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CAPITOLO VII. Campo di Boulogne. – Conosce una giovine inglese. – Gusto suo per la musica. – Dimanda di una promozione. |
CAPITOLO VII.
Campo di Boulogne. – Conosce una giovine inglese. – Gusto suo per la musica. – Dimanda di una promozione.
Nell'anno 1804, a sua istanza, vennegli ordine di partire senza indugio per Valenciennes, ove raggiunse la divisione italiana comandata dal generale Pino, e quivi si strinse viepiù d'amicizia col generale Teulié, francese di nome; ma italiano di nascita e di cuore,6 al cui Stato Maggiore era addetto.
Non posso credere che alcuno abbia mai sospettato sul serio che il Foscolo prendesse parte alla congiura contro la vita del primo Console, come lascia supporre il signor Gemelli. Li 14 giugno 1804 egli era ancora a Milano e la cospirazione diretta da George Cadoudal e da Pichegru, Moreau consenziente forse, era già stata sventata. Il vandeese Cadoudal, la cui cattura risale ai 9 marzo, fu condotto al patibolo il dì 25 del giugno suddetto. Moreau e Pichegru, arrestati fin dal febbraio, avevano subìto anch'essi la loro sorte: quegli sbandito, questi rinvenuto strozzato in carcere dopo pochi giorni di prigionia. Murat era allora governatore di Parigi ove al Foscolo, appena giunto, fu bensì riferito dal Mariscalchi e dal generale Pino che Sua Altezza era mal disposta a suo riguardo; ma sebbene quelli fossero momenti di sospetti e di paure, lo sdegno del principe non poteva fondatamente essere causato se non dalla oramai troppo nota Orazione, la quale confermava sempre più l'autore avversario della politica napoleonica.
Rimosso il dubbio cessa il bisogno di scusare il Foscolo che, nel caso, a ciò s'inducesse, come dice il predetto biografo, per amore della sfortunata Italia e per abborrimento ad ogni straniera dominazione. L'anima sua leale non s'insozzava in queste mene secrete, e, benchè fremente d'ira per la conculcata patria, rifuggiva per natura da tali eccessi.
È sempre dubbio se Napoleone adunasse cola quell'esercito coll'intenzione d'invadere l'Inghilterra, o ne facesse le viste, al doppio scopo d'incutere timore ai nemici e di tenere in esercizio i soldati. Comunque sia, questi erano da lui continuamente visitati e passati in rassegna, nulla omettendo onde la minaccia si accreditasse. Frattanto il Foscolo metteva quel lungo soggiorno a profitto proprio e de' suoi commilitoni pellegrinando, dice il Carrer, pei campi di Boulogne e di Saint-Omer, ove stanziava l'esercito dell'Oceano, e là improvvisava certe sue omelie a' soldati che le ascoltavano volentieri. Prendeva cura di quelli a lui affidati, li ammoniva paternamente, e quando gli pareva che la disciplina non ne soffrisse, cercava di attenuarne le colpe. Disimpegnò con premura e diligenza l'amministrazione di tre depositi a Valenciennes. Trattandosi di soldati rognosi, mal vestiti nel cuor dell'inverno e scarsamente pagati, cercò di migliorarne la sorte raccomandandoli spesso e con calore al generale comandante la Divisione, assistendo ai contratti onde non fossero defraudati, e soccorrendoli talvolta del proprio. All'occorrenza si faceva pur anche difensore di quelli sottoposti ai consigli di guerra come avvenne per la difesa del sergente Armani, 1805.
Questo relativamente agli altri; in quanto a sè diessi a studiare la lingua inglese, con tanta più volontà e profitto, chè in que' luoghi poteva in pari tempo farne la pratica; ed avendo ripreso a voltare in italiano con più cura che non aveva fatto altra volta per esercizio, il Viaggio Sentimentale di Yorick, si propose di pubblicarne un giorno la traduzione. Viaggiò a questo scopo percorrendo gli stessi alberghi di cui l'autore, Lorenzo Sterne, parla nel suo itinerario: chiedeva notizie di lui a' vecchi che lo avevano conosciuto, e di là passando in Fiandra, ove abitavano molti inglesi, facevasi da loro spiegare i passi più intricati di quella graziosa operetta. Fu quivi dove, cadendo nel solito suo debole per le donne, conobbe una giovine prigioniera inglese dalla quale ebbe una bambina.7 Da Saint-Omer scrisse quella Epistola al Monti che, per la sua brevità, si era creduta uu frammento.
Qui viene in acconcio di dare un cenno del gusto di Foscolo per la musica poichè ne parla egli stesso in una lettera data da Boulogne-sur-mer, 25 ottobre 1805, in questi termini: «M. Teulié et compagnie ont trouvé une société où l'on fait de la musique; mais l'esprit infortuné de Jacques Ortis ne peut pas s'y faire: tout partisan qu'il est de l'harmonie, il fuit la musique parée du salon; pour se dédommager il prête l'oreille et l'âme au fifre du premier petit polisson qui passe la nuit sous ses fenêtres.»
Il Pecchio fa le meraviglie che un uomo dotato di un orecchio sì fine per far versi tanto armoniosi non avesse il sentire delicato per l'armonia musicale; ma per quanto strano sembri, quel gusto suo era, se non erro, non molto dissimile da quello dell'Alfieri, ed è comune a qualche vivente da me conosciuto, il quale tende con diletto l'orecchio e perfino si commuove al canto semplice di una villanella alla campagna, o al suono di uno strumento all'aperto e specialmente di notte; ma spesso, per sua disgrazia, si annoia alla buona musica de' teatri e delle accademie, la quale anche dagli uomini più stupidi viene gustata talvolta tanto da andarne in estasi. Questo singolare fenomeno può dipendere in parte da una specie d'imperfezione del senso dell'udito, ma più che altro deriva dalla conformazione dei centri nervosi.
L'apparato pomposo e compassato di quegli spettacoli, la loro lungaggine e il poco interesse che suolsi annettere all'argomento, credo, non sieno gli elementi più acconci per obbligare l'attenzione di chi ha la mente fervida di pensieri e d'imaginativa. La qual mente, con facilità divagando, trovasi quivi spesso astratta e lontana le mille miglia dall'oggetto che le sta sotto i sensi per risvegliarsi di quando in quando solo al frastuono dei timpani e della gran cassa. Coloro poi che sono affatto insensibili alla musica di qualunque genere, come Voltaire, che si turava con le mani gli orecchi per non sentirla, e Cobden che diceva non aver mai potuto comprendere che quel rumore potesse recar diletto, è a supporsi sieno in essi rimaste atrofiche le cellule del cervello che atte erano a modificarsi al gusto dell'armonia musicale.
Dopo quasi due anni di questa campagna all'estero, sperava il capitano Foscolo una promozione, e la chiese al generale Trivulzi da cui ebbe in risposta, temersi di non offendere con la medesima S. A. Gioacchino Murat che il vedeva di mal occhio nell'esercito a motivo del suo discorso pel congresso di Lione. Pensò egli allora di rivolgere direttamente al Principe una lettera giustificativa, che dettò in francese, inviandogli copia dell'Orazione che dicevasi movente della sua collera; la quale non fu per ciò disarmata. Quell'Orazione infatti gli tolse fortuna; ma qual fortuna maggiore per l'uomo d'innalzarsi nella pubblica stima posponendo l'interesse proprio alla verità e al bene comune? Strano modo di argomentare codesto! Diranno i più nell'età nostra di decadenza morale, ove tutto è calcolo, nè altro si stima che le ricchezze.