Pellegrino Artusi
Vita di Ugo Foscolo
Lettura del testo

CAPITOLO XXIII. Accoglimento lusinghiero. – Liete speranze. – Vita splendida. – Sventura domestica. – Malaugurato accidente. – Si ritira a Kensington. – Generosità e abnegazione della Donna gentile. – I giornali letterari inglesi.

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CAPITOLO XXIII.

Accoglimento lusinghiero. – Liete speranze. – Vita splendida. – Sventura domestica. – Malaugurato accidente. – Si ritira a Kensington. – Generosità e abnegazione della Donna gentile. – I giornali letterari inglesi.

Da questo momento le notizie intorno alla vita del Foscolo si fanno più incerte, non avendone scrittore inglese alcuno, a quanto io mi sappia, preso a trattarne fin qui tuttochè sembrasse che qualcuno fosse per accingervisi. D'altra parte la vita di lui, scritta dal Pecchio, che il Carrer chiama un sacco d'impudenti menzogne, sebbene ei sia stato in Inghilterra suo compagno d'esilio, non merita intera fede. Ciò che può sapersi e congetturarsi durante il periodo della sua dimora a Londra fa d'uopo rilevarlo in gran parte da' suoi scritti, e segnatamente dalle lettere famigliari, le quali portano tutte l'impronta della veridicità e ispirano piena credenza; molto più perchè sappiamo ch'egli amava di parlare spesso e minutamente di medesimo, e perchè non faceva mai mistero delle sue cose, non curandosi se il pubblico le conosceva. Bisogna, diceva, che scrivendo e parlando io dica deliberatamente ciò ch'io penso, e mostrimi tal quale io mi sono perch'altri elegga di seguirmi o fuggirmi: così vorrei che ogni uomo facesse nel mondo.

Ai 19 di settembre annunziando il suo arrivo all'amica, dicevale: «Qui per la prima volta mi sono avveduto ch'io non sono affatto ignoto a' mortali; e mi vedo accolto come uomo che godesse già da un secolo di bella fama e illibata. starebbe se non in me di avanzarmi danaro alla prima; ma innanzi a questo s'ha da pensare alla dignità, tanto più che dov'è più decoro, ivi corre spontaneo, col tempo, e più abbondante il danaro. Però mi sto sulle mie; e a questi signori che mi vanno offerendo aiuti e servigi rispondo signorilmente, «con viso superbo modesto,» e bado a studiare la carta per trovarmi sentiero alla fortuna, sicuro insieme e spedito e onoratissimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

» Qui intanto mi sono trovato casa, decentissima, quieta ed agiata. A queste tre belle qualità ch'io riconosco, aggiungesi un'altra decantata da tutti, ed è che alloggio a buonissimo prezzo. Io vo crollando il capo: pago.... indovina! – pago.... (mi sento tremare non l'animo, ma la mia povera borsa) pago da dodici luigi d'oro il mese; compresovi il fuoco da mattina a notte di due camminetti

A dir vero queste prime lusinghiere speranze del Foscolo potevano benissimo realizzarsi, con l'attività e il buon volere a lui proprii, in un paese ove il merito e il prestigio del nome sono tenuti in conto, ove ogni gentiluomo è nudrito di buoni studi, viene trascurata la classica letteratura greca e latina.28 Poteva ed erasi già messo in via di crearsi agiatezza, se le poco moderate sue voglie non avessero contrastato a qualunque idea di ordine e di economia, virtù queste, del resto, che raramente vanno di conserva con l'amore delle lettere e col culto delle scienze.

E però, benchè da Zante gli venissero in dicembre cento luigi d'oro, sopraggiunsero presto gl'imbarazzi economici. Soleva dir del danaro: Per me stimo il danaro da più di tutte quelle cose che il danaro può dare, e da meno delle cose che il danaro non può mai dare, e che pure sono ottime a questa misera vita degli uomini.

I primi mesi in Londra furongli contristati dai soliti incomodi di salute, eccitati dal clima che non poteva ancor vincere, dalla minaccia di doversi amputare una gamba per una stincatura, e poscia dalla penuria dei mezzi, imperocchè, le relazioni contratte con alti personaggi gli portavano grave dispendio, e vie lucrose non gli si erano per anco aperte. Però rammentava con compiacimento, tanto l'ospitalità trovatavi, quanto le liete accoglienze che riceveva, gl'inviti a villeggiare, a' pranzi e a' teatri: durante la malattia le Ladies andavano alla sua porta in carrozza a domandare novelle di lui, e i Lords e i letterati gli facevano spesso compagnia amorosissima, persuasi che la sua fama non fosse disgiunta dall'agiatezza. «Guai (dic'egli) s'io parlassi delle mie presenti necessità! Guai s'io tendessi la mano! Qui la miseria è un delitto;» e in questa persuasione, menava vita da gentleman.

La provvista pecuniaria essendo già ita, aveva accettato cinquanta luigi d'oro che un suo compatriotta spontaneamente gli offerse, e il compagno, col quale partito erasi da Zurigo, attaccatosi a lui colla persuasione forse di far fortuna, vedendo la mala parata, lo avea lasciato con Dio.

Finalmente s'accorse della posizione falsa in cui si trovava, e, preso da scoramento, gemeva pensando non vedere ormai altra via avanti di , per campare la vita, fuorchè l'insegnare lingua italiana, latino e greco. Dal bisogno e dall'appoggio de' molti amici prese indi animo e cercò un primo compenso col pubblicare un'altra edizione, che fu la terza, dell'Ortis, aggiungendovi una memoria in lode dell'estinto allora Francesco Horner. La dedicò al giovinetto Enrico Fox, nipote di lui e figliuolo di lord Holland ch'ei contava fra' suoi protettori ed amici.

Volgeva alla sua metà l'anno 1817 quando le cose di Foscolo trovandosi a questo punto gli giunse notizia di una grave sventura domestica; la morte della sua povera madre, donna pia ed affettuosa; anche dottissima se per vero deesi prendere l'epiteto che le diè una volta scrivendole. Amata egli l'avea di grande amore figliale e sempre soccorsa per impulso naturale del cuore e per riconoscenza, confessando più volte di essere a lei obbligato se poteva menar vanto di qualche virtù perchè da lei inspirate fin dall'infanzia.29

Questo funesto caso gli dava occasione di recarsi alle Isole Ionie per sistemare alcuni affari di famiglia. Trattavasi, a quanto pare, della eredità di uno zio per la quale aveva dalla madre ottenuto procura gli ultimi mesi di sua dimora a Zurigo, e forse erasene valso per prendere in anticipazione i 100 luigi già rammentati. Aveva quindi tutto disposto per la partenza verso la fine di luglio, e vagheggiava l'idea di rivedere la Donna gentile e gli amici toccando Firenze, quando nuovo malaugurato accidente il rattenne. Precipitatosi da un cavallo frenetico e non suo, com'egli ci narra, per salvare alcuni bambini contro i quali andava ad urtare, ebbe slogata ed offesa la gamba destra da un calcio, quella gamba appunto che non era ancora totalmente guarita dalla stincatura e da un fiero reumatismo appresso.

Raccomandò allora i suoi affari a certi deputati delle Isole in legazione a Londra e non pensò più di partire, avendo già in vista qualche prospettiva di migliorar condizione, e fors'anche perchè cominciavano a sedurlo le attrattive di leggiadre signore presso le quali era in grande favore.30 Vedendo però che la vita del gran mondo nella quale s'era dovuto slanciare, dicev'egli, per farsi conoscere, non avrebbe potuto sostenerla più a lungo per la scarsezza de' mezzi e perchè ho rimorso (scriveva a un amico) di tante ore, di tante parole, di tanti spiriti prodigati nelle compagnie e ne' desinari: ho a noia me e gli altri, dacchè io sono inutile a me, e gli altri mi sono inutili; e quando mi scuso, perdo il tempo e l'inchiostro a mandar biglietti; si ritirò a Kensington, campagna prossima a Londra, e diessi a scrivere articoli pei giornali di letteratura.

Da questo momento la vita del Foscolo corre un periodo di decisa prosperità, ch'ei non seppe poi conservarsi; ma non va preterito, ad onore della virtù, che le sue angustie economiche cederono a un nuovo tratto di generosità di colei che fu il vero modello dell'amicizia. Pressandolo un amico alla restituzione di lire quaranta sterline anticipategli sulla terza edizione dell'Ortis, la Donna gentile gli saldò il debito per torlo dalle molestie, e, rimproveratolo dolcemente del suo silenzio, ripeteva: «Dio mi guardi dal rimproverarti altra cosa!» e proseguiva: «Io giurerò sempre sulla tua lealtà, sulla tua scrupolosa delicatezza, sulla bontà del cuor tuo: quindi mi rimarrebbe impossibile sospettare di te. La mia devozione alla tua persona è sacra, è santa, è inviolabile. Se ne tieni poche riprove, mettimi pure alla tortura, chè sarò martire gloriosa per la tua causa. Or goditi per amor mio ciò che ti deve il libraio sull'edizione dell'Ortis: io sarò beata se potrò farti passare un giorno men tristo degli altri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

» Egli, (il signor Finch) parlò molto e sempre di te, della tua vita, delle tue relazioni, del tuo ingegno, della tua eloquenza ec. ec. Io lo ascoltava beata, e duolmi che egli se ne sia partito. Vuole che tu resti in Inghilterra tutta la vita, ove hai spazio, e modo, e libertà di pensieri, e di penna. Resta pure, mio Ugo purchè trovi tu pace, salute e vita, statti pure lontano da chi ti ama; ma ricordati di me com'io ti ho sempre fitto nel cuore. Addio. Dio versi benefico le sue misericordie sopra la tua testa. Addio di cuore

Felice colui che trova in un'amica tanta abnegazione e bontà di cuore! ma pur c'è chi abusa di questa fortuna rarissima, e, facendo mercimonio de' più santi affetti, non teme di rendersi in faccia al mondo uomo vile ed abietto.

Quando penso che presso a codesta donna, come a porto tranquillo, lo spirito travagliato del Foscolo avrebbe trovata quella quiete che indarno cercava nella vita avventurosa e girovaga, mi assale un dubbio, che cioè questa non fosse in lui un prepotente bisogno della natura. Rammentava spesso l'amata Firenze, farneticava anche di andarvi a finire i suoi giorni, pensava di mettersi sotto la protezione del Governo britannico con un passaporto inglese, ma forse nol dimandò mai seriamente, imperocchè ritengo, che con le alte aderenze di Londra gli sarebbe stato finalmente concesso; molto più che, disingannato della politica e sfiduciato de' tempi e degli uomini, stimava follia l'occuparsene ancora.

Cominciò dunque ad aprirsi, come già dissi, una via di lucro scrivendo ne' giornali di letteratura, la cui importanza in Inghilterra, si può argomentare dalle seguenti parole del Pecchio. «Questi giornali letterari (dic'egli) fanno l'ufficio delle tribune antiche, senza l'inconveniente di commuovere gli animi a subitanei impulsi. Dal demagogo più sfrenato sino all'aristocratico più caparbio, dai Gracchi agli Appi, questa tribuna è libera ad ognuno, ma invece d'una moltitudine inquieta che s'inebriava in Roma ed in Atene alla voce degli oratori, qui ogni padre di famiglia, a sangue freddo e seduto sopra un gran seggiolone, pondera nel silenzio i discorsi di questi giornali, e fra gli estremi e nel conflitto delle opinioni è in grado di formarne una retta . . . . . . . . . . . . . . .

» Questi giornali inglesi, che vendono chi due, chi quattro, chi dieci e chi sino quattordicimila copie d'ogni lor numero, rimunerano generosamente gli estensori. Un articolo è pagato dai 12 ai 20 scellini per pagina; ma se l'autore gode di una celebrità, il suo articolo ha un prezzo d'affezione, e talvolta è pagato sino cento ghinee, cioè, quattro o cinque volte più che Monti non ricavò dal suo bel poema la Basvilliana, o Foscolo stesso non avea ritratto dal suo Jacopo Ortis

Ma il guaio era che non si trovava chi sapesse intendere e tradur bene nella lingua del paese il suo stile italiano, onde gli fu giuocoforza, per comodo dei traduttori, scrivere in francese, non permettendo però che le composizioni voltate da questo idioma in inglese si pubblicassero sotto il suo nome. Frattanto, volendo sottrarsi alla spesa e alla servitù delle traduzioni, si diè a tutt'uomo a studiarlo e dopo due anni, compiacendosi de' progressi fatti, fu in caso di dar qualche volta alle stampe l'inglese proprio, ed anche di verseggiarlo, come si vede da un saggio lasciato, che è una poesia di quattro quartine a Calliroe.





28 Scriveva da Londra a Giovita Scalvini: «Non v'è ragazzo, per non dire bambino, al quale nelle pubbliche scuole, e poi ne' collegi, e per ultimo anche in Università non s'insegni l'alpha e l'omega a dovere, in guisa che m'incontro spesso in alcuni sbarbatelli che ti parlano di Tucidide e di Demostene, scrittori difficilissimi, quanto e forse meglio che non ne dissertasse quella buon'anima di Battavini



29 Il signor Alberto Mario nel suo recente libro Teste e Figure, parlando delle virtù di questa donna, narra che, tratto Ugo ne' suoi primi anni di gioventù davanti ai tre dell'Inquisizione a Venezia, come sospetto di opinioni e di disegni democratici, la madre dissegli: «Muori, figliuolo, piuttosto che rivelare il nome di un solo de' tuoi amici.» Questo fatto è accennato anche dal Pecchio.



30 Intorno alle donne inglesi leggesi in un frammento dal Foscolo: «Io col cuore irrigidito dall'esperienza, e col viso un po' afflitto dal tempo e un po' solcato dalle rughe della malinconia, non dovrei dire e nol dico, di essermi innamorato in Inghilterra: pur mi terrei colpevole di modestia rustica e sarei sconoscente, se non ringraziassi la natura, che abbelliva di tanta avvenenza le donne inglesi, e non ammirassi la loro educazione che fa germogliare nel loro ingegno la ingenuità delle Grazie, e nel loro cuore i sentimenti soavi che raddolciscono tutte le feroci inclinazioni dell'uomo.



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