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Alfabetica [« »] levorno 7 lezzone 3 li 9 lì 355 libbera 13 libberamente 1 libberami 1 | Frequenza [« »] 366 ne 359 tutto 355 bene 355 lì 354 tutti 345 palazzo 343 dientro | Gherardo Nerucci Sessanta novelle popolari montalesi Concordanze lì |
Novelle
1 1| Zelinda, si rimesse in viaggio lì pe’ dintorni alla ventura, 2 1| con giuramento di menargli lì nel giardino la su’ figliola 3 1| sulla Zelinda.~ ~– Bada lì – dicevano loro – la smorfiosa, 4 1| del Mostro per lassarla lì sola: e difatto feciano 5 1| e anco la Zelinda stava lì mezza grulla e con le lagrime 6 1| si trovassi malcontenta lì in que’ be’ loghi e trattata 7 1| incantato, il Mostro fece lì dientro vedere alla Zelinda 8 1| noccole delle dita.~ ~Di lì a un po’, deccoti s’affaccia 9 1| pare! Son cose impossibili. Lì all’uscio, vedete! dalla 10 1| bracciali e saliscendoli messi lì per assicurare il serrarne, 11 1| storse il grugno, e stiede lì tra le due d’andarsene a 12 1| tutti impauriti, lassarono lì per le terre la gabbia e 13 1| corona alla morte del Re; e lì~ ~ ~ ~Si goderno e se ne 14 2| ladro.~ ~La Caterina stiede lì a un pelo per urlare; ma 15 2| gli era ita via, e steva lì tutta ingrugnita, e con 16 2| a letto, e l’Assunta di lì a un po’ s’addormì come 17 2| quando il calzolaio lavorava lì accanito al su’ bischetto, 18 2| che la Caterina ’gli era lì vicino alla strada, deccoti 19 2| grande la si niscondette lì gufata la Caterina, che 20 2| Il capo assassino stiede lì a battibeccarsi co’ su’ 21 2| col currieri del Re.~ ~E lì principiorno a leticare 22 2| tutti i santi giorni era lì in bottega a fare il cascamorto; 23 3| parole il contadino rimase lì a bocca aperta com’un luccio; 24 3| figliolo del carro.~ ~E lì letica pure; e dalle parole 25 3| Quando i contadini furno lì a petto del Re, lui gli 26 3| disgraziato dovette nuscir di lì, e per la via si sbatteva 27 3| il Re in nel passare di lì e’ lo vedde occupato a quel 28 3| portassino a letto di peso e lì e’ s’addormentò come un 29 3| su’ pa’ e lo lassassero lì solo con lei. Lei pure si 30 4| uno gli fece assapere, che lì nel villaggio vicino alla 31 4| crosto gli pareva d’esser lì in berlina, e abbeneché 32 4| del Re. In somma, pareva lì lì per isbasire quel babbaleo.~ ~ 33 4| Re. In somma, pareva lì lì per isbasire quel babbaleo.~ ~ 34 4| 27] Il servitore stiede lì come isbalordito in sulle 35 4| e siccome dal riso steva lì lì per isvienirsi, diede 36 4| siccome dal riso steva lì lì per isvienirsi, diede il 37 4| bella in que’ panni.~ ~Di lì a un po’ Giovanna si messe 38 4| dientro e vede una cucina, e lì c’era il coco tutto acciaccinato 39 4| Giovanna mezza sbalordita steva lì almanaccando per indovinare 40 4| settimana doppo, e intanto lì per lì cercorno di rimediare 41 4| doppo, e intanto lì per lì cercorno di rimediare alla 42 4| vote in un fiato: ma di lì a un po’, tanto il Re che 43 4| Giovanna ’gli accettò lì per lì la profferta, e volendo 44 4| Giovanna ’gli accettò lì per lì la profferta, e volendo 45 5| diviato io una stanza, e lì sieduti ci sono tanti gatti; 46 5| anderete in cucina; e anco lì ci saranno de’ gatti alle 47 5| contenta in verso le Fate; e lì, doppo picchiato all’uscio, 48 5| Il figliolo del Re steva lì per porgere la mano [42] 49 6| Ostessina dientro a un bosco e lì ammazzarla insenza misericordia; 50 6| tutti i patti.~ ~’Gli oran lì que’ dua in sul contrastare, 51 6| Bell’Ostessina, infrattanto, lì sola per entro ’l bosco 52 6| glielo ’mpromesse che da lì ’nnanzi lei sarebbe stata 53 6| mangiò quante ce n’era: ma di lì a un po’, giù di scoppio 54 6| si siedettano a tavola e lì mangia pure con un appetito 55 6| impauriti a bono, perché lì in que’ mezzi ci veddano 56 6| portorno di peso sur un letto e lì gli levorno tutti i panni 57 6| ficurare. Que’ dua giovani lì assieme solingoli e innamorati 58 6| cavallo e se ne va.~ ~[53] Di lì a pochi giorni deccoti capita 59 6| presenzia della Regina, lì c’era pure su’ madre l’Ostessa, 60 7| e raggriccito dal freddo lì si poté alla peggio accoccolare, 61 7| Che babbaleo! Badalo lì il mammalucco! Ora sì che 62 7| vedrete che baldoria.~ ~Di lì a un mumento sona la campana 63 7| A male brighe sortito di lì il Re, lui fece chiamare 64 8| d’insegnargli uno stagno lì in que’ dintorni, addove 65 8| un catino d’acqua fresca. Lì que’ dua stevano d’attorno 66 8| già la Principessa steva lì per le terre in ginocchioni 67 8| grembio alla Principessa, e lì a accarezzarla, e squattire, 68 8| meglio di bucar dientro e lì aspettarci il giorno.~ ~ 69 8| avergli dato retta.~ ~Di lì a un po’, eccoti che apparisce 70 8| diventorno statue di marmo lì appiccicati addov’erano.~ ~ 71 8| primogenito era passato per di lì da que’ loghi, e cammina 72 8| Principessa per nun toccarla, e di lì a un po’ s’addormì.~ ~A 73 8| per cocere la caccia, e di lì a un po’ deccoti apparisce 74 8| con un ginocchio la tiene lì inchiodata, e in quel mentre 75 8| non si scommosse e steva lì lì per segargli le canne 76 8| si scommosse e steva lì lì per segargli le canne della 77 9| un’isola deserta.~ ~Era lì Ferdinando in quell’isola, 78 9| era Ferdinando niscosto, e lì a piè del ceppo i Mori si 79 9| ragazzo l’avessan sotterro lì vivo; con le mane, dunque, 80 9| quel mentre che ’gli era lì, dice:~ ~– Ferdinando, i’ 81 9| mettiede a girarla, e di lì a un po’ deccotelo in una 82 9| l’uccello di rapina; e di lì a un po’ alla su’ ora comparse 83 9| loro lo menano in sala, e lì gli portano sorbetti e biscottini, 84 9| visto in nel cortile, e lì c’era una porticina tutta 85 9| serrarne si spalanca.~ ~Lì per lì Ferdinando stiede 86 9| serrarne si spalanca.~ ~Lì per lì Ferdinando stiede in sul 87 9| signoroni mezzo ciechi, e lì, tonfete! dà uno scossone, 88 10| quando nentrò in un salotto, lì ci vedde un’altra scimmia, 89 10| possuto star vivo rinchiuso lì per tanto tempo.~ ~Doppo 90 11| quest’altro vestito rimase lì mutola come una statua, 91 11| Zuccaccia, che ’gli era lì per la cucina:~ ~– Sai, 92 11| negli appartamenti reali, e lì sòni e balli da ugni lato; 93 11| dimolto contento di vederla lì con seco e come segno d’ 94 11| con la su’ dama accanto, e lì a discorrergli serrato, 95 11| sguattera, sempre sudicia, lì per l’acquaio e per la stalla?~ ~– 96 11| diviato scende da Zuccaccia, e lì, faccia a faccia solo con 97 11| mena dalla su’ mamma, e lì gli dice:~ ~– Deccola qui 98 12| temidosa che vedendola lì sola qualcuno nun gli avess’ 99 12| pattovito, e si fissò che di lì a pochi giorni il Re sarebbe 100 12| intanto nell’appartamento e lì aspetta quel che t’ordino.~ ~ 101 12| che lei gli voleva dare lì a tavola; e poi doppo, quando 102 12| del Re, e quando poi fu lì, a vedere il Re al letto 103 12| gli diede retta e la lassò lì sola al buio a letto col 104 12| la guerra.~ ~Ma lassamo lì queste du’ donne a battibeccarsi ’ 105 12| schiarirmi d’una cosa.~ ~Lassa lì il bambino e corre in cammera 106 13| vecchia, dunque, la steva lì nel palazzo reale, che nun 107 13| sapere quel che lei ci fa lì sola.~ ~Con questo pensieri 108 14| rilegarsela e posò la boccettina lì in sulle lastre. Al figliolo 109 14| preparorno una bella cena. Di lì a un po’ deccoti l’Orco, 110 14| cassetta del tavolino che è lì a terreno, agguantare la 111 14| la mattina fu ’n vetta.~ ~Lì, che ti vo’ vedere? deccoti 112 14| al palazzo e la tienevano lì sempre addosso a minuzzini, 113 14| la mettessano a letto, e lì steva come se fusse ’n fin 114 15| bociò il contadino. – Bada lì, i’ che ti viene in nella 115 15| passare a udienza e racconta lì tutto l’accaduto, e in fine 116 15| séguito, e vede quell’omo lì acciaccinato a simil lavoro; 117 15| dimolte bottiglie in tavola, e lì mesci al Re, che finalmente, 118 16| disabitato. In quel deserto steva lì il mercante, nun sapendo 119 16| ma propio a garbo. Era lì per montare ’n sella, quando 120 16| lassare la su’ figliola lì sola alle mane di quel brutto 121 16| gli si butta addosso, e lì a abbracciarlo, a baciarlo 122 17| capitavano a Genova battevan lì, se volevano avere la su’ 123 17| e condutta a casa sua; e lì, in nel parlare con Ruberto, 124 17| discorso per allora restò lì; ma tanto Ruberto che la 125 17| lontano da qui e più folto, e lì con un coltello ammazzarla 126 17| si lassò persuadere; e lì per quelle vicinanze da 127 17| serrato.~ ~Rimasta la Maria lì in quel modo dibandonata, 128 17| possesso in quel momento che lì, ma che nun dubitassi, perché 129 17| rumore di cavalli, e capitò lì col su’ séguito il figliolo 130 17| si sgomentò in nel vedere lì [148] assemblea di Baroni, 131 17| contentezza.~ ~La Maria, che però lì, come già s’è detto, aveva 132 17| su’ casi a que’ Signori lì raunati e gli addimandò 133 17| spiagge del mare, c’eran lì a aspettarla il Re e la 134 17| una spronda sciabbiosa e lì si fermò; sicché subbito 135 17| ricoverarsi al coperto, perché lì nun c’erano né case né grotte, 136 17| bocca; ma un di que’ signori lì presenti, o che fussi più 137 17| svago per la campagna, e lì con un branco di compagni 138 17| e passata di là, stiede lì ferma a guardarmi e pareva 139 17| era fitto e intrigato.~ ~Lì era il posto addove abitava 140 17| menarmi in un bosco lontano e lì ammazzarmi insenza misericordia. 141 17| colla Regina su’ madre. E lì ci stevo bene e nun bramavo 142 17| s’accalcò per le vie, e lì sbattimenti di mane e gridi 143 18| n fila. Eran disperati lì per casa.~ ~Deccoti, comparisce 144 18| in questa credenza rizzò lì ’n disparte un capanno ricoperto 145 18| dire lo strascica ’n casa e lì lo sbatacchia per le terre 146 18| vedere, se te fussi stata lì e t’avessin volsuto stiaffare 147 18| facile fare il brao; ma lì ’n que’ ferri, anco e’ brai 148 18| l’Orco:~ ~– Quand’i’ ero lì per acchiappargli tutti 149 18| discorsi gliegli facevano lì in quel mentre che lui saliva 150 18| i piccioni s’eran messi lì sul davanzale, e il mastio 151 19| fuggì via e lui rimanette lì dibandonato in sul lastrico.~ ~ 152 19| la su’ vita per insino a lì, e quella donna, che era 153 19| all’eria per le terre, e lì a tessere co’ piedi, e da 154 19| successo Menichino stiede lì mezzo sbalordito; poi tutt’ 155 19| al piè della Montagna, lì ci sta un Vecchio che ti 156 19| la Montagna del Fiore e lì al su’ piedi s’imbatté nel 157 19| quella Montagna faticosa; lì ci si vedeva un palazzone 158 19| casaccia ’n disparte, e lì camparsene alla meglio. 159 19| dello scalone della villa.~ ~Lì dunque fece il su’ pranzo 160 19| verso la Spagna per campar lì con quella pensione di mille 161 20| alla guerra, e lassarla lì la [197] su’ sposa sola 162 20| quelli che passavano per di lì, pena la testa, gli avessino 163 20| corta, que’ tre se ne stevan lì come ’n casa sua, e i ragazzi 164 20| ma a vedere la su’ moglie lì murata a piè della scala 165 20| nun si sapeva staccar di lì: pareva che lui ci fosse ’ 166 20| fondo o no, nun stiedi mica lì a vedere.~ ~– Oh! sciaurata, – 167 20| fratello [202] rimanette lì statua di marmo.~ ~Figuratevi 168 20| Sara Sibilla, e rimasano lì impietriti in pena del su’ 169 20| insino a cinquanta scalini e lì aspettare daccapo. Ma non 170 20| eran casche stramortite lì per le terre; sicché il 171 21| spalle.~ ~Gli eran dunque lì Zufilo e la su’ moglie appollaiati 172 21| battibaleno, e lassorno lì tutte le munete in sulle 173 21| poi vanno alla città, e lì urla che ti urlo:~ ~– Du’ 174 21| popolo a quello sbergolìo, e lì a contrastarsi:~ ~– Oh! 175 21| sulla spiaggia del mare, e lì o i pesci o l’acqua lo meneranno 176 21| delle pecore, che passava di lì vicino per rimenarle al 177 21| Quel poero pastore rimaso lì sulla spiaggia aspettava, 178 22| lassa il Re e il Principe lì come du’ allocchi; sicché 179 22| porte della città.~ ~Di lì di que’ posti nimo ebbe 180 22| e aspettava le risposte lì accomido in panciolle. Guà! 181 22| anco di niscosto ’n cucina, lì ce lo trovi da mangiare; 182 22| babbo dell’Angiolina; e lì loro dua ricognobbano lo 183 23| bosco e lassò Fidati solo lì a siedere sotto alla quercia.~ ~ 184 23| la quercia del bosco, e lì vedere se quelle Streghe 185 23| sicché Nun-ti-Fidare steva lì attento a sentire quel che 186 23| alla quercia, e trovato lì disteso quel birbone di 187 24| anco qui c’è fondo, ma lì al paragone fondo, che la 188 25| credo!, sicché lui scende, e lì per terra nun scopre altro 189 25| ugni mo’ voleva sortire di lì, e con degli sforzi inutili 190 25| era contento di starsene lì chiuso in quel giardino, 191 25| fu al porto di Spagna, e lì scese a un albergo per riposarsi 192 25| della città. I’ vi metterò lì tutt’addua.~ ~Fatto dunque 193 25| cammera de’ padroni; ma lì, per nun isgraffiarlo, l’ 194 25| quell’altra moglie presa lì in Spagna, e propio nun 195 25| con una camicia di pece lì viva la bruciorno per il 196 26| palazzo reale, riscontrò lì la prima sentinella, che 197 26| sala d’aspetto, ci steva lì pure la terza sentinella, 198 27| tant’altre cose che nascono lì per lì nella conversazione.~ ~ 199 27| cose che nascono lì per lì nella conversazione.~ ~Finalmente 200 27| Le tre ragazze rimasono lì isbalordite, e da ultimo 201 27| Infrattanto un Soprano che steva lì vicino, mové la guerra a 202 27| chi mai avessi dibandonato lì a quel modo quelle tre creature.~ ~ 203 27| deccoti arrivano a un rio e lì siedala ci steva una vecchina.~ ~ 204 27| innaspando co’ piedi, rimanette lì morto steccolito con la 205 27| mettiede in scambio tre cani. Lì presente la c’era anco la 206 28| segno cattivo! Mi’ padre è lì lì per morire e mi vole 207 28| cattivo! Mi’ padre è lì lì per morire e mi vole rivedere. 208 28| lo lesse; sicché rimase lì di sasso, come un baiocco, 209 28| rivedere Fanta-Ghirò. E lì tra di loro dissan tante 210 29| distanza trovò un paese e lì ci vendette tutto, e col 211 29| propia città nativa, e lì comincia a urlare:~ ~– Ortolano, 212 29| piazza del Palazzo reale, lì sì che sbergolava, sicché 213 29| gli si buttano a’ piedi, e lì a scongiurarlo l’Eremita, 214 29| culizione e’ v’era sempre lì ferma al mumento del desinare. 215 29| pianeggiava in sul cucuzzo: lì risolverno di fermarsi. 216 29| Ma lui ci s’era annoiato lì, e un giorno disse al Re:~ ~– 217 29| Adelasia in quel mentre era lì a raccattar delle foglie, 218 29| paura.~ ~Ma quella, che! lì svienuta nun arrispandeva, 219 29| credette che fussano vienuti lì per arrestarlo, sicché si 220 30| di carbonetto e l’attaccò lì a un ontano col pensieri 221 30| carrozza in nel giardino e lì all’ontano c’era sempre 222 30| diventar le più belle; e lì a ribrucarsi con le acque 223 30| del giardino di casa sua: lì gli comandò dì cavarsi il 224 31| bestia.~ ~Insomma, stiedan lì a contrastarsi un bel pezzo, 225 31| sempre male.~ ~Si levorno di lì e andiedano al fiume per 226 31| vo’ star con meco, metti lì i quattrini e si vegga quel 227 31| forno e la stipa, e serrato lì dientro con la malata, quando ’ 228 32| Quell’altre quattro bôtte lì nel grembio alla Rosina 229 32| passò fistiettando per di lì il figliolo del Re, e vòlti 230 33| servitori nun pareva che lì ce ne fussano:~ ~– Oh! che 231 33| Il giovanotto rimanette lì come ismemoriato; nun dormì 232 34| vendette.~ ~Sì! ’gli era più lì Giorgio a aspettarlo!~ ~ 233 35| veglia dalle ragazze, e lì a dire buacciolate e a far 234 35| Savio dal mercato e vede lì quella mercanzia: pareva 235 35| dientro una sieda e ci mette lì accoccolata per forza quella 236 35| ha’ morto tu’ madre!~ ~E lì a urlare e a strapparsi 237 35| stesano una tovaglia e lì prima ci contorno dimolti 238 35| rimettono a mangiare.~ ~Di lì a un po’ dice il Mattarugiolo:~ ~– 239 35| presto del vento dibandonando lì per le terre quattrini e 240 36| servitore che per insino a lì l’aveva accompagno; ma quando 241 36| quella creatura sciaurata lì a diacere dientro un cesto 242 36| Ti trovorno in un bosco, lì dibandonato dientro un cesto 243 36| contentassino.~ ~[306] Solo lì ’n mezzo al bosco Fiorindo 244 36| Chiara Stella.~ ~E’ gli eran lì per fare le nozze, quando 245 37| quando fu a mezzo, c’era lì per le terre una lapida, 246 37| sera che tutt’addua stevano lì chiacchierando, deccoti 247 37| lapida, e trova che c’era lì [311] un giovanotto molle 248 37| contenta che lui stasse lì a tienergli compagnia, e 249 37| far prove d’ugni sorta; e lì a lavarsi, a lisciarsi, 250 38| chiara; e in nell’essere lì, tutt’a un tratto vedde 251 38| spalancò le dita, e rimanette lì mezzo grullo in sospetto 252 38| accosì?~ ~E s’intrattieneva lì sotto al balcone a strolagare; 253 38| discacciorno Gianni fora di lì, e il Re sentenziò che quell’ 254 39| 325] vederselo apparir lì a ridomandargli la figliola. 255 39| in dove c’era un pancone, lì con una coltellaccia gli 256 39| sino a un bosco lontano, e lì ce la lassò dibandonata 257 39| steva già lui da un pezzo lì, quando al sono dell’undici 258 39| manco ch’i’ nun t’ho ripiego lì con una stioppettata.~ ~ 259 39| a ugni passo che dovessi lì cascar morta istecchita; 260 39| bozza d’acqua e una Vecchina lì chinata ci lavava de’ panni.~ ~ 261 39| che nun aveva padroni, e lì sola ci steva lavorando 262 39| solo e disgraziato.~ ~Di lì a un po’ l’Uliva, che principiava 263 39| fiori sopra e m’inginocchi lì per amore alla mi’ sposa.~ ~ 264 40| sul finire de’ se’ mesi e lì aspettare per poi presentarsi 265 40| tempo. La Principessa è lì che tira l’ultimo fiato. 266 40| me la su’ figliola.~ ~E lì letica pare, e durorno de’ 267 40| scendette per vederla la colonna lì ritta, il Mago a un tratto 268 41| servizio, e siccom ’gli era lì presente, al Re pure Orlandino 269 41| si messano nel letto e di lì a un mumento russavano tutt’ 270 41| anello e via a gambe.~ ~Ma di lì a un po’, che il sole s’ 271 41| ritoia. Dormi, dormi.~ ~Di lì a un mumento daccapo Orlandino 272 41| vo’ poteresti sdraiarvi lì dientro per una prova.~ ~ 273 42| dientro e nun è più nuscita di lì.~ ~– Oh! poer’a me! – scrama 274 42| marciscan presto.~ ~Difatto di lì a capo di pochi mesi gli 275 42| miglia arrivano al bosco, e lì il babbo si fermò, e siccome 276 42| se n’andette, lassandola lì sola quella disgraziata 277 42| in nel bosco per lassarla lì: la Rosina al solito scaricava 278 42| e la Rosina ’gli abitava lì nel bosco, e la Vecchina, 279 42| se lei è contenta.~ ~Di lì a un po’ che il Re se n’ 280 42| battagliando.~ ~E lassamelo pur lì e venghiamo alla Rosina, 281 42| nel convento e che dicerto lì dientro la Regina gli scambiava 282 44| pigliare chi volse albergar lì dientro. Bada, veh! quello 283 44| finalmente Giovannino vedde lì ritto un omone grande smisurato; 284 44| trattienerlo a starsene lì con quella gente.~ ~Camminò 285 45| però che lui se ne steva lì con que’ pensieri, sente 286 46| parti d’Armenia, vienuto lì per qualche incantesimo 287 46| lassù ’n vetta a quel monte: lì e’ ci abita un vecchio quanto ’ 288 46| lo stioppo, ma ’gli era lì come una statua e nun parlava; 289 46| pareva un angiolo casco lì dal cielo: lei però nun 290 46| dalla città; ma quando forno lì, volse lui prima d’essere 291 46| un bel bugiardo; sicché lì in su du’ piedi lo fece 292 47| su’ lavoro, ugni sempre lì accannite con le forbici 293 47| siccome c’è la festa, sta lì accanita a ammannire ugni 294 47| in mezzo alla macchia; e lì, anco a lei gli comandorno 295 47| degli ammazzati e lo buttano lì in sul mucchio; poi co’ 296 47| secco, e que’ disgraziati lì niscosti se la cavorno soltanto 297 48| corta, Giuseppe con lo stare lì rinuscette a ’mparare la 298 48| contentezza, e a rimaner lì serrato e mezzo schiavo 299 48| davvero nun se l’aspettava lì vivo; ma poi ’gli ebbe grand’ 300 48| gli garbava quel soggiorno lì obbligato e quasimente in 301 48| un quartieri a pigione.~ ~Lì aprì una gran bottega d’ 302 48| ristabilì nella su’ casa e lì per sempre ci rimanette.~ ~ ~ ~ 303 49| una pentola a bollire, e lì foco ’nsenza discrizione 304 49| l catenaccio e apre, e lì stese ’n sul solaio trova 305 49| nsino a un ponte; e anco lì si provò, concredendosi 306 49| genitori della Caterina, e lì lo lassa, e detto addio 307 49| della Caterina, lo lassò lì, e detto addio a que’ vecchi, 308 49| pagliaio o sotto ’l ponte, lì messo ’n terra ’l cassone 309 50| giovanotto arriva a un paese e lì scende, e va a desinare 310 51| Caterina dientro un bosco e lì gli taglino la testa diviato, 311 51| fortuna viense a passare di lì un cane, e la Caterina che 312 51| Caterina e la dibandonarono lì solingola e tutta ’gnuda 313 51| su’ disgrazie. ’Gli era lì dibandonata e ’gnuda per 314 51| avevano.~ ~Successe che di lì a un po’ a questo Re gli 315 51| dalla mala rinuscita rimane lì com’un allocco, ma nun si 316 51| ubbidienza. La ragazza rimasa lì sola gufata dientro un cespuglio 317 52| 432] Dunque, in nello star lì a quel servizio Peppe praticava 318 52| fratello nelle su’ mane.~ ~Lì però nun lo sapevano che 319 52| quel profondo: sicché stati lì ’n sulle sponde un bel pezzo 320 53| comida, e no’ si va per di lì. Vo’ nun l’ate ’nteso ’l 321 54| quel mentre che lui steva lì gufato, in verso le dua 322 54| Menico capì subbito che lì ci doveva essere ’l magazzino 323 55| donne cenasseno e dormissano lì nel palazzo, e il Re lo 324 55| Nentra e nun c’era un’anima lì; chiama, richiama e da ultimo 325 55| se lo tirò nel mezzo, e lì a abbracciarlo, baciarlo 326 55| paura del Re a trovarsi lì con quella ragazza ardita, 327 56| avessi ma’ cognosciuta. Di lì a qualche giorno il figliolo 328 56| diviato alla su’ sorella.~ ~Di lì a un po’ rideccoti ’l coco 329 56| cerca la sorella Caterina e lì a pregarla che andessi a [ 330 56| e lassò che si verciassi lì per le terre tutto il resto 331 56| su’ giusto premio.~ ~Di lì a un po’ di tempo il figliolo 332 56| s’accostò. La Caterina di lì era ’mpossibile che si bucicassi, 333 56| dalla tagliola. Nun sapevano lì per lì che pensare; ma subbito 334 56| tagliola. Nun sapevano lì per lì che pensare; ma subbito 335 56| con quel bambino, che di lì a un po’ di tempo principiò 336 56| piacimento.~ ~Deccoti nentra di lì a un po’ il Principe, e 337 57| quercia vicino alla via, e lì stracchi ci si buttano a 338 57| botteghe alla rifruga, e lì, piglia pure della bona 339 57| un tavolino da gioco; e lì gioca pure, e sempre perdeva 340 57| mammalucco di giovanotto steva lì ’mpalato ’n mezzo al salone 341 57| ferraiolo e a un tratto apparse lì alla gente.~ ~Rimasano a 342 57| quel bue, che rimanette lì a [477] aspettarla ’nsino 343 57| mezzo del salone; sicché di lì a un po’ deccoti ’l servitore 344 57| avvia ’n verso la città, e lì arrivo e messo ’n custodia 345 57| comodo e d’ugni ben di Dio, e lì ci stiedano sempre d’amore 346 58| mettiede a letto malato e di lì a poco se n’andé al Creatore.~ ~ 347 58| andiede pe’ fatti sua.~ ~Di lì a qualche giorno al figliolo 348 58| crinale d’una montagna, e lì c’era ’l palazzo del Padre 349 59| modo di essere albergato lì; ma ’l mostro nun oprì la 350 59| e menarla con seco, e di lì a un mumento, che Fiordinando 351 59| Parigi per otto giorni e di lì a Pietroburgo per esser 352 59| propio come sassi.~ ~Di lì a un po’ deccoti la Regina, 353 59| appioppo propio per bene.~ ~Di lì a un po’ deccoti la Regina: 354 60| Argia in qualche bosco, e lì ammazzala e po’ vieni a 355 60| sorpreso in nel vedere che lì c’era un palazzo tutto d’