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Alfabetica [« »] padrona 42 padronanza 2 padroncina 1 padrone 96 padroni 11 paesane 1 paesani 2 | Frequenza [« »] 97 reale 97 sé 97 tratto 96 padrone 95 contadino 95 parole 94 core | Gherardo Nerucci Sessanta novelle popolari montalesi Concordanze padrone |
Novelle
1 3| redo; sicché, quando il padrone della vacca fu sveglio, 2 3| salta fori a un tratto il padrone del carro e comincia a sbergolare:~ ~– 3 3| che quel del carro era il padrone vero e legittimo del redo 4 4| dalle cantine del Re mio bon padrone e babbo della Principessa. 5 4| la paura dal capo del su’ padrone, sicché questo fu obbligato 6 6| temenza, nun cognoscendo se il padrone fuss’un Genio di garbo, 7 8| intendeva la parole del padrone, ubbidiente partì di corsa 8 9| sicché no’ ti si lassa padrone spotico del palazzo, e bada 9 9| Dunque Ferdinando restato padrone spotico del palazzo, ugni 10 10| palazzo signorile. Domanda del padrone e chi ci steva dientro, 11 10| gli arrisposano:~ ~– Il padrone che ci abita è un Marchese 12 11| servitore credette che al su’ padrone gli avessi dato di volta ’ 13 15| lo ferma e gli dice:~ ~– Padrone, signor fattore: la cavalla 14 17| nelle propio mani al Re su’ padrone.~ ~La lettera a male brighe 15 19| periti a voler vedere il mi’ padrone. Bada, degli altri quassù 16 19| vattene a gambe: te il mi’ padrone nun lo cognosci e il mi’ 17 19| nella cammera, addove il padrone steva in panciolle su de’ 18 19| che il più piccino fuss’il padrone spotico in nella casa. In 19 19| puce, e diventare accosì il padrone spotico del palazzo e di 20 21| accosì Zufilo rimanette padrone del baccellaio e campò tavìa 21 24| disse il servitore al su’ padrone:~ ~– Maestà, torniamo a 22 25| come mi’ vero figliolo e padrone qui da quanto me, perch’ 23 25| accompagnare a scola i figlioli del padrone, e il padrone ’gli era ausato 24 25| figlioli del padrone, e il padrone ’gli era ausato di dare 25 25| Oh! mi perdoni, signor padrone, – arrispose il camberieri; – 26 27| morto, e ora però comando da padrone spotico in questi paesi. 27 29| morto lui, Germano diviense padrone dello Stato.~ ~ ~ ~E così 28 34| figuratevi! E fortuna che il padrone addove lui stava a podere 29 34| fattore, che per ordine del padrone gli deva il campamento, 30 34| inutile che vo’ corrite dal padrone; tanto anco lui ’gli è del 31 34| sbasivano dall’appetito.~ ~Il padrone che da tanto tempo nun vedeva 32 34| dallo stento.~ ~Dice il padrone:~ ~– Nun mi garba il vostro 33 34| Ma i’ v’invito voi e il padrone per domani a vienire a desinare 34 34| nun vi dubitate.~ ~Anco il padrone ’gli era incuriosito di 35 34| nemmanco l’ombra; sicché il padrone cominciava a bufonchiare 36 34| i du’ omoni.~ ~Scrama il padrone:~ ~– Ohé! Giorgio, che te 37 34| lunghe; Giorgio gli diede al padrone e al fattore un desinare 38 34| i fumi del vino, dice il padrone:~ ~– Vedi, Giorgio: questa 39 34| sul no, ma tra fattore e padrone lo ’mbrogliorno tanto, [ 40 34| e lui gliela vendette al padrone in iscambio del su’ debito 41 34| filo e per segno, e che il padrone nun gli tieneva la parola 42 34| coperchio, ma va’ a casa del padrone e cerca di barattargliela 43 34| n’andiede diviato dal su’ padrone, e con delle scuse lui tanto 44 34| baratto di niscosto e il su’ padrone nun s’accorgette propio 45 34| bruciaticcio.~ ~Infrattanto il padrone per una gran festa volse 46 34| pianava tutta la casa del padrone; ma [297] sona mezzodì, 47 34| loro quelle persone, e il padrone in un canto se la rideva, 48 34| Quando gli parse il tempo, il padrone sbatté le nocche delle dita 49 34| giorno del giudizio; il padrone n’ebbe più di tutti e il 50 34| ebbano il bel desinare! e al padrone gli toccò anco di be’ rimbrontoli 51 36| nun gli porto il fegato al padrone, la mi’ testa chi me la 52 36| pareva il finimondo. Il padrone corre là subbito, concredendo 53 41| insenza ’l permesso del padrone. Aspetta un po’. Il mi’ 54 41| Aspetta un po’. Il mi’ padrone è il Re e ugni mattina scende 55 41| Mettiamolo ’n mala vista col padrone per via della su’ superbia.~ ~– 56 41| Stevo bene con il Re mi’ padrone, e l’astio de’ servitori 57 41| anco l’anello al Re su’ padrone; ma i servitori nun si sapevano 58 41| l’alie e a bociare:~ ~– Padrone, corrite, Orlandino mi porta 59 41| Orlandino mi porta via, padrone, corrite.~ ~Dice Orlandino:~ ~– 60 42| camberieri:~ ~– Il Re mi’ padrone vole sapere, perché questi 61 49| sopra all’improvviso il padrone, che era un cosaccio com’ 62 49| sotto terra:~ ~– Deccomi, padrone.~ ~’Gli era la Manetta tutta 63 49| subbito e’ bocia:~ ~– Deccomi, padrone.~ ~Gli era lei tutta d’un 64 53| quest’idea, va dunque dal padrone a licenziarsi: il padrone 65 53| padrone a licenziarsi: il padrone però nun era contento che 66 53| propi occhi. E lei, sor padrone, nun mi regala nulla? I’ 67 53| spesa del viaggio.~ ~Dice il padrone:~ ~– E de’ tu’ guadagni, 68 53| pigliere’ anco i su’ consigli, padrone, se lei me gli vole dare.~ ~– 69 53| Perché no? – arrispose il padrone: – ma siccome ’gli è il 70 53| scrama l’omo.~ ~Dice il padrone:~ ~– Salati, sì, ma se lo 71 53| piglio un de’ su’ consigli, padrone.~ ~Dice il padrone:~ ~– 72 53| consigli, padrone.~ ~Dice il padrone:~ ~– Deccolo: Nun metter 73 53| Piccino per dieci scudi, padrone!~ ~– Ma bono, – fece il 74 53| Ma bono, – fece il padrone, – e ve n’ho anco de’ più 75 53| questi consigli.~ ~Dice il padrone:~ ~– Deccolo: Nun lassare 76 53| scudi di mancia.~ ~E il padrone:~ ~– Deccolo: La superbia 77 53| sospirando l’omo. Dice il padrone:~ ~– Eppure, se t’ha’ mitidio, 78 53| omo prendette licenzia dal padrone che gli diede una spizzea 79 53| primo consiglio del su’ padrone: Nun metter la bocca addove 80 53| tocca. Diamo retta al mi’ padrone.~ ~Sicché insenza più dormire 81 53| primo consiglio del mi’ padrone. Per quel che mi poteva 82 53| arrispose l’omo: – il mi’ padrone mi diede quest’avvertenzia 83 53| nteso ’l proverbio del padrone; vo’ lo spiegate troppo 84 53| secondo consiglio del mi’ padrone.~ ~E non si volse più trattienere, 85 53| mente il terzo consiglio del padrone: La superbia della sera 86 53| buggianchìo d’allegrezze.~ ~– Eh! padrone, padrone! – borbottò l’omo ’ 87 53| allegrezze.~ ~– Eh! padrone, padrone! – borbottò l’omo ’n tra’ 88 53| Qualcosa i’ l’ho porta. Il padrone mi diede una cofaccia con 89 53| voce benedirno quel bon padrone, perché nun aveva soltanto 90 57| cassettone; a cercare ’l padrone siemo a tempo.~ ~E la borsa 91 57| nulla per ora, a cercarlo ’l padrone siemo a tempo. Basta che 92 58| Creatore.~ ~Adelasio rimase padrone spotico dell’Imperio, abbeneché 93 59| pubblico, ’gli è ognuno padrone di vederla.~ ~– Bene, bene, – 94 59| per la brama di servire ’l padrone, tra per la paura delle 95 60| Oh! s’i’ fossi io il padrone di questo bel logo!~ ~Dice ’ 96 60| libberi e i’ sono divento padrone spotico di questo palazzo