Novelle

 1      2|        il capo.~ ~Sicché dunque, finito che ebbano di cenare, le
 2      2|         Quando poi lui ’gli ebbe finito, il signore gli disse:~ ~–
 3      6|           e quando lei ’gli ebbe finito, la Vecchia gli disse:~ ~–
 4      6|          a noia. Dunque, tutto è finito.~ ~Piglia in sulle braccia
 5      7|        alla su’ propia tavola.~ ~Finito che ebban di mangiare, disse
 6      8|         l’avesse con poca fatica finito: a ugni modo la parola reale
 7     13|        propio nulla.~ ~Quando fu finito il desinare, disse la sposa
 8     16|     morto insenz’altro, e accosì finito il bene stare.~ ~Quando
 9     17|      mumento che il giovane ebbe finito la su’ parlata que’ signori
10     17|      all’apertura.~ ~Ma nun avea finito la Maria questo lavoro,
11     17|         dalla mi’ giovanezza, ha finito col mandarmi in questo logo,
12     18|         ne fussi stato! ’gli era finito da un pezzo. E ’mperò la
13     18|   donnetta pregna l’aveva bell’e finito, sicché dunque il garzone
14     19|        per la su’scapataggine, e finito quel che c’era, mancava
15     19|          che Menichino ’gli ebbe finito il su’ discorso:~ ~– Dunque,
16     21|       esso stasera, quando i’ ho finito le mi’ faccende in nella
17     24|          desinare.~ ~Quand’ebban finito di mangiare e che gli eran
18     25|        con l’idea di ripigliarlo finito le faccende; in iscambio
19     27|          si confondeva a bono.~ ~Finito poi che fu il desinare,
20     30|         ha dette tante! E poi ha finito col promettere di sposarmi.~ ~–
21     32|         a casa insenza il filato finito e insenza le vacche satolle,
22     39|            Meglio accosì! l’avrò finito di penare, perché insenza
23     48|         le lagrime agli occhi.~ ~Finito il desinare, in sul momento
24     52|        sposa a male brighe i’ ho finito il mi’ giro per il mondo
25     52|   birbone del mondo. Da signore, finito i quattrini covizi, diviense
26     52|        la bevessi, e quand’ebban finito, disse:~ ~– Chi di voi se
27     54| squartato. Stiede zitto tavìa, e finito il lavoro gli dettano i
28     55|     gioie incastrate nell’oro, e finito d’accomidarsi come una Fata,
29     55|           Domani i’ voglio tutto finito, sicché andate pure a prepararvi
30     58|          cirimonia; ma nun aveva finito di mettersi ’n fazione,
31     58|     romito pigliò la lettera, ma finito che lui ebbe di leggerla
32     59|      tutto il tempo del pasto, e finito che ebbano, le damigelle
33     60|        siccome per via di lei ho finito tutt’e’ quattrini e mi trovo
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