dotato di esistenza. 364 III| perché non afferrato dalla coscienza, allo stesso modo che si 365 III| materiale non percepita dalla coscienza, sussiste di per sé in grazia 366 III| di fuori dei limiti della coscienza, non si può dare che l’appellativo 367 III| rappresentazione che si dà nella coscienza come presente – stato che 368 III| questi non sono presenti alla coscienza, ma ne restano esclusi, 369 III| costituiva percezione e coscienza, pur sussistendo di per 370 III| come annullamento della coscienza – dal fatto di un loro mancato 371 III| materiali anche se non dati alla coscienza. Sotto quale punto di vista, 372 III| fra ciò che s’intende per coscienza e ciò che dovrebbe intendersi 373 III| psicologico oltre i limiti della coscienza nasce dall’applicazione 374 III| nasce dall’applicazione alla coscienza di quegli schemi di intendimento 375 III| uno dei caratteri della coscienza, come fenomeno, è quello 376 III| movimento, vale a dire la coscienza che il corpo organizzato 377 III| di cui il presente e la coscienza, che lo dichiara e lo fa 378 III| Donde la descrizione della coscienza come facoltà di scelta e 379 III| dilungheremo sulla gradualità della coscienza di cui i vari istinti sarebbero 380 III| né sull’iniziale stato di coscienza che adornerebbe ogni forma 381 III| ivi si ha annullamento di coscienza. Il che, in altre parole, 382 III| significa che ./. si dà coscienza ogniqualvolta dinanzi a 383 III| scelta. In tal modo, la coscienza diviene ancora una manifestazione 384 III| giustificato il carattere di coscienza che appare proprio della 385 III| discontinuità, indeterminatezza e coscienza, presenta anche altri caratteri: 386 III| articolano intorno alla coscienza sia al mondo delle immagini 387 III| indipendentemente dalla coscienza. Se per intelligenza s’intende 388 III| nella malleabilità della coscienza, e, quindi, vedendovi un 389 III| interpretazione da parte della coscienza delle sensazioni e delle 390 III| dati si sistemano nella coscienza una volta penetrativi: costoro 391 III| momento in cui si dà alla coscienza, ma che pur sussiste dal 392 III| elemento di contatto fra coscienza e universo, l’intelligibile, 393 III| quindi, ammettere che la coscienza possa essere uno specchio 394 III| che appartiene a tutta la coscienza e che, perciò, oltrepassa 395 III| non alla condizione che la coscienza nell’atto in cui conosce 396 III| la conoscenza è per la coscienza uno strumento d’azione, 397 III| di continua autonomia la coscienza. Se l’intelligenza vien 398 III| facoltà connaturata alla coscienza che vuol vivere secondo 399 III| degli intelligibili nella coscienza che le deve accogliere sotto 400 III| conoscere per ricercare entro la coscienza stessa i coefficienti che 401 III| facoltà che è autonoma nella coscienza e che, se pur presenta caratteri 402 III| attività percettiva della coscienza: infatti, il complesso delle 403 III| un’immagine, obblighi la coscienza a correre lungo il suo filo 404 III| intendersi la capacità di una coscienza di prender contatto con 405 III| crea un mosaico in cui la coscienza scorge le cose e l’ordine 406 III| se non il possesso che la coscienza raggiunge di qualcosa che 407 III| processo reversibile per cui la coscienza può spostarsi dal presente 408 III| attraverso cui scorgiamo nella coscienza la facoltà di riuscire a 409 III| acquisito da parte della coscienza di qualcosa che essa non 410 III| conoscere, di attitudine della coscienza al conoscere. E ciò è comprovato 411 III| generico da parte della coscienza ./. di qualcosa di rappresentabile 412 III| determinato da parte della coscienza di qualcosa che non solo 413 III| possesso, ma un modo della coscienza di dirigersi, secondo abitudini 414 III| capace di sussistere nella coscienza a lato e parallelamente 415 III| un’interpretazione della coscienza che si porti al di là delle 416 III| toto la sistemazione della coscienza. In tal modo, Bergson viene 417 III| selettività deriva la luce di coscienza che l’illumina; ma non potrebbe 418 III| isolata, qualcosa che la coscienza porta seco solo grazie alle 419 III| limita la propria azione alla coscienza, ma l’estende anche alle 420 III| anche alle cose di cui la coscienza deve servirsi e a cui la 421 III| deve servirsi e a cui la coscienza ricorre come a ciò che è 422 III| gnoseologico quale si pone in una coscienza umana -, resta pur sempre 423 III| esso è uno dei modi che la coscienza possiede di elaborare il 424 III| percezioni a quei bisogni della coscienza che non possono limitarsi 425 III| inoltre una facoltà che la coscienza non può non aver modellato 426 III| attenzione che dirige la coscienza lungo un certo indirizzo 427 III| giungono ad ogni istante alla coscienza, vi si imprimono attraverso 428 III| questa volta trasportare alla coscienza, la quale ad ogni istante 429 III| già son penetrati nella coscienza. La sensazione, quindi, 430 III| sensazioni consentono alla coscienza di trattarle come omogenee 431 III| il contenuto della nostra coscienza, e in particolare i concetti, 432 III| vive nell’ambito della coscienza in un’assoluta distinzione 433 III| a costruire teorie. Una coscienza che, allo scopo di servire 434 III| con la percettività. La coscienza percepisce certo allo scopo 435 III| all’azione. E poiché la coscienza è essenzialmente tendente 436 III| presente fin che si darà coscienza; non solo, ma essa celerà 437 III| contingente di vincolare la coscienza agente alla situazione su 438 III| perennemente preme sulla coscienza e sui modi che essa ha assunto 439 III| valore e il significato della coscienza, la cognizione non ne può 440 III| istinto che non possiederà mai coscienza, se non là dove cessa di 441 III| da alcunché che non sia coscienza, deve di necessità esser 442 III| dichiarata implicita nella coscienza medesima. Ora, delle ./. 443 III| alla cui soddisfazione la coscienza, da sola, è inadeguata. 444 III| inadeguata. D’altra parte, se fra coscienza e materia - è dato ora abbandonare 445 III| spaziali ed omogenei: fra coscienza e materia non v’è, quindi, 446 III| accerchiato dalle barriere della coscienza , riportandosi dall’altro, 447 III| necessità, implicita nella coscienza, di fare della realtà un 448 III| continua ricreazione che la coscienza fa della materia è giustificata 449 III| di relazioni, in cui la coscienza ordina e inquadra il reale, 450 III| materia, l’altro termine la coscienza che opera attraverso l’intelligibile. 451 III| un rapporto immediato fra coscienza e materia. Che se tale rapporto 452 III| entità diverse, l’una, la coscienza che con la relazione generale 453 III| organica corrisponde la coscienza i cui stati, sia la percezione 454 III| trova aperte dinanzi. La coscienza, in quanto atteggiata alla 455 III| Che se, d’altra parte, la coscienza non sarà il dato ultimo 456 III| che conforma se stesso a coscienza nell’esigenza dell’azione, 457 III| indipendente e contrapposto alla coscienza, e l’aderenza o adeguazione 458 III| determinato la genesi della coscienza stessa, e, in definitiva, 459 III| assunto al livello della coscienza – pur rimanendo incuneato 460 III| cognitivo, vale a dire la coscienza.~ ~ La definizione che se 461 III| a trascendere questo. La coscienza, allora, viene ridotta a 462 III| questo che si accompagnano a coscienza, o meglio che appaiono muniti 463 III| che coincidono nel termine coscienza? Ora, poiché uno stato è 464 III| criteri della prassi e della coscienza. Che se poi una interdipendenza 465 III| mediante intendimento senza coscienza, al criterio che si definisce 466 III| orientarono la nozione della coscienza nella direzione cui indirizzano 467 III| dell’immagine corpo, la coscienza non può non definirsi come « 468 III| esplica con l’azione, la coscienza allora diviene «sinonimo 469 III| funzionalità selettiva della coscienza dalla finalità pragmatica 470 III| dall’introduzione della coscienza con funzione selettiva nella 471 III| problema della funzione della coscienza che il problema dell’essere 472 III| problema dell’essere della coscienza stessa, il limite psicologico 473 III| medesima legge di azione. La coscienza è pari ad una luce, che 474 III| alla loro soddisfazione. La coscienza è proporzionale alla capacità 475 III| orientamento della nostra coscienza verso l’azione sembra essere 476 III| prende a considerarla. La coscienza non ha altro scopo, altra 477 III| dobbiamo raggiungere: la coscienza deve tradurre in sé questa 478 III| e il cerchio oscilla la coscienza, che sarà sì dotata di due 479 III| urgere sul vertice.~ ~La coscienza non può distaccarsi dall’ 480 III| la corrente vitale della coscienza sembra introflettersi per 481 III| unica la funzione della coscienza: non la contemplazione o 482 III| il movimento azione, la coscienza tende senza posa alla prassi. 483 III| giacché fra gli stati di coscienza percettivi e le scosse afferenti 484 III| della spiritualità dalla coscienza, si potrà estendere il concetto 485 III| criterio interessante la coscienza dal punto di vista gnoseologico, 486 III| deficiente.~ ~ L’attribuire alla coscienza l’ufficio di attività pratica 487 III| determinate relazioni fra coscienza e materia, che si istituiscono 488 III| nuova definizione della coscienza sia a quanto si è già reso 489 III| Bergson è convinto che la coscienza, intesa come il segno distintivo 490 III| Si convenga che la ./. coscienza non consente definizione, 491 III| appunto in quanto per esse la coscienza cessa di essere modo di 492 III| sistema; infine si eriga la coscienza a termine psicologico e 493 III| Si è preteso che questa coscienza, carattere distintivo da 494 III| costituzione delle cose. Coscienza e conoscenza in certo modo 495 III| determinazione dell’esistere. Coscienza sarebbe dunque sinonimo 496 III| contemplazione. Ma se la coscienza serve a distinguere l’’uno 497 III| comportano l’attributo della coscienza, sono quelli «interni» o 498 III| non appena si eriga la coscienza a simbolo della speculazione. 499 III| coscienti, dal momento che la coscienza è essenzialmente faro di 500 III| cessiamo di guardare alla coscienza come al carattere proprio 501 III| trascendere i limiti della coscienza. Non è necessario, l’abbiamo 502 III| misconoscere la coincidenza di coscienza e di cognizione. Si lasci 503 III| sotto altro aspetto, la coscienza deve di necessità passare 504 III| riproduttivo del reale e che la coscienza è l’indice di tale funzione 505 III| essere data se non dalla coscienza, non deve andar separata 506 III| rispetto al reale e se la coscienza è simbolo di tale funzionalità, 507 III| azione. Nel primo caso la coscienza non definisce con esattezza 508 III| Quando invece si prenda la coscienza come la sfumatura propria 509 III| chiuso nell’ambito della coscienza ed è costretto a negare 510 III| ricercare se entro la medesima coscienza sussistano elementi la cui 511 III| luminosità che non è se non coscienza. Qualunque sia la realtà 512 III| realtà psichica estranea alla coscienza, che viene scoperta – per 513 III| terzo principio metodico: la coscienza non coincide con la spiritualità, 514 III| principio; facendo infatti della coscienza un’attività di scelta in 515 III| in relazione con stati di coscienza simili, la cui natura di 516 III| con la definizione della coscienza in generale, dimostra di 517 III| infatti da più vicino questa coscienza, che è in rapporto diretto 518 III| nel moto imprevedibile, la coscienza in realtà appare condizionata 519 III| riconosce, dover cioè la coscienza selettiva, e quindi orientata 520 III| uno all’altra il grado di coscienza e la contingenza d’azione: 521 III| che non sia quello della coscienza epifenomeno e del parallelismo 522 III| cui la concezione della coscienza selettiva ha dato luogo 523 III| un nuovo rapporto fra la coscienza e la spiritualità, di modo 524 III| che la materia impone alla coscienza, stabiliscono non solo che 525 III| fattore spirituale. Quindi la coscienza potrà dirsi occasionata 526 III| nulla alla natura della coscienza: il termine coscienza, nel 527 III| della coscienza: il termine coscienza, nel suo senso empirico 528 III| distinzione fra conoscenza e coscienza, sia perché l’attualità 529 III| concettuale della logica, che la coscienza impone.~ ~ Dal presupposto 530 III| riguarda il valore della coscienza. L’inadeguatezza gnoseologica 531 III| rinchiudersi entro i limiti della coscienza, esigendo per la sua inadeguatezza, 532 III| necessario che l’imposizione alla coscienza di condizioni cognitive, 533 III| volta che si neghi alla coscienza la caratteristica principale 534 III| coincidenza di spirito e coscienza, sarebbero dati come reali 535 IV| distingua la conoscenza dalla coscienza. Poiché questa differenziazione 536 IV| una inerente all’altra, la coscienza cessa di essere la nota 537 IV| Saggio» sui dati della coscienza, descrive e di conseguenza 538 IV| che conduca al di là della coscienza. Quando il pensatore francese 539 IV| né l’intendimento né la coscienza non hanno ancora ricevuto 540 IV| stesso imprimerebbe sulla coscienza, postulano tutte una teoria 541 IV| forme elaboratrici della coscienza, sia che ci si soffermi 542 IV| vedrà un movimento che dalla coscienza si porta alle cose, nell’ 543 IV| le cose o determinano la coscienza stessa o su di essa lasciano 544 IV| solamente il contenuto di coscienza, e conseguentemente la polarità 545 IV| investendo la dignità della coscienza, rende quest’ultima insufficiente 546 IV| delle cose da parte della coscienza resta subordinata nelle 547 IV| possibili modi con cui la coscienza si appresta ad agire sulle 548 IV| determinata. Si avrà ancora la coscienza che accoglie in sé il simbolo 549 IV| della spiritualità, quella coscienza, che si orienta all’azione 550 IV| definisce nei confini della coscienza, si rende estranee due realtà, ./. 551 IV| ci vengono forniti dalla coscienza, debbono di necessità esser 552 IV| relazione, quella fra la coscienza e le cose, viene in tal 553 IV| compromesso fra le qualità della coscienza e le proprietà della materia. 554 IV| distinzione, peculiari alla coscienza, non si può prescindere 555 IV| facoltà gnoseologiche della coscienza alla realtà profonda ./. 556 IV| utilitaristico delle cose; la coscienza quindi è assolutamente inadeguata 557 IV| esterno ha impresso nella coscienza. Qualora poi si voglia ammettere 558 IV| spirito alla materia, della coscienza al corpo; la necessità di 559 IV| cosa che sia altro dalla coscienza scaturisce in modo siffatto 560 IV| riflessione i mezzi, di cui la coscienza dispone per un’attività 561 IV| aver distinto ciò che alla coscienza è semplice arma ./. di dominio 562 IV| ricorriamo a quanto la coscienza coglie nel suo atto di congiunzione 563 IV| perché in questo istante la coscienza non vuol contemplare, ma 564 IV| ripetizione costante e donano alla coscienza la sicurezza di ritrovare 565 IV| la quantità esistono; la coscienza le possiede e le coglie 566 IV| del reale, necessaria alla coscienza, figlia dell’azione ed interprete 567 IV| norme e gli schemi, che la coscienza, in vista di una funzione 568 IV| assoluti necessari per una coscienza, che si immerge nella corrente 569 IV| fra spirito e materia, fra coscienza e spirito, fra conoscenza 570 IV| il reale a contenuto di coscienza organizzantesi nei modi 571 IV| possibili relazioni. La coscienza cessa allora di costituirsi 572 IV| che appare contenuto di coscienza non è spiegabile se non 573 IV| indipendentemente dalla coscienza, ma è pure priva delle note 574 IV| formali che caratterizzano la coscienza stessa, vale a dire le note 575 IV| determinata attitudine della coscienza, in quanto rivolta a un 576 IV| un duplice moto che dalla coscienza è rivolto alle cose e dalle 577 IV| alle cose e dalle cose alla coscienza.~ ~ La «forma» andrebbe 578 IV| alla conformazione della coscienza, ma alla traccia che su 579 IV| realtà contrapposta alla coscienza, non è lecito tuttavia dare 580 IV| comprensione proprie della coscienza, nondimeno ritrovano il 581 IV| un cerchio entro cui la coscienza si aggirerà senza posa. 582 IV| sia nell’aderenza della coscienza al dato effettuale, vale 583 IV| extra-intellettivo fra la coscienza e l’oggetto. Le due condizioni 584 IV| quid B, è chiaro che la coscienza deve avere attinto altrove 585 IV| appartenere alla medesima coscienza, che in un secondo tempo 586 IV| tale ruolo alla medesima coscienza sdoppiata, agirà da interlocutore 587 IV| che in virtù di questa la coscienza, portata di fronte al reale, 588 IV| ma non riscontrato. La coscienza negante è una coscienza 589 IV| coscienza negante è una coscienza che ricorda e che nel ricordo 590 IV| intellettivo è partecipe di una coscienza la quale non soltanto «constata 591 IV| pedagogiche.~ ~La praticità della coscienza investe pure il giudizio 592 IV| formulato soltanto da una coscienza, atteggiata in modo particolare 593 IV| fondazione pragmatica della coscienza, vale a dire la nota caratteristica 594 IV| particolare atteggiamento che la coscienza assume di fronte alle cose 595 IV| dei dati acquisiti dalla coscienza come immediati. Il problema 596 IV| funzione pragmatica della coscienza, al dualismo psicologico, 597 IV| stabilirsi fra questa realtà e la coscienza. Infatti, giungendo mediatamente 598 IV| reale, inafferrabile dalla coscienza e coesistente, in continuazione 599 IV| significa rappresentarselo, e la coscienza si dà rappresentazioni o 600 IV| venir rappresentato nella coscienza da un’immagine e poiché 601 IV| l’interesse vincolante la coscienza al reale, per asservirlo 602 IV| Siano due dati, che la coscienza coglie nell’esperienza e 603 IV| saranno colti, si creerà nella coscienza uno stato particolare che 604 IV| spettacolo cui assiste. Se la coscienza, di cui si parla, fosse 605 IV| atti a soddisfarle. Ma la coscienza ha la capacità di conservare 606 IV| specifica, sì da indurre la coscienza a rappresentarsi in anticipo 607 IV| darà allora il caso che la coscienza, che per ipotesi è dotata 608 IV| nega entrambi. Che se la coscienza si fissa su ciò e, nella 609 IV| intelligenza in particolare o la coscienza in generale si trovano alla 610 IV| impurità gnoseologica della coscienza, si erige ora a rapporto 611 IV| significato e una dignità, la coscienza, che, mentre se le rappresenta, 612 IV| senso di relatività che la coscienza riceve da una situazione 613 IV| è tale non rispetto alla coscienza che percepisce e ne è affetta, 614 IV| del reale esige che nella coscienza possano darsi due differenti 615 IV| dire nel tentativo della coscienza di stabilire da un punto 616 IV| bisogno intrinseco alla coscienza di unità, di racchiudere 617 IV| possiamo riportare alla coscienza, la contingenza dell’ordine, 618 IV| certezza determinabile della coscienza dinanzi a un oggetto, che 619 IV| oscillazione continua della coscienza dall’uno all’altro.~ ~Le 620 IV| entrambi, vale a dire la coscienza, conosce per agire, aggiunti 621 IV| preceder con maggiore o minor coscienza, da una interpretazione 622 IV| conduce a una distinzione fra coscienza ed oggetto di coscienza, 623 IV| coscienza ed oggetto di coscienza, distinzione, che in grazia 624 IV| orientamento generale della coscienza alla prassi, se da un lato 625 IV| ad una relatività della coscienza di fronte alle due entità « 626 IV| aconcettuale.~ ~Materia e spirito, coscienza e psiche, inorganico e organizzato 627 IV| del rapporto fra corpo e coscienza, problema di natura prettamente 628 IV| una realtà trascendente la coscienza, poi l’argomento di una 629 IV| immediato contatto della coscienza con le cose, è condizionata 630 IV| pratico di azione, si fa della coscienza un complesso di funzioni, 631 IV| coscienti, cosicché conoscenza e coscienza vengono ancora a coincidere 632 IV| viene a coinvolgere l’intera coscienza di cui l’intendimento non 633 IV| allo stesso modo che la coscienza sta allo spirito come la 634 IV| stabilisce il nuovo rapporto fra coscienza e corpo e chiarisce i termini 635 V| alle esigenze vitali della coscienza in cui si verifica, si dispone 636 V| sovraordinano. L’attribuire alla coscienza, atteggiata al conoscere, 637 V| la contrapposizione alla coscienza di un oggetto, che è tale 638 V| della prassi impone alla coscienza applicata al suo oggetto 639 V| permanere retaggio della coscienza discorsiva, se non le si 640 V| interpretazione generale data della coscienza, come concomitante di vita 641 V| compiendo Bergson è atto di coscienza e se tale atto solo indirettamente 642 V| risultata l’unica radice della coscienza atteggiata alla conoscenza, 643 V| ammesso esistente nella coscienza e non ha mai neanche lontanamente 644 V| medesima e sola tendenza della coscienza: ci si rifiuta decisamente 645 V| decisamente di scorgere nella coscienza un impulso al conoscere 646 V| contemplare presente nella coscienza, si dovrebbe trovare dichiarato 647 V| parte che la vita, di cui la coscienza è la manifestazione principale, 648 V| di tal fatta: quando la coscienza individuale viene paragonata 649 V| a una sistemazione della coscienza, quanto la premessa necessaria 650 V| sia l’orientamento della coscienza all’azione, sia la polarità 651 V| di là dei confini della coscienza in una totale indipendenza 652 V| riguarda la relazione fra coscienza ed oggetto. Ma né gli uni 653 V| coincidenza di esistere e di coscienza empirica, manifestantesi 654 V| asserzione di limite al fatto coscienza e conseguentemente la posizione 655 V| che è relazionale della coscienza a un qualcosa d’altro di 656 V| quanto la natura della coscienza, come quella che è conformazione 657 V| sembra che il fare della coscienza una funzione di azione racchiuda 658 V| rapporto di parzialità fra coscienza intellettiva e modo di esistere 659 V| dall’argomentare, come la coscienza si distingue dalla spiritualità, 660 V| che viene applicata alla coscienza individuale, allo strato 661 V| negli unici termini della coscienza riflessa. L’argomentazione 662 V| stati già presentatisi alla coscienza tramite il permanere di 663 V| frammentario dei ricordi alla coscienza e l’insufficienza della 664 V| specifica, la durata. Dalla coscienza riflessa, di immutabile 665 V| conoscere. Il conoscere per coscienza fissa l’immagine, facendone 666 V| suo presente di farsi. La coscienza è retrospettiva, afferma 667 V| intelletto, né trascendenza di coscienza, ma compensazione della 668 V| questo immedesimarsi della coscienza con il suo altro una certezza 669 V| si adegua a ciò in cui la coscienza è immersa. Ma quale prova 670 V| intelletto o in genere della coscienza riflessa – giustapposizione, 671 V| incomunicabilità fra intuizione e coscienza discorsiva; ./. il lavoro 672 V| se non pel tramite di una coscienza la quale a lato della sua 673 V| quel vincolo, che solo la coscienza soggettiva può stringere. 674 V| creare la nozione di stato di coscienza distinto, trattabile alla 675 V| essenzialmente eterogenea, che la coscienza coglie immediatamente fra 676 V| spiegazione di un dato di coscienza, il movimento, per la sua 677 V| tensione, la connessione con la coscienza, di cui appare insieme causa 678 V| può essere colto dalla coscienza da due punti di vista diversi, 679 V| altro, suscita nella mia coscienza un sentimento profondo, 680 V| chiara e distinta della coscienza ed inquadrati nello spazio, 681 V| sotto tale passaggio la coscienza crede di scorgere un’entità, 682 V| linea. Poi giacché alla mia coscienza non è dato, nella suddivisione 683 V| operazione propria della coscienza discorsiva è ancora l’inquadramento, 684 V| ricostruzione fenomenica della coscienza, cosicché se pel primo l’ 685 V| giungerebbe attraverso la coscienza offertacene dal senso muscolare, 686 V| termine comune a cui scienza e coscienza ./. riconducono le une e 687 V| cognitive. Ricompare la coscienza nell’abito di supremo pilota, 688 V| via già tracciata dalla coscienza e che pretende conoscere 689 V| spezzettamento che per la coscienza è una necessità di vita, 690 V| inintelligibilità del contenuto di coscienza. Ciò d’altra parte attesta 691 V| differenziazione, stabilita fra coscienza e surcoscienza e l’immagine 692 V| trova posto sia ciò che la coscienza scorge chiaramente e distintamente 693 V| sostanza» cosciente. La coscienza discriminativa, la cui nota 694 V| innegabile, fra cui oscilla la coscienza di identità, ossia il senso 695 V| istante in istante quanto alla coscienza proviene da altre foci per 696 V| intercorrente fra i due piani della coscienza, sia quello dell’intelligenza 697 V| di conseguenza causa di coscienza, pel vincolo che lega questa 698 V| disopra e al di fuori della coscienza, se la coscienza stessa 699 V| fuori della coscienza, se la coscienza stessa vien riconosciuta 700 V| inconscio e considera la coscienza come una funzione di quel 701 V| all’essenza concreta della coscienza. In tal modo l’apprensione 702 V| con la descrizione della coscienza totale, la cui polarità 703 V| di un realismo in cui la coscienza ha modo di ripiegarsi per 704 V| appare il mondo fisico alla coscienza, nella sua attività speculativa? 705 V| condizioni gnoseologiche della coscienza vengono imposte quali norme 706 V| esiste ed è altro dalla coscienza, ma che tuttavia conserva 707 V| operare l’accostamento fra coscienza e materia, dovrà subire 708 V| presagire una parzialità della coscienza che è trascesa e compresa 709 V| genetico di un fatto di coscienza ./. e quello di uno dei 710 V| individuo per spiegare la coscienza della propria unità interiore? 711 V| trascende le distinzioni della coscienza riflessa e che non potrà 712 V| cui è caratterizzata la coscienza, risulta evidente l’impossibilità 713 V| continuità fra la nostra coscienza e le altre, salendo dalla 714 V| individuo alla nozione di una coscienza totale, che non sarebbe 715 V| continuità indistinta su cui la coscienza non ha presa alcuna, se 716 V| intuizione allora, nata come coscienza del soggetto da parte del